Confcommercio, Sangalli: "Inflazione al 9%, 120mila Pmi a rischio"

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Il Presidente dell'organizzazione ha paventato l'aumento dell'inflazione al 9% per il mese di ottobre e la perdita di oltre 370mila posti di lavoro da qui alla prima metà del 2023

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“Fronteggiare l'emergenza energetica, contenere l'inflazione e contrastare il pericolo recessione". Sono le tre sfide che ha individuato il Presidente di Confcommercio Carlo Sangalli a Napoli nel corso dell’assemblea regionale dell’organizzazione, lanciando l’allarme per il mese di ottobre. Secondo Confcommercio, i prezzi al consumo saliranno ancora e vedranno un rialzo del 9% su base annua. In questo scenario saranno migliaia le imprese che non ce la faranno.

120mila Pmi a rischio

A pesare sono sempre i rincari energetici: metà dell'inflazione, infatti, è causata ai costi dell'energia in modo diretto (in modo anche indiretto per una percentuale tra il 60 e l'80% in riferimento alle materie prime alimentari e non). Le conseguenze sull’imprenditoria saranno devastanti, stando alla previsione di Sangalli che ha parlato di chiusura per 120mila Pmi. Questo scenario porterebbe alla perdita di 370mila posti di lavoro nella prima metà del 2023.

La “nuova pandemia”

Inflazione e crisi energetica, nel quadro tratteggiato dal Presidente di Confcommercio, sono la “nuova pandemia”. Si tratta di “emergenze che si sommano alla debolezza strutturale della crescita e dei consumi unita ad una eccessiva pressione fiscale, che caratterizza la nostra economia", ha spiegato, chiedendo a gran voce interventi immediati che vadano nella direzione di "sostenere subito le Pmi" piegate dal caro bollette.

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