
Allarme Fmi e indici Pmi a picco: da Berlino a Londra, segnali di recessione in arrivo
Secondo il Fondo monetario internazionale, per il Vecchio Continente è previsto un forte rallentamento della crescita economica e un'inflazione particolarmente alta: un “mix tossico” che quest’inverno causerà una "recessione tecnica” in “più della metà dei Paesi dell'area Euro”. A conferma dei rischi, sono arrivati alcuni dati da Germania e Gran Bretagna

Le ombre della recessione si intensificano sull’Europa. Dopo l’allarme lanciato dal Fondo monetario internazionale, nelle scorse ore sono arrivati anche i dati di alcuni tra i principali Paesi europei che segnalano ormai un'evidente emergenza sul fronte delle prospettive per il sistema economico e produttivo
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Il Fondo monetario internazionale, in un rapporto dal titolo “La nebbia della guerra offusca l'outlook europeo”, ha scattato una fotografia tutt’altro che rassicurante: per il Vecchio Continente è previsto un forte rallentamento della crescita economica e un'inflazione particolarmente alta, un “mix tossico” a causa del quale "questo inverno più della metà dei Paesi dell'area Euro" sperimenterà una "recessione tecnica con almeno due trimestri consecutivi di contrazione"
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Il monito del Fondo monetario internazionale è stato ribadito anche da Alfred Kammer, responsabile del Dipartimento europeo. Il quadro complessivo che emerge dall'European Outlook di autunno, ha detto, mette in luce un quadro in cui l'incertezza è molto elevata, con un equilibrio dei rischi "pesantemente al ribasso a causa delle tensioni geopolitiche e della persistenza dell'inflazione"
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A conferma dei rischi, sono arrivati alcuni dati. Nelle scorse ore la Germania ha comunicato che l'indice Pmi che misura l'attività del settore manifatturiero è andato a picco, segnando a ottobre 45,7, contro le attese di 47. L'indice dei servizi è risultato invece in linea con le attese, a 44,9, ma il Pmi complessivo sull'attività economica segnala una decisa contrazione a 44,1 da 45,7 di settembre, contro le attese per un rallentamento più soft a 45,5
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I dati indicano "un'intensificazione della fase negativa dell'economia tedesca all'inizio del quarto trimestre" che "rafforza i segnali di una recessione imminente nella principale economia dell'area euro", ha spiegato l'economista di S&P Global Phil Smith
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Situazione analoga in Gran Bretagna, dove gli indici Pmi che anticipano l'attività economica segnalano un intensificarsi della recessione causato dall'instabilità politica e finanziaria. L'indice, calcolato da S&P Global, complessivamente (per il settore manifatturiero e i servizi) è sceso a 47,2 a ottobre da 49,1 di settembre, contro attese per un valore pari a 48,1. Chris Williamson, capo economista per le imprese di S&P Global, ha scritto che "il ritmo del declino dell'economia è accelerato dopo il recente sconvolgimento politico e finanziario"

Sembrano andare verso una recessione sempre più certa anche gli indici Pmi dell'area Euro nel suo complesso: a ottobre l'S&P Pmi manifatturiero scende a 47,9 da 48,4, portandosi ancora più al di sotto di quel 50 che divide l'espansione dell'economia dalla contrazione. Quello dei servizi segna 48,2 da 48,8. La risultante complessiva è un Pmi composito che scende a 47,6 da 48,1

E l’Italia? Il Fondo monetario internazionale prevede una recessione tecnica anche per il nostro Paese. In particolare, Fmi conferma una crescita del 3,2% quest'anno ma una contrazione dello 0,2% nel 2023, sebbene seguita da un rimbalzo dell'1,3% nell'anno successivo, cioè nel 2024. "I consumi privati si sono già contratti nel primo trimestre del 2022 in Italia, Spagna e Francia e, nonostante il recupero durante l'estate, sono previsti rimanere deboli nella seconda metà dell'anno", spiega

L'Organismo internazionale avverte anche che la situazione europea potrebbe rivelarsi peggiore delle attese nel caso di uno stop del gas russo e di un inverno caratterizzato da temperature particolarmente basse. I Paesi dell'Europa centrale e orientale sarebbero in questo contesto i più vulnerabili e potrebbero registrare una perdita del prodotto interno lordo del 3% rispetto allo scenario di base, ma anche "altri Paesi (come l'Italia) potrebbero sperimentare" significative perdite di Pil

Le prospettive di rallentamento sono destinate a investire anche il mercato auto, con il 55% dei fornitori europei che, secondo un'indagine di McKinsey Anfia e Clepa, si attende per il 2023 un calo del fatturato (l'anno scorso era il 54%, ma in primavera la prospettiva sembrava migliorare) e il 27% che si aspetta di non essere profittevole. Secondo un survey Kpmg, i ceo globali (1.300 di grandi aziende) sembrano meno pessimisti sulle prospettive economiche: si attendono una recessione breve e leggera nei prossimi mesi, ma sono ottimisti sulle prospettive a 3 anni

Il Fondo monetario, però, mette in guardia da un altro rischio che si prospetta: quello di una rincorsa tra prezzi e salari. "Anche senza un peggioramento della crisi energetica, l'inflazione potrebbe restare più elevata del previsto per più tempo e potrebbe diventare più persistente se si verificasse una spirale negativa prezzi-salari", ha avvertito
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