
Gas, l'Italia valuta il livello di allarme: cos'è e quando il Governo potrebbe dichiararlo
La guerra energetica del Cremlino verso l'Europa entra sempre più nel vivo, e il ministero della Transizione ecologica valuta se alzare il livello di crisi del sistema gasiero nazionale, portandolo dal preallarme all'allarme. Se scattasse, il governo potrebbe chiedere ad esempio a Snam di chiedere a sua volta alle industrie di ridurre i loro consumi. Martedì l'incontro tecnico del Comitato di emergenza e monitoraggio del gas naturale, mercoledì Cingolani vede le principali aziende del settore energetico

La guerra del gas tra Mosca e l’Europa è ormai entrata nel vivo. Il Cremlino stringe sempre più sugli approvvigionamenti, i costi salgono: il prezzo del metano alla Borsa di Amsterdam è balzato del 43% in una settimana, passando da 82,50 euro a 117,74 euro, con picchi di 134 euro al MWh. Oltre ai prezzi il problema è cosa succederà in futuro se la Russia continuasse con le scelte degli ultimi giorni che hanno visto tagliare, anche all'Italia, i rifornimenti
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COSA SUCCEDE IN ITALIA - Se il taglio delle forniture andasse avanti, questa settimana il Ministero della Transizione ecologica potrebbe alzare il livello di crisi del sistema gasiero nazionale dalla soglia di preallarme a quella di allarme. Martedì ci sarà l'incontro tecnico del Comitato di emergenza e monitoraggio del gas naturale su questo tema, poi mercoledì il ministro Cingolani vedrà le principali aziende del settore energetico italiano
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Non ci sarebbero ancora misure eccezionali, come potrebbero essere ad esempio i tagli di forniture alle centrali elettriche e alle industrie e soglie di temperatura per le caldaie. Tutto questo scatterebbero solo nel caso in cui fosse dichiarato lo stato di emergenza, che al momento non sembra probabile. La richiesta giornaliera di gas – emerge dal sito di Snam sulle previsioni di flussi commerciali - è di 155 milioni di metri cubi, la disponibilità di 195 milioni: il sistema regge
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Il governo si tiene però pronto a qualsiasi evenienza. Se scattasse il livello di allarme, il Ministero della Transizione Ecologica potrebbe chiedere a Snam, il principale trasportatore di metano nel paese, di chiedere a sua volta alle industrie di ridurre volontariamente i loro consumi, come prevedono i contratti di fornitura
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Per il resto, non cambierebbe nulla rispetto al livello di preallarme. Il MiTE monitora in continuazione il flusso di gas, restando in contatto con i principali operatori del settore, Snam ed Eni in testa. "C'è un gruppo di monitoraggio con gli operatori, ci sentiamo 4 o 5 volte al giorno”, ha detto il capo del dicastero Roberto Cingolani che assicura: “Abbiamo tutte le contromisure pronte. Ma la prima cosa da capire è se questa diminuzione si stabilizza o se è solo un episodio. Vediamo cosa succede nei prossimi tre giorni, e poi la settimana prossima decideremo"
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Intanto l'a.d. dell'Eni Claudio Descalzi parlando della disponibilità di gas ha detto: "In questo momento non bisogna temere nulla, solo l'inazione. L'ottimismo è fatto di azione. In questo momento mancano circa 30mln di mc al giorno di russo pero l'Italia riesce ad avere adesso un'offerta circa 200 milioni. Al momento c'è un'offerta superiore alla domanda, 200 milioni di offerta e 160 milioni di domanda, il resto deve andare a stoccaggio perché sennò esce fuori dall'Italia", ha aggiunto

"Se dovessero tagliare adesso non saremmo pronti. Incominceremo ad essere pronti per l'inverno 2022-23. L'augurio è che si possa mantenere ancora limitato il flusso russo. Gli stoccaggi sono già al 54%, dovremmo forzare ulteriormente l'arrivo di gas da altri paesi e ci sarà probabilmente uno stato di allerta e qualche restrizione, ma comunque abbiamo una diversificazione che ci farà passare l'inverno. Questo è sicuro", ha detto ancora Descalzi

I passaggi che l’Italia dovrebbe seguire in caso di allarme sono contenuti in un decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 18 dicembre 2019. Si prevede che, in caso di preallarme e allarme, non venga attivata "alcuna misura non di mercato, essendo demandate agli operatori le azioni di mercato più opportune a permettere il ripristino tempestivo di una situazione di normalità"

Sarebbero quindi in prima battuta Eni e gli altri operatori a dover farsi carico di varie misure: "aumento delle importazioni, utilizzando la flessibilità dei contratti in essere; riduzione della domanda di gas derivante da contratti interrompibili di natura commerciale; impiego di combustibili di sostituzione alternativi negli impianti industriali"

Nel Piano di emergenza si legge poi che il MiTe, scattato il livello di allarme, può chiedere all’impresa maggiore di trasporto (la Snam) di "attivare i contratti eventualmente stipulati per la riduzione della domanda gas, basati sulle misure di contenimento volontario della domanda da parte dei clienti finali industriali"

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In pratica: tagliando il gas verso i Paesi europei più orientali Mosca crea un effetto domino che si propaga verso Ovest. Le consegne energetiche, ha annunciato la Russia, verranno a breve dimezzate anche verso il fornitore slovacco Spp

Non sembrano più esserci dubbi: quella di Mosca è una "decisione politica", ha sottolineato il cancelliere tedesco Olaf Scholz all'indomani della stessa accusa lanciata dal premier Mario Draghi, che ha liquidato come "bugie" le motivazioni tecniche addotte da Gazprom per il taglio dei rifornimenti

Un'azione ritorsiva anche a seguito dei sei pacchetti di sanzioni imposti da Bruxelles. "La Russia è pronta a fornire all'Europa il gas di cui ha bisogno per riempire gli stoccaggi in vista dell'inverno a patto che non ci siano ostacoli politici", è stata d'altra parte la spiegazione dl ministro dell'Energia russo Alexander Novak in un'intervista alla tv Rossiya 24

Al momento gli stoccaggi europei restano oltre il 50%. Il problema è che, con le ultime riduzioni, il target dell'80% da raggiungere prima dell'inverno si allontana. "Non vi è alcuna indicazione di un rischio immediato di sicurezza degli approvvigionamenti", hanno però assicurato dalla Commissione

Bruxelles, nel frattempo, ha registrato il record di import di gas naturale liquefatto, con punte giornaliere di 0,54 miliardi di metri cubi. L'Italia tra i fornitori alternativi può contare ad esempio sulla sponda dell'Algeria, dalla quale al momento arriva il doppio del gas rispetto alla Russia e i cui flussi si stanno avvicinando ai volumi di metano in arrivo dall'Azerbaigian