
Governo Meloni e nodo pensioni, si cerca flessibilità prima dei 67 anni: cosa sappiamo
Si tratta di uno dei dossier più scottanti del nuovo esecutivo: le ipotesi che sono emerse nelle ultime settimane sono eterogenee e il tempo stringe, visto che se non saranno approvati nuovi interventi il primo gennaio 2023 ci sarà il ritorno alla legge Fornero. I sindacati premono per un superamento dell'obbligo di pensionamento a 67 anni, ma si discute sul come

La questione delle pensioni è una delle prime che il nuovo governo guidato da Giorgia Meloni deve affrontare. Le ipotesi che sono emerse durante la campagna elettorale del centrodestra e subito dopo il voto sono abbastanza eterogenee e il tempo stringe: se non saranno approvati nuovi interventi, infatti, il primo gennaio 2023 ci sarà il ritorno alla legge Fornero. I sindacati premono per un superamento dell'obbligo di pensionamento a 67 anni, ma si discute sul come
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"Sapete perfettamente che non mi sottrarrò ai temi, li affronteremo anche ascoltando le istanze delle parti sociali e di tutti i soggetti portatori di contributi importanti, poi nei prossimi tempi lasciateci fare tutti i necessari passaggi. Ci mettiamo al lavoro. Anzi, vado al ministero del Lavoro", ha detto la neo-ministra Marina Calderone subito dopo il suo giuramento al Quirinale
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Al momento, secondo il ministero, non c'è una sua proposta di partenza da sottoporre all'esame del governo. Ma in un'analisi diffusa a maggio scorso dalla Fondazione studi dei consulenti del lavoro, categoria di cui la neo-ministra Calderone era al vertice, si fa riferimento a una Quota 100 o 102 "flessibile", una condizione che dovrebbe consentire l'uscita dei lavoratori di età compresa tra i 61 e i 66 anni con almeno 35 anni di contributi
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Di questa soluzione, secondo lo stesso studio, potrebbe fruire una platea di 470mila lavoratori a cui verrebbe evitato lo “scalone” della legge Fornero. A fine anno, infatti, scadono contemporaneamente tre vie d’uscita anticipata: Quota 102, Opzione donna e Ape sociale
Pensioni, scadono 3 vie d’uscita anticipata: senza interventi nel 2023 torna legge Fornero
Quota 102 è una misura introdotta dal governo Draghi nella legge di Bilancio come sperimentazione annuale, dopo la fine della sperimentazione triennale di Quota 100. Prevede la possibilità del pensionamento anticipato con almeno 64 anni d'età e 38 di contributi
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Opzione donna, come spiega l’Inps, “è un trattamento pensionistico calcolato secondo le regole di calcolo del sistema contributivo ed erogato, a domanda, in favore delle lavoratrici dipendenti e autonome che hanno maturato i requisiti previsti dalla legge entro il 31 dicembre 2021”. Permette di andare in pensione alle lavoratrici con 58 anni d’età (59 le autonome) e 35 anni di contributi raggiunti nel 2021. Nel programma di Fratelli d’Italia si parlava di rinnovo della misura

In scadenza anche l’Ape sociale. È “un'indennità a carico dello Stato erogata dall'Inps, entro dei limiti di spesa, a soggetti in determinate condizioni previste dalla legge che abbiano compiuto almeno 63 anni di età e che non siano già titolari di pensione diretta in Italia o all'estero. È corrisposta, a domanda, fino al raggiungimento dell'età prevista per la pensione di vecchiaia”. Permette di uscire a 63 anni d’età e, a seconda dei casi, 30 o 36 anni di versamenti. La misura è stata introdotta nel 2017 e rinnovata fino al 31 dicembre 2022
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Le ipotesi sul tavolo per evitare il ritorno alla legge Fornero sono diverse, ma per capire come intervenire tutto dipenderà dalle risorse che saranno messe a disposizione nella Manovra: potrebbero essere prorogate sia Opzione donna sia l’Ape sociale, potrebbe essere introdotta Opzione uomo (pensione a 58 anni con 35 di contributi e un taglio dell'assegno)
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Si parla anche di Quota 41, cavallo di battaglia della Lega. È un’ipotesi sostenuta anche dai sindacati, che chiedono l'uscita con 41 anni di contributi a prescindere dall'età o da 62 anni. Ma una Quota 41 “secca” costerebbe circa 5 miliardi l'anno. Una soluzione allo studio per ridurre l'impatto finanziario sarebbe con l'introduzione di una soglia d'età

Di certo, questo delle pensioni è uno dei dossier più scottanti del nuovo governo. "Serve subito un accordo sulle pensioni. Per scongiurare lo scalone della legge Fornero" dal primo gennaio 2023, ha ribadito il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra, chiarendo che il sindacato non accetterà "penalizzazioni" e sottolineando che le pensioni "non sono una gentile concessione, ma sono un diritto"
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