Meloni a Congresso Cgil su riforma fiscale: "Guarda a lavoro". Silenzio e un solo applauso

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La premier all’evento di Rimini è stata contestata da alcuni partecipanti: "Non mi sottraggo a un contesto sapendo che è un contesto difficile. Non ho voluto rinunciare a questo appuntamento in segno di rispetto del sindacato". E sulla legge delega per la riforma fiscale: "È stata frettolosamente bocciata da alcuni. Si concentra sui più fragili, sul ceto medio". Poi aggiunge: "Lavoriamo per una riforma che riformi l'efficienza della struttura delle imposte, riduca il carico fiscale e contrasti l'evasione fiscale"

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"Ringrazio anche chi mi contesta. Non ho voluto rinunciare a questo appuntamento in segno di rispetto del sindacato". Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha iniziato il suo intervento al congresso della Cgil, intitolato “Il lavoro crea il futuro”. A invitarla, non senza polemiche, è stato il segretario generale Maurizio Landini, e appena Meloni è salita sul palco è partito il coro "Bella ciao" da parte di alcuni partecipanti che subito dopo hanno abbandonato la sala. "Mi sento fischiata da quando ho 16 anni. Potrei dire che sono Cavaliere al merito su questo - ha detto ancora la premier, il cui intervento è stato accompagnato perlopiù dal silenzio e un solo applauso - "Non mi sottraggo a un contesto sapendo che è un contesto difficile. Non mi spaventa. La ragione per cui ho deciso di essere qui è più profonda. Oggi si celebra la nascita della nostra nazione".

Meloni: "Il confronto è necessario e utile"

"Questo congresso è un esercizio di democrazia e partecipazione che non può lasciare indifferente chi ha responsabilita decisionali e chi come me sa quanto questi eventi tengano vive queste dinamiche - ha detto Meloni - "Con questa presenza, con questo confronto, questo dibattito, possiamo autenticamente celebrare l'unità nazionale. La contrapposizione è positiva, ha un ruolo educativo, l'unità è un'altra cosa, è un interesse superiore, è il comune destino che dà un senso alla contrapposizione". "Il confronto - ha aggiunto - è necessario e utile. Se questo è l'approccio ci sono ottime ragioni per confrontarci con la forza delle idee che ciascuno legittimamente rivendica".

Meloni: "Inaccettabile attacco estrema destra alla Cgil"

"Credevamo che il tempo della contrapposizione ideologica feroce fosse alle nostre spalle e invece in questi mesi, purtroppo, mi pare che siano sempre più frequenti segnali di ritorno alla violenza politica, con l'inaccettabile attacco degli esponenti di estrema destra alla Cgil" e le azioni "dei movimenti anarchici che si rifanno alle Br". "Voglio ricordare Biagi, fra due giorni ricorre l'anniversario dell'assassinio da parte delle Br, un uomo che ha pagato con la vita - ha aggiunto la premier - Il sindacato è sempre stato impegnato nella lotta al terrorismo, credevamo che il tempo della contrapposizione ideologica feroce fosse alle nostre spalle e invece, in questi mesi, purtroppo mi pare che siano sempre più frequenti i segnali di ritorno alla violenza politica. È necessario che tutte le forze politiche, sindacati e corpi intermedi combattano insieme contro questa deriva".

Meloni: "Riforma fiscale frettolosamente bocciata da alcuni"

"Per far crescere l'occupazione bisogna far ripartire l'economia, liberare le energie migliori dell'Italia. È la base della riforma fiscale che il Cdm ha approvato ieri con un legge delega, frettolosamente bocciata da alcuni", ha proseguito Meloni. Poi ha detto di aver letto la relazione di Landini al quale fa i complimenti "per la sua tempra" visto che "ha parlato due ore senza mai prendere neanche un bicchiere d'acqua, confesso che io non ne sarei mai stata capace". "Dicono che la Cgil non sia una sindacato d'opposizione - ha aggiunto - figuriamoci se lo fosse visto che in due ore di relazione non ho trovato nulla di quello che ha fatto il governo". "Partiamo da un dato e cioè che l'Italia fa registrate un tasso di disoccupazione del 58,2%, un gap che continua ad aumentare. La situazione peggiora se si considera quella femminile che registra 14 punti in meno - ha continuato Meloni - I salari sono bloccati da 30 anni, dato scioccante perché l'Italia ha salari più bassi di prima del '90 quando non c'erano ancora i telefonini. In Germania e Francia sono saliti anche del 30%. Significa che le soluzioni individuate sinora non sono andate bene e che bisogna immaginare una strada nuova che è quella di puntare tutto sulla crescita economica".

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Meloni: "Ridurre carico fiscale e contrastare evasione"

"Lavoriamo per consegnare agli italiani una riforma complessiva che riformi l'efficienza della struttura delle imposte, riduca il carico fiscale e contrasti l'evasione fiscale, che semplifichi gli adempimenti e crei un rapporto di fiducia fra Stato e contribuente", ha detto ancora Meloni. "Vogliamo usare la leva fiscale come strumento di crescita economica, una riforma che guarda con molta attenzione al lavoro, con interventi sui redditi medio bassi e novità per i dipendenti". "Noi veniamo da un mondo in cui ci si è detto che la povertà si poteva abolire per decreto. Che il lavoro si poteva creare per decreto - ha aggiunto - Se fosse così dovrebbe essere lo Stato a creare ricchezza, non è così. La ricchezza la creano le aziende con i loro lavoratori. Lo Stato deve creare regole giuste e redistribuire. Mettere aziende e lavoratori nelle condizioni di creare ricchezza che si riverbererà su tutti".

Meloni: "No a salario minimo, estendere contrattazione collettiva"

Meloni ha poi ribadito la sua contrarietà al salario minimo, ricordando il segnale che il suo Governo ha voluto dare in questo senso destinando "300 milioni di euro per un più significativo stipendio per i lavoratori della scuola", senza contare l'intenzione di "innalzare le pensioni più basse e di tagliare di 2 punti percentuali il cuneo fiascale che il governo precedente aveva immaginato finisse quest'anno". "Vogliamo retribuzioni adeguate - ha detto - ma voglio ribadire che per raggiungere questo obiettivo il salario minimo legale non è la strada più efficace perché la fissazione per legge di questo non sarà una tutela aggiuntiva, rispetto a quella della contrattazione collettiva, ma potrebbe diventare sostitutiva, facendo un favore alle grandi concentrazioni economiche. La soluzione, a mio avviso, invece è stendere contratti collettivi a vari settori e intervenire per ridurre il carico fiscale sul lavoro".

Meloni: "Il reddito cittadinanza ha fallito per un errore di fondo"

"Il reddito di cittadinanza ha fallito gli obiettivi per cui era nato - ha detto ancora Meloni - perché a monte c'è un errore: mettere nello stesso calderone chi poteva lavorare e chi non poteva lavorare, mettendo insieme politiche sociali e politiche attive del lavoro. Vogliamo tutelare chi non è in grado di lavorare, chi ha perso il lavoro, gli invalidi ecc. ma per chi può lavorare la soluzione è creare posti di lavoro, inserire queste persone in corsi di formazione anche retribuiti". "Il segretario Landini nella sua relazione si è chiesto cosa ci abbiano fatto i poveri, visto che abbiamo modificato il reddito di cittadinanza. I poveri non ci hanno fatto niente ed è per questo che abbiamo voluto farli uscire da quella condizione e l'unico modo per farlo è dargli un lavoro", ha proseguito la presidente del Consiglio. "Anche per il M5s il reddito di cittadinanza non era un vitalizio, ma uno strumento transitorio. Dopo 3 anni la condizione di chi lo ha percepito non è migliorata. Vi domando: un ragazzo di 30 anni che ha percepito il reddito e che non ha migliorato la propria condizione, a 33 anni è meno povero?".

Meloni: "Non ci devono essere lavoratori di serie A e di serie B"

"Sono d'accordo sul principio", richiamato dal segretario Landini, "stesso lavoro stesso diritti". "Sono d'accordo da sempre - ha aggiunto la premier - il lavoro è lavoro a prescindere dal contratto. Non ci devono essere lavoratori di serie A e lavoratori di serie B. Chi merita la delega sindacale e chi no". "Uno dei grandi temi - ha proseguito - sui quali possiamo provare a lavorare insieme è un sistema di ammortizzatori sociali universale che tuteli allo stesso modo chi perde il lavoro, sia esso un lavoratore autonomo, dipendente, o cosiddetto atipico. Dare a tutti le migliori garanzie possibili ma che siano le stesse. Garantire gli stessi diritti. Non garantire una cittadella di garantiti".

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Meloni: "Piano imponente per centralità della famiglia"

"Stiamo affrontando la glaciazione demografica, per affrontare questo problema, penso che la sfida sia quella di un piano economico e culturale, imponente, per rilanciare la centralità della famiglia", ha detto Meloni. L'obiettivo è partire "dal sostegno al lavoro femminile, agli incentivi a chi assume donne e neo mamme, con strumenti di conciliazione casa-lavoro e una tassazione che torni a tenere conto alla composizione del nucleo familiare".

Meloni: "Serve nuova visione strategica, Italia hub energetico"

Meloni ha proseguito dicendo: "Confido che nei prossimi anni possano anche aprirsi settori nuovi legati alle strategie anche industriali che stiamo creando. C'è stata una mancanza di visione in questo senso che ha frenato l'Italia e che ci ha legato troppo ad alcuni Paesi". Poi ha spiegato che "intendiamo invece trasformare l'Italia nell'hub di approvvigionamento energetico d'Europa, del Mediterraneo, con il piano Mattei che è un modello di collaborazione non predatoria e per aiutare i paesi africani a vivere bene". Il piano Mattei, assicura "è la risposta più umana contro l'immigrazione".

Meloni: "Riforma in senso presidenzialista è misura per lo sviluppo"

"Se in passato non c'è stata un chiara scelta su politiche industriale è perché la politica ha avuto un orizzonte breve - ha detto Meloni - Una politica industriale di lungo periodo non può essere accompagnata da governi che durano qualche mese. Non ci rendiamo conto di quanto abbiamo pagato in questi anni la nostra instabilità politica, in termini di affidabilità internazionale, in termini di concentrazione delle energie e delle risorse su grandi obiettivi strategici. Questa è la ragione per cui continuo a essere certa che una riforma in senso presidenzialista, o comunque un elezione diretta del vertice dell'esecutivo, sia, per rispetto della volontà popolare ma anche per stabilità, una delle più potenti misure di sviluppo che possiamo immaginare per questa nazione".

Meloni: "Confronto sindacato-governo avanti senza pregiudizi"

"Rivendicate le vostre istanze nel confronto col governo: a volte saremo d'accordo, altre no, ma troverete ascolto senza pregiudizi. È uno degli impegni che mi sono presa con gli italiani e che intendo portare avanti", ha concluso Meloni. "Su molte cose si può trovare condivisione su altre è più difficile, ma ciò non significa non tentare il confronto. Io non considero finito il confronto tra sindacato e governo, io lo considero produttivo anche quando non siamo d'accordo". "Bisogna avere l'umiltà di non partire dal pregiudizio e io non parto perché banalmente aspiro a rappresentare" tutti gli italiani.

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L’ok del Cdm e le polemiche

La delega fiscale approvata dal Cdm prevede una nuova Irpef con tre aliquote, Iva azzerata per i beni di prima necessità, stop alle comunicazioni nei mesi di agosto e dicembre, ma anche sanzioni attenuate per i contribuenti che si sono trovati impossibilitati a pagare e per le imprese che collaborano. Il centrodestra assicura che è la base per cambiare il sistema e mettere le basi per la riduzione delle tasse. "Una vera e propria svolta per l'Italia", ha detto Giorgia Meloni: "Una riforma epocale, strutturale e organica: una rivoluzione attesa da 50 anni". La riforma, spiega il centrodestra, punta a instaurare un rapporto tra contribuenti e amministrazione finanziaria nella logica di un dialogo, in modo che prenda forma il “Fisco amico”. Opposizioni e sindacati, che già evocano la piazza, vedono solo condoni e favori ai più ricchi. "Io mi sono rotto le scatole, non ci sto più che sono io che pago le tasse anche per quelli che non le pagano, quando le potrebbero pagare più di me", ha detto il segretario Cgil Maurizio Landini. E oggi al congresso di Rimini si annunciano scintille.

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