Bancarotta Ftx, cosa sta succedendo nel mondo delle criptovalute

Economia

Il crack dell'exchange americano, che ha creato un buco di bilancio di 10 miliardi con quasi un milione di investitori privati dei loro capitali, ha innescato un effetto domino nel settore mandando sull'ottovolante le quotazioni delle principali monete virtuali e facendo scattare una vera e propria corsa agli sportelli presso le altre piattaforme. Una cortocircuito che ha origine da un conflitto di interessi e investimenti azzardati  

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Peggio del previsto. Il crollo di Ftx e la fuga alle Bahamas del suo fondatore Sam Bankman-Fried stanno causando una cascata di problemi nel mondo della finanza. Come scrive il Corriere della Sera, la piattaforma specializzata nello scambio di criptovalute avrebbe conseguito un buco di bilancio da 10 miliardi di dollari in seguito ad operazioni spericolate, con un milione di persone che sarebbero state derubate del loro denaro. Una circostanza in grado di scatenare il panico nel settore, mandando il altalena anche le quotazioni della valute digitali più forti come Bitcoin ed Ethereum e innescando una corsa agli sportelli presso altri exchange. 

Ray: mai visto un disastro simile

Per il nuovo amministratore delegato di Ftx, John Ray, i bilanci del gruppo non sono affidabili, tanto che l'ad stima in almeno 372 milioni di dollari i trasferimenti non autorizzati. Non solo. All’appello mancherebbero oltre due miliardi di dollari dei clienti dell’exchange che, secondo la stampa a stelle e strice, rischiano di non fare più ritorno nelle tasche dei rispettivi proprietari. “In quarant’anni di carriera non ho mai visto un disastro simile”, ha detto Ray, confermando che "una parte degli asset custoditi da Ftx è stata persa o rubata” e denunciando le dichiarazioni "fuorvianti" resa da Bankman-Fried dopo le sue dimissioni.

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Le ragioni del crack

Secondo le ricostruzioni del Wall Street Journal e del New York Times, sarebbe stato proprio Sam Bankman-Fried a spiegare la situazione: dietro il fallimento di Ftx ci sarebbero le operazioni di trading e di investimento di rischio, compiute soprattutto attraverso la società Alameda Research, un'altra società di criptovalute fondata dallo stesso Sam Bankman-Fried e tenuta in piedi tramite un capitale costituito in token Ftt (l'instabile moneta virtuale creata da Ftx). Per portare a termine questi deal, il fondatore dell'exchange avrebbe contratto numerosi prestiti mettendo sul tavolo come garanzia i miliardi di dollari depositati nei fondi dagli investitori di Fdx. Col crollo del mercato delle criptovalute e la corsa al ritiro dei dollari depositati proprio in quei fondi, la piattaforma di scambio è dunque entrata in una irrimediabile crisi di liquidità. Non solo. Ad accelerare esponenzialmente l'implosione, sono state le scelte degli unici soggetti che avrebbero potuto aiutare Bankman Fried, cioè Binance e il suo proprietario Changpeng Zhao. Grazie al primo investimento di Binance in Ftx, Zhao aveva una grande partecipazioni in Ftt. Prima ha dichiarato che l'avrebbe scaricata interamente, facendo crollare il prezzo dei token. Poi, nel giro di 24 ore, ha dapprima  annunciato un'offerta per rilevare la piattaforma rivale e successivamente ha fatto marcia indietro sostenendo che la due diligence aveva evidenziato troppi problemi.

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Effetto domino 

Dopo l’annuncio del collasso di Ftx, l’effetto domino sugli altri crypto exchange e sul prezzo delle criptovalute è stato inevitabile. Il Bitcoin rimane sotto i 17 mila dollari mentre l’Ether rimane a quota 1.200 dollari. Ma tra i fenomeni registrati c'è stata anche la corsa agli sportelli presso altre piattaforme rivali. In pratica, gli investitori in criptovalute hanno scaricato i loro portafogli digitali detenuti presso altri exchange come Genesis e BlockFi, che hanno dovuto sospendere i prelievi temporaneamente. 

La causa giudiziaria

Primo obiettivo è ora quello di portare il contenzioso sui fallimenti negli Stati Uniti. Gli avvocati degli investitori coinvolti hanno infatti chiesto di trasferire la procedura al tribunale fallimentare del Delaware dalle Bahamas, dove ha sede Ftx. Il secondo traguardo è tentare di recuperare almeno parte del denaro che sembra bruciato: nella lista dei creditori figurano anche 100mila italiani. Ma ci sono anche altre realtà cripto, dai gruppi che controllano il token Solana a Binance, holding finanziarie più strutturate, quali Softbank e fondi sovrani come quello di Singapore.

 

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