
Il Consiglio europeo non ha trovato un accordo su come contrastare l’aumento del costo del gas. Si valutano varie ipotesi, ma applicare un meccanismo di price cap al gas "è complicato", perché "non c'è un sistema collaudato”, ha spiegato all’Ansa il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli

Il price cap al gas continua a far discutere l’Europa, mentre il prezzo della materia prima rimane stabilmente alto e il caro energia pesa sull’economia del Continente. Il Consiglio Ue finora ha preso tempo, rinviando ogni eventuale decisione
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I problemi potenziali del resto non mancano: applicare un meccanismo di price cap al gas "è complicato", perché "non c'è un sistema collaudato, è tutta una cosa nuova, dovremmo inventarcelo”, ha spiegato all’Ansa il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli
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Sono diversi i possibili meccanismi presi in considerazione: Spagna e Portogallo, come riporta Europa Today, hanno ottenuto dall’Ue la possibilità di poter fissare tariffe massime al prezzo del gas applicato ai fornitori nazionali di elettricità. Ma la differenza tra il prezzo di mercato e quello stabilito dallo Stato viene compensata dal bilancio statale, e quindi questo modello sembra esser stato per adesso escluso
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Infine tra i modelli considerati c’è quello di fissare un prezzo a livello europeo per il gas russo - si è discusso di una cifra fra gli 80 e 90 euro a megawattora - rifiutandosi di pagare di più. Un limite da cui andrebbero esclusi altri Paesi fornitori di gas come gli Stati Uniti, l’Algeria, l’Egitto, il Qatar e l’Azerbaijan
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Se un simile cap entrasse in vigore il primo effetto direttamente tangibile, per i cittadini, sarebbe lo stop all'aumento delle bollette. Ma sussiste anche il rischio che i produttori possano non sottostare al prezzo imposto, rifiutandosi di vendere il proprio a gas a certe condizioni

E potrebbe porsi anche un problema legato ai contratti di lungo periodo, sottolinea l’Ispi: se hanno prezzo superiore al price cap imposto, c’è il rischio che il venditore faccia causa all’importatore e la vinca, lasciando a carico dell’importatore la differenza

Secondo Davide Tabarelli è necessaria però un’ulteriore considerazione: "I venditori adesso ricevono così tanto che capirebbero la mossa europea. Inoltre la regola dei venditori è anche non creare troppi problemi ai consumatori". Insomma "strangolarci" non sarebbe nei loro interessi

Per convincerli il presidente di Nomisma Energia propone di introdurre una forbice di prezzo: "Un massimo e un minimo. 80 euro prezzo massimo e, ad esempio, 20 euro prezzo minimo, garantendo quindi ai venditori che il prezzo non scenderà oltre questa soglia" e, di conseguenza, invogliandoli ad accettare il tetto

In alternativa secondo Davide Tabarelli si potrebbe vagliare una strada diversa: “Venti o trenta anni fa non c'era il mercato spot Ttf”, da cui oggi dipende il prezzo del gas. “Io applicherei le regole che c'erano prima del 2010, che piacevano anche ai produttori esteri: avere delle formule, nei contratti di vendita, legate al petrolio. Se applicassimo queste formule il prezzo massimo adesso non sarebbe 80 ma 40"

In attesa di trovare una soluzione per il price cap al gas, il vertice europeo straordinario di luglio sul tema è stato rinviato. Entro l’inizio dell’autunno, riporta il Sole 24 Ore, la Commissione elaborerà la sua proposta sui prezzi dell’energia. Un accordo, a oggi, non appare vicino