
Superbonus 110%, è quasi esaurito lo spazio per la cessione del credito: resta un mese
Secondo una relazione della Commissione d’inchiesta parlamentare sul sistema bancario e finanziario, rimangono solo quattro miliardi di euro di impegni da poter assumere. Al ritmo attuale, potrebbero essere occupati in 30 giorni

Lo sblocco della cessione del credito, arrivato grazie a un accordo in Parlamento, rischia di avere poco tempo e spazio per poter essere utilizzato. A riportarlo è il Corriere della Sera, citando una relazione della Commissione d’inchiesta parlamentare sul sistema bancario e finanziario
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Secondo le informazioni fornite dalla Commissione, infatti, lo spazio di manovra fiscale per le banche sulla cessione del credito è praticamente esaurito. Gli istituti hanno a oggi impegni per quasi 77 miliardi di euro, a fronte di un potenziale di poco superiore agli 81 miliardi: lo spazio rimanente è di circa 4 miliardi di euro, più o meno un mese di pratiche per l’agevolazione
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La relazione stilata dalla Commissione fornisce inoltre molti altri dati: i tempi medi di erogazione per il superbonus sono passati da 85 giorni del 2020 a 134 giorni del giugno 2002 e la percentuale di sconto sul valore del credito è passata in media dal 7,43% all’8,85% (e una punta del 10,63%)
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Questo significa che per lavori del valore di cento euro, e che danno diritto a un rimborso fiscale di 110 euro, nel secondo semestre 2020 in media il contribuente riceveva 101,83 euro, a giugno si era scesi a 100,26 con punte minime di 98,31 euro
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È necessario inoltre sottolineare che nel 2020 il credito si spalmava su cinque anni, mentre adesso si recupera in quattro. Da giugno il costo del denaro è poi sensibilmente aumentato, per cui è probabile che il ricavato dalla cessione scenderà ancora

Il Corriere della Sera riporta però che una via di uscita ci sarebbe: si tratterebbe della quarta cessione del credito, che le banche possono effettuare in favore dei clienti professionali e delle partite Iva. In pratica se un istituto ha acquistato a 100 euro un credito a 110, offre al suo cliente che deve pagare un F24 da 110 euro la possibilità di saldarlo con 105 euro e così tutti ci guadagnano

Inoltre per lo sblocco delle cessioni è ancora necessario un intervento delll’Agenzia delle Entrate, perché la norma del decreto Aiuti bis solleva da responsabilità i cessionari tranne che in caso di dolo o colpa grave. I confini della colpa grave devono essere precisati, perché la circolare 23/2022 dell’Agenzia indica dei profili che fanno presumere la mancata diligenza da parte delle banche e che si prestano a una certa discrezionalità interpretativa

In ultimo sul mercato è da segnalare la decisione di Deloitte, la società di consulenza che svolge l’attività di certificazione sui crediti per conto di primarie banche, di richiedere ai professionisti che asseverano la regolarità di lavori e la congruità dei costi di registrare un video in cantiere a supporto della documentazione fornita
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