
Superbonus 110%, quali sono le proposte di modifica delle associazioni di categoria
In occasione dell’audizione davanti alla Commissione Bilancio del Senato per la conversione del decreto Aiuti quater, le diverse sigle relative al mondo dell’edilizia hanno proposto alcuni suggerimenti al governo per migliorare il tanto discusso contributo edilizio, che la compagine guidata da Giorgia Meloni vorrebbe profondamente rivedere a partire dal 2023

Rivedere la misura, ampliare la platea e aiutare le fasce più povere della popolazione. Sono questi alcuni dei suggerimenti proposti dalle associazioni di categoria sul superbonus, oggetto di discussione nel corso dell’audizione davanti alla Commissione Bilancio del Senato nell’ambito della conversione del decreto Aiuti quater
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IL SUGGERIMENTO DI CNA – La Confederazione nazionale artigianato ha messo in evidenza che si tratta della sedicesima modifica normativa in due anni e mezzo, oltre alle 11 modifiche sulle regole per lo sconto in fattura e cessione del credito. Si chiede che il termine per la presentazione della Cila venga allungato al 31 gennaio 2023 rispetto al 25 novembre 2022 previsto dal decreto
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MANCA LA CESSIONE DEI CREDITI – Secondo la Cna, sugli immobili unifamiliari è condivisibile la scelta di circoscrivere il beneficio soltanto alle abitazioni principali ma va cancellato il riferimento al reddito non superiore a 15 mila euro. Inoltre, nel decreto manca un intervento per sbloccare la cessione dei crediti nei cassetti fiscali delle imprese
Superbonus, Lombardia prima per lavori effettuati. La classifica
PAROLA D’ORDINE: AMPLIARE – Estendere la platea del superbonus agli edifici industriali, artigianali, commerciali e alle strutture alberghiere: questa è la proposta di Conflavoro Pmi. “Un superbonus, non necessariamente del 110 per cento, migliorerebbe l'efficienza energetica delle nostre imprese, e ridurrebbe quindi i consumi di queste strutture, le quali potrebbero così beneficiare di un effetto domino e tornare a essere competitive sui vari mercati di riferimento”, spiega il presidente Roberto Capobianco
Superbonus, lo sconto in 10 anni non convince imprese edili e banche
L'IMPORTANZA DELLA LEGGE DI BILANCIO - Secondo il predidente di Conflavoro Pmi, "la direzione presa dal governo è quella giusta e chiediamo adesso il distacco dalle misure emergenziali e di progettare invece interventi strutturali e lungimiranti per ridare equilibrio all'economia e stabilità al mercato del lavoro, sostenendo la crescita delle imprese e la fiducia di lavoratori e famiglie. Il momento giusto sarà il dibattito parlamentare sulla legge di Bilancio"
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L’AIUTO ALLE FASCE PIÙ POVERE - "Sul Superbonus può anche essere legittimo pensare a una percentuale di incentivazione ridotta rispetto al 110%, ma da una parte bisogna essere più selettivi e incentivare in maniera diversificata gli interventi in base ai risultati di efficienza attesi, e dall’altra andrà risolto il problema per gli incapienti e per le fasce più povere della popolazione, che verrebbero privati di questa opportunità". Così Riccardo Bani, presidente Arse (Associazione riscaldamento senza emissioni), ha illustrato la propria idea sul Superbonus 110
Superbonus, il governo pensa a cessione dei crediti fino a 10 anni
COSA NON VA – Secondo Bani, “se si continuerà ad agevolare interventi che prevedono l’installazione di caldaie a gas, anche se a condensazione e di ultima generazione, si sprecheranno soldi pubblici rispetto alla finalità di migliorare l’efficienza energetica degli immobili. Occorre un cambio di passo”. Per questo “la nostra richiesta è innanzitutto quella di dare stabilità e certezza al quadro normativo di riferimento, almeno per 5 anni, evitando continue dannose modifiche e dando certezza alle imprese"

L’IDEA – In questo senso, secondo Bani, “si potrebbe partire da una detrazione del 65% quando si guadagna una classe energetica, si sale all’80% con il miglioramento di 2 e al 90% con il miglioramento di 3 o più. Qualora il miglioramento delle classi venga conseguito anche attraverso l’elettrificazione dei consumi termici con l’installazione di pompe di calore, la detrazione viene incrementata di un ulteriore 10%. Chiediamo l’utilissimo strumento della cessione del credito sia consentito solo per gli interventi di efficientamento energetico”
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