
Allarme di Confindustria: “Inflazione record al 7,5% nel 2022, crescita zero nel 2023"
I dati sono stati presentati con il rapporto “Economia italiana ancora resiliente a incertezza e shock?", che calcola anche i potenziali effetti positivi di un price cap sul gas: se applicato a un livello medio per tutti gli operatori sul mercato, genererebbe una maggior crescita annua del Pil dello 0,1% nel 2022 e dell'1,4% nel 2023

L'inflazione record nel 2022 "in media, si assesterà al +7,5% (da +1,9% nel 2021), con una revisione al rialzo di +1,4 punti rispetto allo scenario di aprile. Lo prevede il Centro Studi Confindustria nel rapporto "Economia italiana ancora resiliente a incertezza e shock?". Abbiamo di fronte uno scenario economico "complesso, un po' fosco, zavorrante", dice la dg di Confindustria, Francesca Mariotti. "Siamo alle porte dell'insediamento di un nuovo governo che dovrà fare i conti con una vera emergenza nazionale"
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Nel 2023, secondo il Csc, l'inflazione "è attesa in discesa, ma ancora elevata, al +4,5% in media, per l'esaurirsi graduale dell'impatto del rincaro di petrolio e gas naturale sulla variazione dei prezzi al consumo energetici (calcolata sui 12 mesi). Si tratta, comunque, di una revisione al rialzo di +2,5 punti rispetto ad aprile"
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Il Centro studi Confindustria calcola poi l’effetto favorevole sull’economia italiana nel caso in cui venisse introdotto nel mese di ottobre un price cap sul gas a un livello medio per tutti gli operatori sul mercato pari a 100 euro per megawattora, fino a dicembre 2023
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Ecco le conseguenze positive che potrebbero generarsi: una maggior crescita annua del Pil dello 0,1% nel 2022 e dell'1,4% nel 2023 (+1,6% cumulato nel biennio) e un rialzo delle unità di lavoro dello 0,1% nel 2022 e dell'1,2% nel 2023 (+1,3% cumulato) con 308mila occupati in più nel biennio
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Quanto all’occupazione, il Csc individua una battuta d’arresto in estate, che diventerà negativa fra autunno e inverno, anche con una intensità inferiore rispetto al Pil

Per l'anno prossimo è attesa una ripresa nel mercato del lavoro, sempre sulla scia della risalita dell'attività economica, con l'input di lavoro che tornerà a crescere solo nella seconda parte del 2023

La forte risalita dell'occupazione, da inizio 2021, spiegano gli esperti di Confindustria, ha permesso un rientro del tasso di disoccupazione, dal 10,2% a gennaio 2021 (picco durante la crisi sanitaria) al 7,9% a giugno 2022, nonostante la contemporanea espansione della partecipazione al mercato del lavoro

Il tasso di disoccupazione è sceso in particolare nel bimestre luglio-agosto, in presenza di una sostanziale stabilità del numero di occupati e al tempo stesso di una lieve contrazione delle forze lavoro

Nell'orizzonte di previsione, tuttavia, ci si attende un aumento del tasso di disoccupazione: all'8,1% in media nel 2022 e all'8,7% nel 2023. Questo a causa della prevista battuta d'arresto della dinamica occupazionale, a fronte di una forza lavoro che continuerà a espandersi

A differenza dell'occupazione, che già a marzo 2022 aveva superato i livelli pre-Covid, la partecipazione al mercato del lavoro non ha ancora colmato il crollo registrato durante il lockdown: -441mila unità la forza lavoro nel bimestre estivo rispetto al quarto trimestre 2019 (-1,7%), con 60mila persone occupate in più. Il calo della partecipazione e' stato piu' marcato per le donne (-2,0%, contro il -1,6% per gli uomini), già caratterizzate da tassi di partecipazione particolarmente bassi, sia rispetto alla componente maschile sia nel confronto internazionale
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