
Bonus matrimonio, la proposta della Lega: come potrebbe funzionare
Cinque deputati del partito di Matteo Salvini hanno presentato alla Camera un progetto di legge che prevede una detrazione fino al 20% delle spese sostenute per le celebrazioni in chiesa. La proposta ha scatenato diverse polemiche: Furgiuele, primo firmatario, ha dichiarato che “in Parlamento il contributo verrà esteso anche alle altre tipologie di celebrazioni”. Palazzo Chigi: "È un'iniziativa parlamentare, noi stiamo valutando altre misure"

Fa discutere una proposta di legge della Lega che riguarda i matrimoni. Allo studio della Camera dei Deputati c'è una proposta per una detrazione del 20% delle spese sostenute per la celebrazione del matrimonio religioso. A condizione che le nozze siano celebrate in Italia tra persone con cittadinanza da almeno dieci anni, con Isee non superiore a 23mila euro e di età massima 35 anni
GUARDA IL VIDEO: Cefalù, nozze carabiniera e compagna con picchetto d'onore
LA PROPOSTA – La proposta proviene dalla Lega, che l’ha presentata alla Camera lo scorso 12 ottobre. Firmata dai deputati Furgiuele, Billi, Bisa, Gusmeroli e Pretto, prevede una modifica all'articolo 16 del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2013
Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sulle notizie di economia
IN COSA CONSISTE - "Per le spese documentate connesse alla celebrazione del matrimonio religioso, quali la passatoia e i libretti, l'addobbo floreale, gli abiti per gli sposi, il servizio di ristorazione, il servizio di acconciatura e il servizio fotografico, a decorrere dal 1°gennaio 2023, è riconosciuta una detrazione dall'imposta lorda nella misura del 20 per cento delle spese fino a un ammontare complessivo delle stesse non superiore a 20mila euro, da ripartire tra gli aventi diritto in cinque quote annuali di pari importo", si legge nel testo
Matrimoni, vip che condividono/ricordano sui social l'abito da sposa
IL REQUISITO DELL’ISEE - "I beneficiari devono essere in possesso della cittadinanza italiana da almeno dieci anni e avere un indicatore della situazione economica equivalente, riferito al reddito dichiarato al 31 dicembre 2022, non superiore a 23mila euro ovvero non superiore a 11.500 euro a persona. Le spese connesse alla celebrazione del matrimonio religioso devono essere state sostenute nel territorio dello Stato italiano"
Cina, Single Day 2022: cos'è e perché si festeggia l'11 novembre
I FONDI STANZIATI – Come prevede la proposta, i fondi saranno a decrescere: “120 milioni di euro per l'anno 2023, 90 milioni di euro per l'anno 2024 e 85 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2025”
Valerio Scanu, il video della proposta di matrimonio al compagno
LE MOTIVAZIONI DEI PARLAMENTARI – All’interno della proposta sono presenti anche i numeri di matrimoni civili e religiosi, con i numeri dei primi leggermente migliori dei secondi anche dopo la pandemia. Per i proponenti, “le ragioni che allontanano le giovani coppie dall’altare e che le portano a prendere in considerazione solo ed esclusivamente il matrimonio civile sono molteplici e di natura differente. Innanzitutto, il matrimonio civile è di per sé una celebrazione meno onerosa rispetto al matrimonio religioso”
Usa, nozze gay superano il primo ostacolo in Senato
I NUMERI - La flessione è evidente: da anni i matrimoni in Italia (in chiesa o meno) sono in calo e, durante la pandemia, sono letteralmente crollati, soprattutto quelli religiosi. E se i dati provvisori Istat dei primi nove mesi del 2021, mostrano che i matrimoni sono raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2020, questa ripresa non è sufficiente a recuperare i numeri persi nel 2020. La variazione dei primi nove mesi del 2021 con lo stesso periodo pre-pandemico resta negativa (-4,5%) e in linea con la diminuzione già sperimentata negli anni più recenti

IL PROPOSITO DEL BONUS MATRIMONIO – Secondo i proponenti, ci sarebbero soprattutto le spese alla base di questa scelta. Ma non soltanto: “Molte coppie sono dubbiose anche sui corsi prematrimoniali, i quali hanno una finalità ben precisa e spesso sottovalutata: cercare di far capire alla coppia se si è realmente pronti nel prendere la decisione di sposarsi”

L’INTENZIONE DI ALLARGARE – “La proposta di legge a mia prima firma, volta a incentivare il settore del wedding, che per questioni di oneri prevedeva un bonus destinato ai soli matrimoni religiosi, durante il dibattito parlamentare sarà naturalmente allargata a tutti i matrimoni, indipendentemente che vengano celebrati in chiesa oppure no”, ha commentato il deputato della Lega Domenico Furgiuele, primo firmatario della proposta

PALAZZO CHIGI – Fonti di Palazzo Chigi precisano però che “il bonus matrimoni è un’iniziativa parlamentare, non è allo studio del governo. Nell'ambito di un quadro finanziario complesso, l'Esecutivo è al lavoro per sostenere la famiglia con misure concrete e realizzabili, che saranno contenute nella legge di bilancio”

LA REAZIONE DI CALENDA - "Al di là della probabile incostituzionalità, si conferma che la Lega di Salvini è letteralmente fuori controllo". Lo scrive su Twitter il leader di Azione Carlo Calenda, commentando la proposta di legge presentata dai deputati della Lega

LA RISPOSTA DI CARFAGNA – “E meno male che Zaia stamattina aveva prospettato una Lega quasi normale: 'Basta battaglie di retroguardia'. Pronta la risposta della Lega romana e salviniana: lo Stato paghi 20mila euro a chi si sposa in chiesa. Altro che 'libera Chiesa in libero Stato', qui siamo ancora al Papa Re”. In questo modo Mara Carfagna, appena eletta presidente di Azione, ha risposto alla proposta della Lega di un bonus matrimonio

LA REAZIONE DEL PD - "Il bonus solo per chi si sposa in chiesa oltre che essere palesemente incostituzionale, denota una cialtroneria rara e l'assoluta distanza dai problemi reali del Paese", scrive su Twitter l'eurodeputata del Pd Alessandra Moretti

IL COMMENTO DI DELLA VEDOVA – Duro il commento di Benedetto della Vedova, segretario nazionale di +Europa: “La detrazione delle spese sostenute per i matrimoni solo in chiesa si inserisce nel filone dei bonus per qualsiasi cosa ma, a qualificarla nel solco reazionario della destra sovranista, è il fatto che il beneficio andrebbe riservato a italiane e italiani da almeno dieci anni e che scelgono il matrimonio religioso, ovviamente rigorosamente etero: una perla di analfabetismo costituzionale”
Bonus per ristoranti, bar, piscine e caterine: le domande al via tra poco