
AlmaLaurea, le lauree più richieste e chi guadagna di più: il rapporto
Conseguire un titolo di studio ulteriore al diploma aiuta a inserirsi nel mondo del lavoro e ad avere buste paga soddisfacenti. Emerge dall’ultimo rapporto sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati in Italia. Nel 2021, il tasso di occupazione dei laureati era pari al 79,2%, contro il 65,2% di chi è senza laurea. Forti differenze in tema di retribuzione e occupazione emergono dal confronto tra ex studenti di diverse materie. Informatica, ingegneria industriale e ingegneria civile le più richieste

La laurea è importante per trovare lavoro e guadagnare di più: è quanto emerge dall’ultimo rapporto AlmaLaurea sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati in Italia
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I DATI SULL’OCCUPAZIONE - In generale, nel 2021, il tasso di occupazione dei laureati di età compresa tra i 20 e i 64 anni è pari al 79,2%, contro il 65,2% di chi ha soltanto un diploma (dati Istat). Guardando ai laureati a un anno dal conseguimento del titolo, è il 74,5% a essere occupato nel caso di laurea di primo livello (triennale) e il 74,6% nel caso di laurea di secondo livello (specialistica e magistrale)
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Per i laureati di secondo livello il tasso di occupazione nel 2021 risulta in aumento del 2,9% rispetto al 2019, mentre per quelli di primo livello il saldo è di +0,4%. L’indagine ha volutamente escluso i dati relativi al 2020 “per la sua particolare connotazione determinata dall’insorgere della pandemia da Covid-19”
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A cinque anni dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione è pari all’89,6% per i laureati di primo livello e all’88,5% per i laureati di secondo livello. Rispetto all’indagine del 2019 il tasso di occupazione risulta in aumento di 0,9 punti percentuali tra i laureati di primo livello e di 1,7 punti tra i laureati di secondo livello
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LA RETRIBUZIONE - La retribuzione mensile netta, a un anno dal titolo, nel 2021 si attesta in media intorno ai 1.340 euro per i laureati di primo livello e ai 1.407 euro per i laureati di secondo livello. Rispetto al 2019 l’aumento è del 9,1% per i laureati di primo livello e del 7,7% per quelli di secondo livello
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A cinque anni dalla laurea, lo scorso anno, la retribuzione mensile netta è pari a 1.554 euro per i laureati di primo livello e a 1.635 euro per i laureati di secondo livello. Rispetto al 2019 si registra un aumento delle buste paga dell'8,3% per i laureati di primo livello e del 7,3% per quelli di secondo livello
La sintesi del rapporto AlmaLaurea
LE LAUREE PIÙ RICHIESTE – Guardando ai laureati magistrali biennali del 2016 - intervistati a cinque anni dal titolo - si registrano forti differenze tra diversi gruppi disciplinari. Il tasso di occupazione è superiore al 90% per i laureati dei gruppi in informatica e tecnologie ICT, ingegneria industriale e dell’informazione, architettura e ingegneria civile e quelli del gruppo economico

Scende sotto all’83% il tasso di occupazione dei laureati nei gruppi di educazione e formazione, arte e design e materie giuridiche

LE RETRIBUZIONI PER MATERIA - Le differenze nei livelli di occupazione si riflettono anche sulla retribuzione. Per fare un esempio: a cinque anni dalla laurea un laureato magistrale in ingegneria industriale e dell'informazione guadagna circa 1.893 euro al mese, un ex studente magistrale del gruppo educazione e formazione ne guadagna invece 1.306

I CONTRATTI - Nel 2021, a un anno dal conseguimento del titolo, la forma contrattuale più diffusa (40% degli occupati) è prevalentemente quella a tempo determinato

Nel 2021, a cinque anni dal conseguimento del titolo, la forma contrattuale più diffusa è il contratto dipendente a tempo indeterminato. La quota di chi è assunto con questa tipologia contrattuale è del 65,5% tra i laureati di primo livello e del 55,8% tra quelli di secondo livello. Il lavoro autonomo (liberi professionisti, lavoratori in proprio, imprenditori, ecc.) si attesta al 9,4% tra i laureati di primo livello e al 19,8% tra i laureati di secondo livello

È invece assunto con un contratto non standard (dipendente a tempo determinato) il 15,8% dei laureati di primo livello e il 17,4% di quelli di secondo livello

CALO DI IMMATRICOLAZIONI – Il rapporto evidenzia anche come nell’anno accademico 2021/2022 ci sia stato un calo del 3% sulle immatricolazioni rispetto all’anno 2020/21. La decrescita è più forte negli atenei del Mezzogiorno, che registrano un -5%