
Governo Meloni, quali sono le ipotesi su detrazioni fiscali e flat tax
Il settore delle detrazioni sarà presto oggetto di un’attenta verifica da parte del nuovo esecutivo, che nella legge di Bilancio potrebbe apportare alcune sostanziali modifiche. Una di queste sarà l’arrivo di una tassa piatta al 15%, che sarà probabilmente valida per coloro che hanno un reddito fino a 90mila euro. Sarà introdotto anche il “quoziente familiare”, che vedrà il suo esordio nella revisione del Superbonus 110%, che passerà al 90%

Il governo riordinerà le spese fiscali. L’intenzione di mettere mano alle detrazioni e alle deduzioni che riducono le tasse, è contenuta nel “Rapporto programmatico sulle spese fiscali” allegato alla Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza del governo. “Il riordino delle tax expenditures”, si legge nel documento, “può essere compiutamente definito solo all’interno di un più ampio e organico disegno di riforma fiscale”. Per questo, aggiunge ancora, “le linee programmatiche per il riordino" saranno "definite in prossimi provvedimenti normativi”
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LE DETRAZIONI – Già con il governo Draghi era iniziato un riordino delle detrazioni al 19 per cento, lasciando intatte soltanto le spese sanitarie e quelle sui mutui per l’acquisto della prima casa. Le norme attuali prevedono che, dopo i 120mila euro di reddito, la detrazione sia riconosciuta ad un importo inferiore. Man mano che il reddito sale la detrazione scende, fino ad azzerarsi per i contribuenti sopra i 240mila euro. Sul tavolo del governo, secondo alcune indiscrezioni de "Il Sole 24 Ore" non smentite, ci sarebbe l’intenzione di dimezzare queste soglie
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LA NECESSITÀ DI UNA SIMILE RIFORMA – Regnano i dubbi però sulla misura, anche all’interno della maggioranza, dove si pensa possa essere letta come un aumento della tassazione su redditi medi. In realtà potrebbe invece essere un modo per finanziare una parte della riforma fiscale alla quale sta da tempo lavorando il viceministro all’Economia, Maurizio Leo. Il titolare dello stesso dicastero, Giancarlo Giorgetti, ha spiegato che tutte le risorse disponibili, circa 30 miliardi di euro, saranno utilizzate per fronteggiare il caro bollette
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LE RISORSE DELLE ALTRE RIFORME – Le altre misure dovranno essere autofinanziabili, ha spiegato Giorgetti. Una di queste è la flat tax, o meglio, un primo avvio della tassa piatta al 15 per cento. Per le partite Iva e i professionisti si partirebbe con un rafforzamento. L’intenzione è quella di alzare la soglia di reddito, che dà diritto a pagare un’aliquota del 15 per cento, portandola da 65mila euro fino a 85mila euro
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IL PROGETTO – “Nella nuova legge di bilancio si dimostrerà finalmente che la flat tax non era uno slogan ma un programma strutturato che si fa in 5 anni”, ha dichiarato il sottosegretario all’Economia Federico Freni. L’intenzione è chiara: “Cominciamo assolutamente con autonomi e partite Iva, cominciamo con innalzare la soglia da 65 fino a 100mila euro, forse qualcosina meno, potremmo fare 85/90mila, dipenderà anche da alcune variabili macroeconomiche”
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COSA CAMBIEREBBE PER I LAVORATORI DIPENDENTI - Per i lavoratori dipendenti, invece, il meccanismo sarebbe inverso. La flat tax del 15 per cento non si pagherebbe fino ad una certa soglia di reddito, ma solo su un reddito aggiuntivo. Se il prossimo anno un lavoratore dipendente dovesse dichiarare più di quanto dichiarato in media negli ultimi tre anni, su reddito aggiuntivo avrebbe diritto ad applicare l’aliquota scontata
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IL PROBLEMA DELLA FLAT TAX – “L'introduzione di una flat tax sino a una certa soglia può generare comportamenti anomali in corrispondenza della soglia medesima". Il problema maggiore della tassa piatta è riportato nero su bianco nella Relazione sull'evasione fiscale allegata alla Nadef. "L'analisi statistica conferma per il 2019 un effetto di autoselezione dei contribuenti con ricavi e compensi sotto la soglia massima di 65mila euro per beneficiare dell'agevolazione prevista. Possibile una tendenza a sotto dichiarare i ricavi per non superare i 65mila euro"

IL QUOZIENTE FAMILIARE - Non si tratta, comunque, delle uniche misure fiscali che il governo ha anticipato di voler introdurre. Ce ne sono anche altre che hanno bisogno di essere finanziate. Come, per esempio, l’introduzione del principio del "quoziente familiare" nel sistema fiscale italiano. Si tratta di un meccanismo il cui fine ultimo è spingere la natalità. Il reddito non sarebbe più considerato della persona, ma della famiglia. Più figli ci sono in un nucleo, meno tasse si pagherebbero

DOVE VERRÀ APPLICATO – Il meccanismo ha funzionato molto bene in Francia e presto vedremo un primo accenno di questo sistema nel nuovo Superbonus, che molto probabilmente scenderà al 90%. Il prossimo anno sarà possibile ristrutturare una casa unifamiliare ottenendo la detrazione, solo se il proprietario vive in quella stessa casa e ha un reddito non superiore a 15mila euro, una soglia che salirà per ogni componente in più della famiglia

L’IVA - Meloni ha promesso che quella sui beni di prima necessità sarà ridotta al 5 per cento. Anche qui dovrebbe trattarsi di una misura pro-natalità, perché i primi beni interessati da questa riforma sarebbero il latte e i pannolini per i neonati. Ma anche in questo caso si tratta di misure costose che hanno bisogno di copertura. Copertura che, almeno in parte, potrebbe arrivare proprio dal taglio delle spese fiscali
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