
E-fuel, ecco perché in Italia non vengono prodotti i carburanti sintetici
Gli electrofuels sono prodotti con un processo di elettrolisi dell’acqua: realizzarli nel nostro Paese è possibile, ma secondo uno studio dell’Unem, l’Unione aziende petrolifere, a costi più elevati rispetto ai combustibili fossili. L'Italia ha perciò intrapreso la via dei bio-carburanti

In Italia la decarbonizzazione dei trasporti non avverrà tramite gli e-fuel, cioè i carburanti sintetici. Nel nostro Paese infatti – come ricorda Il Sole 24 Ore – non sono presenti impianti di produzione
Patto Ue-Germania sugli e-fuel. Che cosa sono i carburanti sintetici
Il nome completo dei carburanti sintetici è electrofuels e deriva dal fatto che essi vengono prodotti attraverso un processo di elettrolisi dell'acqua - da eseguire utilizzando esclusivamente energia proveniente da fonti rinnovabili - al fine di ottenere idrogeno
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Quest'ultimo viene poi miscelato con il CO2 catturato dall'aria. Questo consente di realizzare un combustibile liquido adatto ad essere bruciato dentro i motori a scoppio e che può essere distribuito alla clientela attraverso le infrastrutture già esistenti. Tuttavia, anche il consumo di e-fuels produce CO2 che però, dal punto di vista della neutralità climatica, viene compensato da quello che deve essere catturato e usato per la loro produzione
Stop alle auto benzina e diesel dal 2035, il parere degli esperti
Unem, l’Unione aziende petrolifere, nel 2021 ha commissionato uno studio di fattibilità per la realizzazione di un impianto dimostrativo per la produzione di questi carburanti sintetici in collaborazione con il Politecnico di Milano

Come ricorda Il Sole, tra le conclusioni si legge come “la produzione di e-fuel sia tecnicamente realizzabile con l'impiego di tecnologie attualmente esistenti e relativamente consolidate. Ciò nonostante, le rese energetiche attese, intendendo con ciò la percentuale di energia elettrica di origine rinnovabile trasformata in energia chimica immagazzinata nell'e-fuel prodotto, sono relativamente modeste”

I costi di produzione sono perciò “significativamente più elevati di quelli dei convenzionali combustibili fossili. Tali criticità potrebbero essere bilanciate dalla decisamente minore necessità di ingenti investimenti infrastrutturali per assicurare l’approvvigionamento energetico ai diversi comparti dei trasporti”

Gli e-fuel in Europa vengono prodotti in Germania e in Islanda. Ci sono inoltre progetti in partenza in Spagna, Norvegia, Danimarca, Svezia. L’Italia ha intrapreso invece la via dei bio-carburanti, prodotti a partire da biomasse o scarti

È stato deciso di ricorrere agli e-fuel per garantire la commercializzazione di autoveicoli con motori termici anche dopo il 2035, quando scatterà il divieto di vendere auto a benzina e diesel. Saranno lasciati in vendita solo se alimentati con carburanti sintetici, cioè in grado di garantire la neutralità climatica

In Italia, come ricorda il sito di settore Moto1.com, a guidare la ricerca sulla produzione dei biocarburanti è l'Eni. Il progetto Waste to Fuel, per esempio, usa gli scarti dei cibi attraverso una tecnologia che ricava bio-olio dalla frazione organica dei rifiuti domestici
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