
I prezzi delle materie prime industriali in calo: quali sono le cause
Alcuni materiali sono tornati al costo precedente allo scoppio del conflitto in Ucraina. Le oscillazioni attuali sarebbero da imputare a tre ragioni: stoccaggi effettuati nei mesi scorsi, forza del dollaro e i venti di recessione

Nonostante l’inflazione continui a mordere le economie globali, c’è un segnale in controtendenza: i prezzi delle materie prime industriali sono in calo, in alcuni casi talmente forte da compensare gli aumenti dei mesi precedenti. Un approfondimento del Corriere della Sera ha dato una spiegazione a questo fenomeno
GUARDA IL VIDEO: Crisi energetica: Europa senza gas e colpita dalla siccità
Se infatti il calo del costo di beni alimentari come mais e grano è dovuto all’accordo tra Russia e Ucraina per lo sblocco dei porti, lo stesso non si può dire per le materie prime come l’acciaio, lo zinco e l’alluminio
Affitti fuorisede, aumento dell’11% per prezzi delle singole: a Milano 620 euro
In alcuni casi le principali materie prime industriali, i cui prezzi erano saliti vertiginosamente all’inizio dell’anno, hanno registrato un tale decremento di costo da compensare gli aumenti verificatisi nei primi tre mesi del 2022
Bonus internet per partite Iva: cos'è, quanto vale e come richiederlo
Il quotidiano milanese ha intervistato Achille Fornasini, docente di Analisi tecnica dei mercati finanziari a Brescia, secondo cui le oscillazioni attuali dei prezzi sono dovuti a tre differenti cause
La guerra e la siccità pesano sulle bollette, si teme un autunno ancora più caro
Il primo è che “le aziende hanno fatto imponenti stoccaggi nel timore che la guerra potesse limitare ulteriormente gli approvvigionamenti, ora hanno i magazzini pieni”, ha spiegato Fornasini
Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sulle notizie di economia
Infine “l’incombente fase di stagnazione innescata dai provvedimenti restrittivi delle banche centrali in Europa e Usa ha provocato la fuga della speculazione finanziaria dai mercati regolamentati delle commodity”

“Aumentando i tassi di interesse le banche centrali stanno volutamente rallentando l’economia per togliere propensione inflattiva”, ha spiegato. “Questi sono i primi effetti. A cascata ciò dovrebbe portare tra 4-5 mesi alla riduzione dei prezzi del carrello della spesa. L’importante è che la Bce intervenga in autunno sui tassi di interesse tenendo conto che la frenata dell’economia è già iniziata”