
Novità Superbonus, Isee e nuova aliquota: vantaggi e svantaggi per i redditi più bassi
L’incentivo nel 2023 passa al 90%. Senza modifiche anche dei requisiti necessari per beneficiarne, si rischia di penalizzare soprattutto chi ha un introito annuo limitato. Restano poi altri problemi sullo sfondo, a partire dalla cessione dei crediti

La rimodulazione del Superbonus pensata dal governo Meloni fa discutere. Dal 2023, salvo future modifiche in corso d’opera, l’aliquota passerà dal 110% al 90% per i condomìni e per le villette unifamiliari. Le nuove regole aprono ad alcune riflessioni sull’impatto che le modifiche avranno sulle tasche degli italiani e su quali cittadini resteranno più penalizzati rispetto al regime precedente
GUARDA IL VIDEO: Superbonus, il governo difende la revisione. Ma è polemica
LE NOVITÀ – Se per i condomìni è prevista la diminuzione del 20% sull’aliquota del Superbonus, per chi vive in una casa singola la situazione è più complicata. Potranno usufruire della misura soltanto i proprietari dell’immobile su cui vanno effettuati i lavori, a due condizioni: deve trattarsi di prima abitazione e i proprietari non devono superare la soglia di reddito di 15mila euro annui, determinato sulla base del quoziente familiare
Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sulle notizie di economia
LE PROBLEMATICHE - In molti hanno criticato la nuova impostazione del bonus, soprattutto tra le file dell’opposizione, su tutti i principali sostenitori della misura: i Cinque Stelle. Anche all’interno della maggioranza sembra però che ci sia la consapevolezza che qualcosa potrebbe essere modificato. Il sottosegretario al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Massimo Bitonci (in foto), ha infatti parlato di “limiti di reddito assolutamente bassi”, in riferimento ai 15mila euro
Superbonus, chi potrà accedere all'incentivo per le villette
“Io penso che in fase di conversione si potrà lavorare su questo limite perché così basso sicuramente non funziona", ha detto Bitonci intervistato a Cusano Italia Tv. C’è poi chi pensa che, così come configurata, la nuova disciplina del Superbonus potrebbe causare un ridimensionamento dei lavori di ristrutturazione e danneggiare chi ha redditi medio-bassi
Come funzionerà il Superbonus nel 2023
Così ad esempio scrive Il Corriere della Sera. Si evidenzia innanzitutto che la riduzione dell’aliquota al 90%, se non accompagnata anche da nuovi requisiti per poter accedere al bonus, potrebbe causare costi gonfiati
Superbonus, Poste sospende la cessione del credito
Requisito principale per il Superbonus è che l’immobile guadagni almeno due classi energetiche. Da solo però, si legge sul Corriere della Sera, non basta sempre. In molti casi si deve anche sostituire la centrale termica, oppure effettuare altre opere considerate accessorie, come la sostituzione degli infissi vecchi con pezzi nuovi. Con spese che ammontano in genere a decine di migliaia di euro

Il quotidiano di via Solferino parla poi della possibilità che con la nuova aliquota si riducano i margini di beneficio per gli italiani con redditi medio-bassi. Ad esempio: applicando l’aliquota del 90% a interventi dal valore complessivo di 50mila euro, dalla banca si possono ottenere in quattro anni 38mila euro. I restanti 12mila restano quindi a carico degli inquilini. A questi bisogna comunque aggiungere le spese che non sono detraibili, come quelle per gli interessi prestito ponte

Il ragionamento del Corriere si applica nel caso in cui si scelga l’opzione dello sconto in fattura con cessione del credito. Si può però procedere anche con rimborso da parte dell’Agenzia delle Entrate. In questo caso il costo totale dei lavori si riduce

Resta comunque un problema. Per ottenere il rimborso bisogna anticipare le spese e aspettare che poi tornino indietro i soldi investiti. Non è facile, per molti contribuenti italiani. Al di là dei profili economici, non è poi ancora stata risolta la questione della cessione dei crediti

In questo momento le operazioni sono tendenzialmente bloccate. Molto banche non stanno ritirando i crediti. Franco Fietta, presidente della Fondazione Inarcassa, l'organismo attivo sui temi della professione dell'Ente previdenziale degli ingegneri e degli architetti, evidenzia la "montagna di crediti bloccati nei cassetti fiscali delle imprese e dei professionisti che le banche non acquistano - perché hanno esaurito il plafond disponibile, o addirittura per il timore che la magistratura possa sottoporli a sequestro"

Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti (in foto), ha detto che sulla cessione dei crediti "cercheremo di intervenire, perché è un problema reale di molte imprese, rispetto allo stock esistente cercheremo e stiamo definendo una via di uscita rispetto alla situazione attuale". Il ministro ha però sottolineato che "la cessione del credito è una possibilità, non un diritto", e "coloro che da ora ne vogliono usufruire hanno la certezza di poterli detrarre dai redditi ma non possono avere la certezza che si trovi una banca o istituzione che accetti i crediti"
Il Superbonus costa oltre 60 miliardi di euro