
L’innalzamento della soglia da 600 a 3mila euro dei benefit che le aziende possono erogare ai dipendenti ha sollevato qualche perplessità in alcuni datori di lavoro. “Non ci convincono molto, primo perché la platea che ne usufruisce è molto ridotta e secondo perché si sposta la palla nel campo degli imprenditori”, ha dichiarato il presidente di Confindustria Carlo Bonomi

L’ampliamento della soglia dei fringe benefit da 600 a 3mila euro è entrato in vigore da alcune settimane, a partire dalla pubblicazione del decreto Aiuti quater in Gazzetta Ufficiale il 18 novembre, e tra le imprese, che erogano questo genere di servizi, si intravedono i primi dubbi
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I DUBBI DELLE IMPRESE - Il governo Meloni ha avanzato la misura con l’intento di fornire un sostegno ulteriore agli italiani nel pagamento delle utenze domestiche (già presenti nel welfare aziendale per gli ultimi mesi del 2022 come novità della misura), ma sembra possano essere poche le imprese che aderiranno
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I BILANCI GIÀ CHIUSI - Il principale ostacolo consiste nel fatto che la maggior parte delle aziende, soprattutto le più grandi, che anche più spesso rivolgono questo tipo di supplementi ai propri dipendenti, a un mese dalla fine dell’anno ha già chiuso il bilancio per il 2022. Le spese sono già state pianificate in ogni dettaglio, a maggior ragione considerando che, in questo periodo, le imprese hanno dovuto affrontare numerosi imprevisti
Fringe benefit, soglia esentasse per bollette arriva fino a 3 mila euro
LE DIFFICOLTÀ DEI BENEFICIARI - L’inflazione, i rincari delle bollette di luce e gas e dei carburanti hanno colpito non solo le aziende, ma anche i lavoratori. Il problema però è che una parte consistente di loro non è tra i potenziali beneficiari dei fringe benefit esentasse fino a 3mila euro: ne sono un esempio pensionati, dipendenti pubblici, partite Iva e impiegati nelle piccole imprese, che non hanno le risorse per fornire un welfare aziendale
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L’OPINIONE DI CONFINDUSTRIA - L’aspetto positivo è che le bollette legate ai consumi del 2022 sono conteggiabili, ma i fringe benefit restano prioritari solo per coloro che hanno ancora crediti welfare residui. A spiegarlo è Carlo Bonomi, presidente di Confindustria: “I fringe benefit non ci convincono molto, primo perché la platea che ne usufruisce è molto ridotta e secondo perché si sposta la palla nel campo delle imprese. Alcune li potranno erogare, altre solo in parte e altre ancora no perché non sono nelle condizioni di farlo”
Bonus bollette, a chi spetta e come si ottiene
COSA SONO? – Va ricordato che i fringe benefit sono benefici che i datori di lavoro scelgono di erogare o meno nella contrattazione integrativa. Non sono soggetti a tassazione e possono comprendere buoni spesa, buoni benzina e incentivi economici per aiutare i propri dipendenti a pagare le utenze domestiche. Sono erogazioni non comprese nella composizione del reddito imponibile dove vengono calcolate le aliquote per il pagamento delle tasse
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LA SCADENZA - L’alzamento della soglia esentasse per i fringe benefit è applicabile fino a fine 2022, con data ultima al 12 gennaio 2023 per fornire le utenze domestiche e avere il rimborso
COME OTTENERLI – Ma come si possono ottenere? Le imprese non hanno nessun obbligo nel fornire fringe benefit, ma per loro sono deducibili al 100% e riducono l’imponibile fiscale. Una volta giunti all’accordo, le modalità che propone la legge sono due: il rimborso delle spese già sostenute dal lavoratore dipendente, che significa fornire ai vertici le fatture più recenti, oppure il pagamento diretto da parte dell’azienda delle successive bollette di acqua, luce e gas. Decide il datore di lavoro
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