
Irpef, la riforma fiscale punta a eliminare penalità a pensionati e autonomi. Ecco come
La riforma fiscale a cui il governo sta lavorando punta a ridisegnare l'imposta sul reddito delle persone fisiche. Tra gli obiettivi c'è “l’equità orizzontale”, ovvero stesse imposte per i contribuenti, indipendentemente dall’attività che svolgono e dal tipo di reddito

Nella bozza della riforma fiscale ci sono anche novità per quanto riguarda l’Irpef. Si punta all’equità orizzontale, ovvero a far versare le stesse imposte a tutti i tipi di contribuenti, lavoratori dipendenti, pensionati o autonomi, indipendentemente dall’attività che svolgono e dal tipo di reddito
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Nell’articolo 5 della bozza della riforma fiscale vengono indicate le linee di azione. L’attuale assetto dell’Irpef prevede in realtà delle differenze anche significative a vantaggio dei redditi medio-bassi da lavoro dipendente. Si tratta in larga parte di un’eredità del meccanismo del bonus 80 euro poi parzialmente inglobato nel meccanismo di aliquote e scaglioni, di cui non godono pensionati e autonomi
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Inoltre queste tre categorie hanno specifiche detrazioni d’imposta, a loro volta differenziate. La conseguenza pratica è che allo stesso livello di reddito l’imposta da versare risulta significativamente diversa. Per esempio, con un reddito di 10 mila euro l’anno i dipendenti, con i 1.200 euro di bonus, compensano ampiamente il basso importo teoricamente dovuto e ottengono anche 780 euro. I pensionati con gli stessi guadagni ne pagano invece 442, mentre per gli autonomi la quota sale a 1.188
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La prima linea d’azione sull’Irpef prevede “la progressiva applicazione della medesima area di esenzione fiscale e del medesimo carico compositivo, indipendentemente dalla natura del reddito prodotto, con priorità per l’equiparazione tra redditi di lavoro dipendente e redditi di pensione”. Pensionati e dipendenti, in questo caso, pagherebbero tendenzialmente la stessa cifra
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Con la seconda linea d’azione, i dipendenti però potrebbero recuperare almeno una parte del proprio vantaggio. A loro si dà la possibilità di dedurre le spese sostenute per la produzione del proprio reddito, come gli spostamenti per andare nel luogo di lavoro o l’acquisto di materiale e attrezzature per lavorare

La terza linea d’azione è diretta agli autonomi che possono dedurre i contributi previdenziali che però non vanno ad abbattere il “reddito complessivo” usato come parametro per l’applicazione di ulteriori detrazioni (incluse quelle per carichi di famiglia)

La conseguenza è che un artigiano o un professionista, a parità di situazione economica con un dipendente, ne fruisce in modo ridotto. Questa disparità verrebbe corretta con la possibilità di deduzione piena dal reddito complessivo

Infine si prevede l’estensione al mondo del lavoro dipendente della flat tax, attualmente diretta solo agli autonomi. Dal 2019 i professionisti infatti possono godere del regime forfettario. Con la manovra è poi stata introdotta la “flat tax incrementale”, ovvero la possibilità di scegliere, al posto dell’Irpef ordinaria, una più conveniente imposta sostitutiva sull’aumento di reddito rispetto a quello del triennio precedente
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