
Spid, il governo vuole sostituirlo con la carta d'identità elettronica: cosa sappiamo
“Dobbiamo cominciare a spegnere lo Spid e avere la carta d'identità elettronica come unica identità digitale”, ha detto Alessio Butti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all'Innovazione tecnologica. Polemici Renzi e Madia: “Governo si fermi prima di fare un’altra brutta figura”. Ecco cosa sappiamo e quali sono le ipotesi in ballo

“Cerchiamo di spegnere gradualmente Spid che raccoglie una serie di identità digitali e facilitare l'azione delle nostre imprese e dei cittadini con la Pubblica amministrazione. D'accordo tutti dobbiamo cominciare a spegnere lo Spid e avere la carta d'identità elettronica come unica identità digitale". A dire queste parole è stato Alessio Butti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all'Innovazione tecnologica. Parole che hanno sollevato polemiche. Il governo Meloni vuole spegnere lo Spid? Ecco cosa sappiamo e quali sono le ipotesi sul tavolo
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L’ipotesi di spegnere lo Spid è stata avanzata da Butti sabato, durante l’evento a Roma per i 10 anni di FdI. Secondo il sottosegretario, la carta d’identità elettronica sarebbe più semplice da usare, specie per gli anziani. Come ricorda Il Fatto quotidiano, Butti si era già espresso in passato contro lo Spid. Il giornale ricorda che, già prima del lockdown, in un intervento in Parlamento aveva sottolineato come “il sistema Spid fosse in buona sostanza gestito in concessione dai privati” mentre “la carta d’identità è in mano al ministero dell’Interno e ai Comuni”
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Tra i primi a reagire Matteo Renzi e Marianna Madia, che all’epoca dell’introduzione dello Spid erano premier e ministra per la Pa: “Dopo l’indecoroso balletto sul Pos e la scelta miope di cancellare 18app, ora il governo prova a spegnere Spid. Perché Meloni ha così paura dell’innovazione? Si tratta di un’innovazione del nostro governo, che ci invidiano da altri Paesi, su cui siamo arrivati per una volta primi. Il governo torni indietro, si fermi prima di fare un’altra brutta figura: diciamo basta alle scelte contro i cittadini. Viva la modernità e l’innovazione”
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Ma cos’è lo Spid? Si tratta di un’identità digitale grazie alla quale i cittadini possono accedere ai servizi online delle Pubbliche amministrazioni per effettuare pagamenti, iscrizioni o accedere a bonus e agevolazioni. Sono circa 33 milioni le persone in possesso di un documento italiano che hanno attivato lo Spid. Sul sito del governo si legge che “è la chiave di accesso semplice, veloce e sicura ai servizi digitali delle amministrazioni locali e centrali”
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La Carta di identità elettronica (Cie), invece, non è altro che un’evoluzione della carta d’identità cartacea. Anche questa è stata attivata da circa 32 milioni di persone. Ha le dimensioni standard di una carta di pagamento (85,60 millimetri di larghezza per 53,98 millimetri di altezza) e ha due microchip che contengono i dati personali del titolare e le informazioni per autenticarsi online
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A cosa serve la Cie? Come si legge sul sito del ministero dell’Interno, anche questa serve per l’accesso ai servizi online delle Pubbliche amministrazioni abilitate. È anche uno strumento con cui è possibile accertare l’identità del titolare e permette di firmare un documento digitale attraverso una firma elettronica avanzata (Fea) sia nel contesto della Pubblica Amministrazione che tra privati

Al momento, quindi, per accedere ad alcuni servizi online - ad esempio sul sito dell’Inps o dell’Agenzia delle entrate - si può usare sia lo Spid sia la Cie. Per chi accede dal cellulare le differenze sono minime (si inseriscono dei codici o si avvicina la tessera al telefono), mentre chi accede tramite Cie da pc deve avere un lettore di smart card. L’ipotesi avanzata da Butti è quella di spegnere lo Spid e lasciare la Cie come unico strumento per confermare la propria identità sia offline sia online

Non è ancora chiaro, però, cosa intenda il sottosegretario con “spegnere”. Una domanda che si pone anche il Corriere della Sera. Le identità digitali Spid già attive spariranno? O confluiranno nel progetto Cie, gestito da Viminale e Comuni? Questa seconda ipotesi, spiega il giornale, porta con sé alcune problematiche: Spid, infatti, viene erogata dai Identity provider (Poste, Aruba, Intesa e altri) e bisognerebbe capire come potrebbe avvenire la migrazione e verso cosa, considerando anche che al momento non esiste un gestore pubblico che possa occuparsene

Il Corriere ricorda che l’idea di far convergere Spid e Cie - non di spegnere Spid - era stata sul tavolo del governo Conte II, con la ministra per l’Innovazione Paola Pisano. L’ipotesi era quella di fornire le credenziali Spid a chi fa la carta di identità elettronica. La ministra aveva pensato prima di coinvolgere PagoPa, partecipata dal ministro dell’Economia, e poi di potenziare gli Identity provider: entrambi i piani erano falliti

La Cie è stata rivista anche dal governo Draghi: il decreto 8 settembre 2022 ha chiarito e ampliato le “modalità di impiego della carta di identità elettronica”. Uno degli obbiettivi della Cie, si legge sul sito del Viminale, è quello di “accrescere gli elementi di sicurezza del documento di identità”. Una caratteristica da non sottovalutare: nel 2025 dovrebbe vedere la luce l’identità digitale europea e mentre la Cie risponde agli standard di sicurezza dettati dal Consiglio europeo per entrare nel wallet Ue, lo Spid è un gradino sotto e potrebbe rimanere fuori
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