Il governo si prepara a rivedere le norme del decreto dignità approvato dal primo governo Conte. Si va verso la cancellazione delle causali previste per le assunzioni con contratto a tempo determinato fino a 24 mesi
Il governo si prepara a rivedere le norme del decreto dignità approvato dal primo governo Conte. Lo scrive Il Messaggero indicando che si va verso la cancellazione delle causali previste per le assunzioni con contratto a tempo determinato fino a 24 mesi e che sarà poi possibile una ulteriore eventuale estensione di 12 mesi in base ad accordi sindacali a livello territoriale, aziendale, o da inserire nei contratti collettivi
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In pratica dovrebbe essere più facile per le aziende assumere lavoratori a tempo determinato con contratti fino a due anni. Il decreto dignità del M5S aveva introdotto numerose causali che rendevano più complessa la sottoscrizione di contratti a termine superiori a 12 mesi da parte delle imprese
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Per esempio, era possibile per esigenze temporanee e oggettive estranee all’attività ordinaria; sostituzione di lavoratori; e incrementi temporanei e significativi dell’attività
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Il decreto che riguarda il tema del lavoro sarebbe sul tavolo del ministro Marina Calderone e dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri entro la fine del mese. Come riporta Il Messaggero, il nodo principale sarebbe proprio il superamento dei vincoli ai contratti a tempo determinato
La novità sarebbe che fino a 24 mesi i contratti a tempo potranno essere stipulati dall’azienda e il lavoratore senza la necessità di introdurre una causale. Sarà poi possibile una ulteriore eventuale estensione di 12 mesi in base agli accordi che saranno inseriti nei contratti collettivi nazionali, territoriali e aziendali
I contratti collettivi, secondo quanto riportano fonti al lavoro sul provvedimento citate da Il Messaggero, potranno anche stabilire che le causali debbano applicarsi prima dei 24 mesi, ma andrà chiaramente indicato perché la regola generale sarà l’assenza di vincoli per le assunzioni fino a 2 anni
Tra gli altri temi del decreto sul quale è all’opera il ministero del Lavoro c’è anche un ammorbidimento dei vincoli informativi introdotti con il decreto trasparenza. Il provvedimento prevede che al dipendente vengano date una serie di informazioni sui suoi diritti e doveri
Per esempio, nel contratto, devono essere chiarite le regole per i congedi retribuiti, l’importo iniziale della retribuzione con l’indicazione del periodo e delle modalità di pagamento, la durata delle ferie, la programmazione dell’orario di lavoro
Devono essere comunicate al lavoratore anche la previsione di prescrizioni minime relative alle condizioni di lavoro come il periodo di prova, il cumulo di impieghi, la prevedibilità minima del lavoro, la possibilità per il lavoratore con un’anzianità di almeno sei mesi di richiedere il riconoscimento di una forma di lavoro con condizioni più stabili
Tutte queste informazioni devono essere fornite al lavoratore in forma scritta, altrimenti le aziende sono passibili di sanzioni fino a 5.000 euro al mese. Le organizzazioni datoriali e i consulenti del lavoro lamentano l’aggravio burocratico dovuto al decreto trasparenza e il ministero del Lavoro si starebbe attivando per rendere le procedure più snelle