Aumenta a maggio il carovita. A trainarlo sono i costi dell’energia, ma rincarano anche i prezzi al supermercato. Possibili nuovi aiuti pubblici per arginare i rialzi. Che per un famiglia con due figli valgono un spesa in più di oltre duemila euro
In bolletta, dal benzinaio e al supermercato. I rincari non abbassano la testa. I prezzi continuano a correre, rosicchiando stipendi e risparmi. Un’inflazione così alta in Italia non la vedevamo dal 1990, ci dice l’Istat, che rivede di un pizzico al ribasso il dato di maggio, ma senza che cambi molto, visto che il carovita si è attestato al 6,8 per cento (dal 6,9 stimato in precedenza). Tanto in un anno è cresciuto il conto per gli italiani.
Più caro il carrello della spesa
E' sempre lo straordinario incremento dei costi dell’energia, spinti – prima – dalla crisi dovuta alla pandemia e – ora – sostenuti dalla guerra in Ucraina a generare un effetto a catena che rende più oneroso comprare beni necessari per andare avanti. Le imprese spendono di più per produrre e, a cascata, questo si riflette anche sul portafoglio delle famiglie. Per portare a casa pasta, carne, frutta e detersivi alla cassa il conto è salito: per il cosiddetto "carrello della spesa" l'incremento in un anno è stato del 6,7 per cento, come non accadeva dal marzo 1986. Ben più alti i rincari per luce, gas, benzina e diesel, nonostante gli interventi del governo, che nell’ultimo anno ha speso quasi 30 miliardi per cercare di arginare gli aumenti.
Nuovi aiuti in arrivo
Una nuova tornata di aiuti per contrastare l’inflazione potrebbe arrivare nelle prossime settimane, mentre il rialzo dei tassi annunciato dalla Bce dovrebbe contribuire a mitigare la galoppata dei prezzi che interessa tutt'Europa. Intanto si paga questa tassa occulta che riduce il potere d’acquisto.
Stangata da oltre 2.000 euro
Con gli stessi soldi in tasca, in pratica, si riescono ad acquistare meno cose. E il risultato è una stangata che – secondo le stime delle associazioni dei consumatori – comporta per una coppia con due figli una spesa complessiva annua di 2.300 euro in più rispetto al recente passato. Come se andasse in fumo un mese di stipendio.