Credit Suisse perde 4 mld nel trimestre: ok ad aumento di capitale e ristrutturazione

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Il colosso del credito svizzero si conferma in profondo rosso con ricavi in picchiata anche sui nove mesi. Svelati i dettagli del piano di risanamento annunciato il mese scorso: tra le misure da intraprendere, un aumento di capitale da 4 miliardi, il taglio di 9mila dipendenti entro il 2025 e la riorganizzazione delle divisioni interne per migliorare le performance dell’investment banking. Alla Borsa di Zurigo perdita in doppia cifra per il titolo

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Il bilancio parla chiaro: Credit Suisse è in profondo rosso. Nel terzo trimestre del 2022 il colosso del credito svizzero ha registrato una perdita di 4,03 miliardi di franchi (4,06 miliardi di euro), che diventano 5,9 miliardi considerando i nove mesi. Un’emorragia copiosa, se si guarda all’utile di 435 milioni conseguito nello stesso periodo dell’anno scorso, che alla Borsa di Zurigo sta costando al titolo della banca una perdita a doppia cifra. Da qui la decisione, in realtà preventivata dal mercato ormai da settimane, di lanciare un aumento di capitale pari a 4 miliardi come parte di un piano di ristrutturazione che prevede anche la riorganizzazione delle attività e il taglio di 9mila posti di lavoro a livello globale. Una misura che dovrebbe allontanare definitivamente il rischio di default

I conti

A incidere sui risultati parziali di Credit Suisse sono stati soprattutto i ricavi, calati del 36% a 11,86 miliardi di franchi nei nove mesi e del 30% a 3,8 miliardi nel terzo trimestre. Il consenso compilato dall'azienda prevedeva per il periodo luglio-settembre una perdita netta di 413 milioni su un fatturato di 3,99 miliardi. Non va meglio sul fronte patrimoniale, dove la banca ha registrato un Cet1 ratio, indice chiave della solidità del bilancio, in calo dal 14,4% del 2021 all’attuale 12,6%.  "I risultati sono stati fortemente influenzati dalle continue turbolenze di mercato e dalle difficili condizioni macroeconomiche, che hanno determinato una performance più debole soprattutto per l'Investment banking", ha dichiarato il ceo Ulrick Körner. Che ha aggiunto: “La nostra recente performance a livello di gruppo è stata deludente".

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I dettagli del piano

Per raddrizzare i conti dell’istituto, che con quello pubblicato oggi ha inanellato quattro trimestri consecutivi in rosso, la dirigenza ha definito un “profondo piano di ristrutturazione” basato innanzitutto su un aumento di capitale da 4 miliardi di franchi attraverso l'emissione di nuove azioni destinate sia agli attuali azionisti sia ad investitori qualificati. Tra questi c’è la Banca Nazionale Saudita, che si è impegnata a sottoscrivere fino a 1,5 miliardi per conseguire una partecipazione massima del 9,9% nel capitale del gruppo. Non mancheranno poi tagli al personale, con l’azienda che ha annunciato il licenziamento immediato di 2.700 dipendenti e poi di altri 6.300 entro il 2025. In agenda c’è infine una radicale riorganizzazione delle unità interne, come l’ha definita lo stesso Körner. "Il nostro nuovo modello integrato si concentrerà su Wealth Management, Swiss Banking e Asset Management, e ristruttureremo radicalmente l'Investment Banking, rafforzando la nostra base di capitale e accelerando il ritmo di crescita". Proprio quest’ultima divisione è stata infatti il tallone d'Achille della banca, che ha subito perdite miliardarie dopo gli scandali sul fondo statunitense Archegos e su quello anglo-australiano Greensill. 

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