
Russia, Gazprom taglia del 60% le forniture di gas alla Germania: prezzo in aumento
Il colosso dell’energia ha dato il via oggi alla riduzione del volume massimo giornaliero del flusso che arriva tramite il Nord Stream 1, sceso da 167 milioni di metri cubi a 67 in due giorni. Accolto solo il 65% della richiesta Eni. Tagli anche per l'Austria. Bruxelles e il Governo italiano rassicurano ed escludono criticità, ma l’ipotesi è che stia prendendo forma il “ricatto energetico” di Mosca contro l’Ue. Intanto ad Amsterdam il metano quota nei primi scambi 126 euro al Megawattora (+5%)

Il colosso russo dell’energia Gazprom ha iniziato da stamattina a ridurre il volume delle forniture di gas che arrivano in Germania attraverso la pipeline del Nord Stream 1. Un massimo giornaliero che è sceso a 67 milioni di metri cubi ed è un ulteriore taglio rispetto a quello già annunciato martedì (100 milioni di metri cubi). Complessivamente, si tratta di una riduzione di circa il 60% nell'arco di due giorni
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E dopo la corsa di ieri, si registra un avvio ancora in aumento per il prezzo del gas, che sale in Europa del 20% a 146 euro al Megawattora, superando un aumento complessivo del 70% nelle ultime tre giornate
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Oggi anche la compagnia energetica austriaca OMV ha comunicato una riduzione delle forniture da parte di Gazprom, senza indicare l'ammontare del taglio. In una nota, la società ha assicurato che l'approvvigionamento di gas per i suoi clienti "al momento resta garantito"

Il primo annuncio è arrivato martedì, quando Gazprom ha comunicato la riduzione di oltre il 40% della sua capacità di consegna giornaliera di gas alla Germania tramite il gasdotto Nord Stream 1: “Le consegne di gas tramite il gasdotto Nord Stream possono essere garantite solo fino a un volume di 100 milioni di metri cubi di gas al giorno invece dei previsti 167 milioni di metri cubi”
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Gazprom aveva detto che “le attrezzature necessarie non sono state consegnate dal gruppo tedesco Siemens”. Siemens Energy ha poi confermato di aver effettuato la revisione di una turbina a gas di Nord Stream 1, spiegando come "a causa delle sanzioni imposte dal Canada questa non possa essere riconsegnata al cliente"
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Mercoledì, il colosso russo dell’energia ha annunciato l’interruzione del funzionamento di un'altra turbina lungo Nord Stream, e la conseguente riduzione del volume delle forniture di gas a 67 milioni di metri cubi al giorno
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La decisione sarebbe legata all'attesa di avviare una manutenzione completa della turbina, ma per Berlino la doppia riduzione dei flussi decisa da Mosca ha ben altre cause: "Non possiamo confermare che la riduzione sia legata alla turbina. L'impressione è che si tratti di una decisione politica e non tecnica", ha spiegato il vicecancelliere Robert Habeck (nella foto), assicurando comunque che la Germania non ha problemi di approvvigionamenti

Mercoledì Gazprom ha ridotto del 15% anche i flussi per l’Eni: il colosso energetico russo "ha comunicato una limitata riduzione delle forniture di gas per la giornata di oggi, pari a circa il 15%. Le ragioni della diminuzione non sono state al momento notificate", ha spiegato un portavoce dell'azienda italiana

Oggi, "a fronte di una richiesta giornaliera di gas da parte di Eni superiore di circa il 44% rispetto a quella avanzata ieri (incremento dovuto al recupero delle quantità non ricevute e alle normali dinamiche commerciali), Gazprom ha comunicato che sarà consegnato solo il 65% delle forniture richieste (le quantità consegnate saranno quindi di poco superiori rispetto a ieri e si attesteranno ad un livello assoluto di circa 32 milioni di metri cubi/giorno)"

"Gazprom - dice un portavoce - ha spiegato che la mancata consegna a Eni dipende dai problemi alla centrale di Portovaya che alimenta il gasdotto Nord Stream attraverso il quale Gazprom trasporta una parte dei volumi destinati ad Eni"

Rassicurazioni sono arrivate dal Governo italiano: "L'andamento dei flussi di gas è costantemente monitorato in collaborazione con gli operatori e al momento non si riscontrano criticità", ha spiegato il titolare del Mite, Roberto Cingolani (nella foto). E anche l'ad di Italgas, Paolo Gallo, ha mostrato prudenza: "Bisogna fare i conti prima di preoccuparsi - ha sottolineato - L'elemento positivo è che il livello di stoccaggio è elevato e stiamo proseguendo con il riempimento"

Ma a Bruxelles ormai sono certi che la Russia stia accelerando nell'attuazione del “ricatto energetico” contro l'Ue. Ricatto che ha un duplice obiettivo: costringere l'Europa a una corsa affannosa verso altri fornitori e alzare ulteriormente i prezzi dell'energia

La mossa di Mosca è giunta inoltre nel giorno in cui Ue, Egitto e Israele hanno firmato un memorandum per il trasporto di gas naturale dallo Stato ebraico all'Europa attraverso la terra dei faraoni. Ma nel breve periodo per una parte dei Paesi membri serve di più: un price cap che fermi il trend inflattivo. Sul punto, particolarmente caro al governo Draghi, Roma può contare sulla sponda della presidenza francese ma non (ancora) della Commissione

L'esecutivo europeo è stato incaricato di esplorare la possibilità di un tetto al prezzo del gas ma a Bruxelles sono convinti che per la proposta ci vorrà del tempo. E non è escluso che al prossimo Consiglio europeo di fine giugno del tema non si parli neppure