
Bonus caldaie, ipotesi stop dal 2024. Ecco le agevolazioni ancora disponibili
La direttiva del Parlamento europeo sulle case green stabilisce che “gli Stati membri non offrono più incentivi finanziari per l’installazione di caldaie individuali che usano combustibili fossili, al più tardi da gennaio 2024”. Per questo tipo di impianti, salvo sorprese, rimane ancora un anno per poter utilizzare gli incentivi ora attivi

Fra i punti toccati dalla direttiva del Parlamento europeo sulle case green, non ancora approvata in modo definitivo, ci sono i sistemi di riscaldamento come le caldaie. Edifici nuovi o in fase di ristrutturazione non potranno più avere sistemi di riscaldamento a combustibili fossili, come le caldaie a gas
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E la direttiva affronta anche il tema delle agevolazioni in materia, stabilendo che “gli Stati membri non offrano più incentivi finanziari per l’installazione di caldaie individuali che usano combustibili fossili, al più tardi da gennaio 2024”
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Questo significa che a partire dal prossimo anno i bonus che si possono usare per installare le caldaie, così come li conosciamo ora, potrebbero essere cancellati o modificati per essere validi solo per i sistemi di riscaldamento ibridi e le caldaie certificate per funzionare con combustibili rinnovabili
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Al momento sono tre le agevolazioni che si possono usare per sostituire la caldaia, anche con una a combustibili fossili: l’Ecobonus al 65%, il Bonus ristrutturazione al 50% e il Superbonus al 90%
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L’Ecobonus prevede una detrazione fiscale al 65% per chi sostituisce la vecchia caldaia con un modello di classe A dotato di sistemi di termoregolazione evoluti di classe V, VI o VII
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Infine c’è il Superbonus al 90%, che prevede però dei requisiti più stringenti. Ad esempio, la nuova caldaia deve generare un miglioramento di almeno due classi energetiche dell’immobile

Inoltre, per verificare l’aumento della classe energetica è necessaria l’asseverazione di un progettista. E, come nei casi precedenti, la nuova caldaia deve essere a condensazione di classe A

La direttiva per Parlamento europeo, fra l’altro, indica che eventuali incentivi dovrebbero andare in via prioritaria alle famiglie “vulnerabili e a basso reddito”
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