
Pil 2023, l'allarme di Fmi e Banca Mondiale: "I rischi di una recessione sono aumentati"
Per il prossimo anno le due organizzazioni hanno previsto una crescita dell'economia globale pari al 2,9%. Ma in vista della pubblicazione delle nuove stime, i rispettivi direttori mettono in guardia sul pericolo che le principali economie globali possano vedere il loro Prodotto interno lordo contrarsi: tra queste, potrebbe esserci anche l'Italia. Ecco le stime

Mentre i rincari energetici non accennano a fermarsi e le banche centrali promettono nuovi rialzi dei tassi di interesse per fermare la corsa dell’inflazione, i rischi di una recessione globale si fanno sempre più concreti. Ad affermarlo sono il direttore generale del Fondo Monetario Kristalina Georgieva e il presidente della Banca Mondiale David Malpass, intervenuti all’apertura lavori delle riunioni annuali dei due istituti
L'allarme del Fmi: "Mondo sull'orlo della recessione globale". Ecco le nuove stime
Un avvertimento che risuona soprattutto nelle orecchie degli italiani, specie alla luce delle ultime previsioni pubblicate dal governo. Nella Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza approvata due settimane fa, l’esecutivo ha infatti tagliato le stime di crescita del pil nazionale dal +2,3% dello scorso aprile al +0,6%, che potrebbe diventare +0,1% in caso di stop al gas russo
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E l’andamento al ribasso per l’economia del nostro Paese è confermato anche dalla Commissione Europea, che nelle sue previsioni di luglio (le più aggiornate) vedeva la crescita italiana dell’anno venturo fermarsi ad appena lo 0,9% contro l’1,9% indicato dalla stessa Bruxelles appena tre mesi prima
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Da parte del Fmi segnali d’allarme in tal senso sono arrivati già nei giorni scorsi, quando proprio Georgieva ha fatto intendere che nel nuovo Outlook economico dell’organizzazione atteso in settimana le stime di crescita del Pil mondiale saranno ulteriormente tagliate dal +2,9% formulato meno di tre mesi fa

“Un numero di Paesi pari a circa un terzo dell’economia mondiale sperimenterà almeno due trimestri consecutivi di contrazione quest’anno o il prossimo”, ha detto la direttrice del Fondo. “E anche se la crescita sarà positiva la sensazione sarà comunque quella di una recessione a causa del calo dei redditi reali e dell’aumento dei prezzi”, ha avvertito

Nello specifico, ha fatto sapere Georgieva, la minor crescita attesa tra oggi e il 2026 avrà un valore di circa 4mila miliardi di dollari, una cifra equiparabile al Pil dell’intera Germania. A rallentare saranno tutte le principali economie del pianeta: l’Eurozona è colpita dalla riduzione delle forniture di gas dalla Russia; la Cina soffre per la pandemia e la flessione del mercato immobiliare; negli Stati Uniti l’inflazione riduce il reddito disponibile mentre il rialzo dei tassi frena gli investimenti

Poco o nulla è ancora trapelato, invece, sulle nuove previsioni della Banca Mondiale. Ma è sufficiente guardare alle ultime pubblicate dall’istituto, risalenti a giugno, per capire che una nuova limatura è tutt’altro che improbabile. Già in quell’occasione, l’organizzazione prevedeva una crescita globale in calo dal +5,7% del 2021 al +2,9% nel 2022 (al ribasso alla precedente stima di +4,1%), un dato che avrebbero dovuto trovare conferma anche nel 2023 e nel 2024 ma che rischia di peggiorare per via di un quadro complesso

“La guerra in Ucraina, i lockdown in Cina, le interruzioni della catena di approvvigionamento e il rischio di stagflazione stanno martellando la crescita. Per molti Paesi sarà difficile evitare la recessione", ha affermato il presidente della Banca mondiale David Malpass

Anche le agenzie di rating hanno una prospettiva piuttosto cupa, seppure con delle differenze. Nel suo ultimo intervento a settembre, Fitch ha previsto una crescita del Pil mondiale del 2,4% nel 2022, al ribasso di 0,5 punti percentuali rispetto alle previsioni di giugno, e di appena l'1,7% nel 2023, un punto percentuale in meno rispetto alla stima precedente

Anche Moody’s ha tagliato le stime di crescita globale per il 2022, aspettandosi che il Pil delle economie avanzate crescerà del 2,6% quest’anno, contro il +3,2% stimato nel marzo scorso, e i mercati emergenti cresceranno del 3,8%, contro la precedente previsione per +4,2%. Lìagenzia ha però precisato che ci sono "rischi di peggioramento" all'orizzonte
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