Economia Russia, crolla il Pil: effetto delle sanzioni e della guerra

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Nel periodo compreso tra agosto ed ottobre, il prodotto interno lordo del Paese guidato da Vladimir Putin è sceso del 4% mettendo a segno il secondo trimestre consecutivo di contrazione. Lo sostiene il servizio statistico della Federazione, sottolineando come i settori più colpiti siano il commercio all'ingrosso (-22,6%) e quello al dettaglio (-9,1%). E mentre l’inflazione galoppa, per Mosca si fanno cupe anche le previsioni sul 2023 

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La Russia entra ufficialmente in recessione. A confermarlo gli ultimi dati diffusi dal servizio statistico della Federazione (Rosstat), che mostrano come il Pil di Mosca sia calato del 4% nel terzo trimestre dopo aver messo a segno una flessione del 4,1% nel periodo compreso tra maggio e luglio. Un andamento cui contribuiscono gli effetti della guerra in Ucraina e delle sanzioni occidentali. E intanto si fanno più cupe anche le previsioni della banca centrale per il 2022.

I dati

Secondo Rosstat a pesare sull'andamento dell'economia russa sono stati in particolar modo il commercio all'ingrosso (-22,6%), quello al dettaglio (-9,1%), il trasporto merci (-5,5%) e in misura minore l'industria manifatturiera (-2%). Hanno invece tenuto i comparti edilizia (+6,7%) e agricoltura (+6,2%). Tra i fattori che più sembrano averi inciso su questi risultati, sottolinea il Financial Times, figurano anche il blocco di metà dei 640 miliardi di dollari della banca centrale russa nelle riserve di valuta estera e il boicottaggio attuato dalle aziende occidentali, che in migliaia hanno limitato o venduto le proprie attività nei territori controllati da Mosca. Non va poi dimenticata la morsa dell’inflazione, che nel Paese guidato da Vladimir Putin ha raggiunto il 12,9% il mese scorso.  

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Le previsioni

Le stime della Banca centrale russa indicano una riduzione annuale dell'economia della Federazione attorno al 3,5%. Lo ha spiegato, parlando alla Camera bassa, proprio la governatrice dell’istituto Elvira Nabiulina, sottolineando che le prospettive per il 2022 risultano in linea con quelle del Fondo monetario internazionale. Più fosche, invece, quelle della Banca Mondiale, che parlano di un -4,5%. Non prefigurano scenari migliori neppure le previsioni relative al carovita, secondo le quali il rincaro dei prezzi nel 2023 dovrebbe a non meno del 7%.

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