
Aumento bollette, a ottobre gas +74% in acconto. Conguaglio a novembre
Arera ha pubblicato un primo aggiornamento provvisorio che fissa a 183,41 euro al megawattora il costo del gas per i consumi del mese corrente. La stima potrebbe non essere confermata a novembre: si rischia di pagare anche di più. Assoutenti: "Per le famiglie in arrivo maxi-stangata da 2.942 euro su base annua, solo per il gas"

La revisione delle tariffe per le bollette del gas passa da trimestrale a mensile e cambia anche il prezzo di riferimento su cui parametrare il costo dell’energia: non sarà più l’indice Ttf della Borsa di Amsterdam ma il Psv, l’indice italiano. Mentre si aspetta novembre per capire in che modo le novità impatteranno sulle spese di imprese e famiglie, Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) ha pubblicato un primo aggiornamento provvisorio che mostra quanto costerà il gas per chi, a ottobre, dovrà pagare in acconto i propri consumi
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Arera prevede che il prezzo del gas per ottobre sarà di 183,41 euro al megawattora, con un aumento del 74% rispetto alle ultime bollette. La stessa autorità spiega che si tratta però di “un’indicazione”, rivolta agli operatori, per quantificare “la stima da applicare ai consumi del mese”. Si potrà poi effettuare un conguaglio a novembre, quando verranno comunicate le nuove tariffe a inizio mese, anche se la data dell’annuncio è ancora da definirsi con precisione. In pratica: è possibile che il prezzo del gas al megawattora non sarà di 183,41 euro al megawattora
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Il costo finale per i consumatori potrebbe essere più alto, oppure più basso. In entrambi i casi le bollette dovranno quindi essere riviste, aumentando l’importo se i prezzi reali risulteranno più alti e abbassandoli se saranno più bassi. Nella seconda eventualità, si andrà a rimborsare la differenza al consumatore che ha pagato più di quanto avrebbe dovuto
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In ogni caso, anche con l’incertezza sui costi finali, quel che sembra sicuro è che i prezzi aumenteranno. Il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi, si dice preoccupato per la situazione. Se le previsioni degli analisti e le stime di Arera confermassero i rialzi intorno al 70%, in concreto gli italiani andrebbero incontro a una “maxi-stangata da 2.942 euro su base annua, solo per la spesa legata alle forniture di gas”, spiega Truzzi
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“Questo perché – continua il presidente di Assoutenti - un rincaro così pesante porterebbe le tariffe a salire nell'ultimo trimestre del 2022 del +117% rispetto allo stesso trimestre del 2021, quando cioè è iniziata la serie ininterrotta di aumenti dell'energia". Le stime spaventano, anche perché insieme all’aumento del gas bisognerà fare i conti anche con quello dell’elettricità, che andrà direttamente a incidere sulle bollette della luce
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Arera ha già annunciato che il rincaro sull’elettricità sulla luce per il mese di ottobre sarà del 59%. Guardando all’ultimo trimestre del 2022, spiega Truzzi, si tratta quindi di un rialzo delle tariffe del 122% su base annua. Per questo Assoutenti – e in generale le associazioni a tutela dei consumatori – chiedono al governo che si insedierà “di adottare da subito tre misure che appaiono più che mai urgenti per salvare i bilanci di milioni di famiglie”

La prima richiesta è quella di sganciare il prezzo del gas da quello della luce. Al momento le bollette dell’elettricità risentono infatti gli aumenti del gas, secondo un modello di calcolo delle tariffe applicato quasi in tutta Europa ormai da tempo. Si chiede poi alla politica di “bloccare i distacchi delle forniture energetiche per tutto il 2023” e di “allineare la fine del mercato tutelato del gas, programmata per gennaio 2023 a quella della luce, prevista per gennaio 2024"

Si moltiplicano intanto anche gli appelli del mondo imprenditoriale. Un grido di aiuto viene dal settore alberghiero, con il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca che - intervenuto ai lavori del Made in Italy Summit del Sole 24 Ore e Financial Times in collaborazione con Sky TG24 – ha detto come “i ricavi attuali non riescono a coprire le spese dei costi energetici. Le bollette sono aumentate di sei volte, del 600% rispetto al 2019"

Le conseguenzi sono tangibili per gli esercenti di dimensioni limitate. Il 36% delle piccole e medie imprese italiane prevede di essere costretto ad aumentare i prezzi finali dei propri prodotti e servizi per riuscire a sostenere la stangata in arrivo. Il 26% è convinto di limitare gli orari di lavoro e di apertura, ad esempio anticipando la chiusura per consumare meno energia. Emerge da un sondaggio condotto da SWG per Confesercenti su un campione di imprese dell'artigianato, del turismo e del commercio con 50 dipendenti o meno

Il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, parlando al Tgcom, ha detto che la sigla sindacale prevede che, per effetto dei rincari energetici e dell’inflazione, quasi “un milione di posti di lavoro” sono a rischio, così come “la sopravvivenza di migliaia e migliaia di aziende"
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