
Riforma fiscale, qual è il significato dell’“evasione per necessità”
Il testo della legge delega approvato dal Cdm si basa anche sulla distinzione fra l’evasione volontaria, quindi portata avanti con dolo, e quella “di necessità”, dettata solo da difficoltà economiche del contribuente. È previsto poi un alleggerimento delle sanzioni penali, in particolare quelle connesse al reato di dichiarazione infedele, per le imprese che aderiscono alla “cooperative compliance”, hanno tenuto comportamenti non dolosi e lo comunicano tempestivamente al Fisco

"Lavoriamo per consegnare agli italiani una riforma complessiva che riformi l'efficienza della struttura delle imposte, riduca il carico fiscale e contrasti l'evasione fiscale, che semplifichi gli adempimenti e crei un rapporto di fiducia fra Stato e contribuente". Così il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al Congresso della Cgil, ha riassunto gli obiettivi della riforma fiscale, la cui legge delega è stata approvata il 16 marzo dal Cdm
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Un concetto, quello della fiducia, basato anche sulla distinzione fra l’evasione volontaria, quindi portata avanti con dolo, e quella “di necessità”, dettata solo da difficoltà economiche del contribuente
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Fra le varie misure spuntano così anche sanzioni penali attenuate per i contribuenti che si sono trovati impossibilitati a pagare, appunto la cosiddetta “evasione per necessità”. L’obiettivo del governo è rimettere mano a tutto il sistema sanzionatorio tributario
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In particolare per le sanzioni penali si userà un occhio di riguardo per chi non riesce a pagare il tributo per fatti a lui non imputabili: nella valutazione della "rilevanza penale" del fatto si terrà conto anche dei casi in cui siano stati raggiunti accordi in sede amministrativa e giudiziaria
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Nello specifico, nel testo si parla di “impossibilità di far fronte al pagamento del tributo”. E il penale si dovrà fermare, salvo “congrua motivazione”, anche quando sul caso interviene l’adesione all’accertamento o la conciliazione giudiziale

È previsto poi un alleggerimento delle sanzioni penali, in particolare quelle connesse al reato di dichiarazione infedele, per le imprese che aderiscono alla “cooperative compliance”, hanno tenuto comportamenti non dolosi e lo comunicano tempestivamente al Fisco

Un altro obiettivo è anche quello di evitare la doppia sanzione, applicando con più rigore il principio del ne bis idem, ovvero il principio giuridico tendente a evitare la duplicazione degli atti che mirano a un medesimo scopo o riguardano il medesimo caso

In generale, il provvedimento punta a ridisegnare l'intero sistema fiscale, dai tributi ai procedimenti e sanzioni, fino ai testi unici e codici. Per renderlo operativo servirà l'approvazione del testo-cornice dal Parlamento e poi il varo dei decreti delegati che dovranno contenere anche le opportune coperture finanziarie, che in parte saranno garantite dalla revisione delle attuali 600 tax expenditures: sconti, agevolazioni, bonus che saranno rivisti

La riforma parte dalla rivoluzione dell'Irpef, con la riduzione delle aliquote da 4 a 3. Le due ipotesi non indicate nella delega sono: 23%, 27% e 43% o 23%, 33%, 43%. E la flat tax per tutti resta un obiettivo di legislatura, mentre per i dipendenti arriva la flat tax incrementale

Per le imprese arriva la nuova Ires a due aliquote per far pagare di meno chi più assume e investe. Si punta poi al graduale superamento dell'Irap con priorità per le società di persone, gli studi associati e le società tra professionisti
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