
Aumenta il prezzo del grano, rischio crisi alimentare globale: cosa può succedere
La guerra in Ucraina implica anche gravi problemi per l'approvvigionamento di alimenti. L’ultimo dato preoccupante è quello che vede il prezzo del grano duro colpito da un aumento del 4,6%. Intanto l'India - secondo produttore mondiale dopo la Cina - ha vietato tutte le esportazioni di frumento. E nei Paesi Occidentali aumentano i timori per le forniture

La guerra in Ucraina porta con sé anche una crisi alimentare, quella del grano. L’ultimo dato preoccupante è arrivato il 16 maggio: il grano duro ha fatto registrare un aumento del prezzo del 4,6%. In netto rialzo anche il grano tenero, in crescita del 5,48%. E i timori in Europa crescono, soprattutto dopo la decisone dell’India di vietare, con effetto immediato, tutte le esportazioni di frumento. Ma cosa comportano questi rialzi? E quali sono gli scenari futuri?
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L’India è il secondo produttore di grano al mondo dopo la Cina e con la sua decisione di vietare le esportazioni punta a proteggere la sicurezza alimentare nazionale. La scelta ha però fatto scattare l'allarme rosso in tutto l'Occidente
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I Paesi occidentali, data la situazione in Ucraina, rischiano di dover fare i conti con una crisi alimentare senza precedenti. E la decisione dell'India aggrava lo scenario. La scelta di Nuova Delhi è stata resa nota a 24 ore dalla pubblicazione dei dati sull'inflazione annuale, salita all’8,38%, con i prezzi al dettaglio che, nel mese di aprile, hanno toccato il massimo storico da 8 anni
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L'India si trova in grandi difficoltà a causa dell'anomala ondata di caldo che ha colpito il Paese. Le dimensioni del raccolto potrebbero essere quindi molto inferiori al previsto, forse al di sotto di 100 milioni di tonnellate. Il "picco improvviso dei prezzi globali del grano ha messo a rischio la sicurezza alimentare dell'India, dei Paesi vicini e di altre nazioni vulnerabili", ha spiegato la direzione generale del Commercio estero, come riportano i media indiani
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Gli acquirenti globali puntavano però sul secondo produttore mondiale di grano per le forniture dopo il crollo delle esportazioni dalla regione del Mar Nero in seguito all'invasione russa dell'Ucraina alla fine di febbraio. E prima del divieto, l’India mirava a spedire un record di 10 milioni di tonnellate all'estero. Ad aprile ne aveva esportate 1,4 milioni ed erano stati firmati contratti per altri 1,5 milioni

L’India ha comunque assicurato che consentirà ancora l'export per lettere di credito che sono già state emesse e su richiesta dei Paesi che stanno cercando di "soddisfare le proprie esigenze di sicurezza alimentare". La decisione potrebbe portare i prezzi globali a nuovi picchi e colpire i consumatori poveri in Asia e Africa

Nel mondo vengono prodotte 749.467.531 tonnellate di grano all'anno. La Cina è il più grande produttore, con un volume di produzione di 131.696.392 tonnellate all'anno. L'India è seconda con 93.500.000 tonnellate di produzione annuale. Terza la Russia, con 73.294.568 tonnellate, seguita dagli Usa con 62.859.050 tonnellate e il Canada 30.486.700. L'Italia è al 19esimo posto

Mentre se si guarda nel dettaglio all’Ucraina, ci sono 25 milioni di tonnellate di grano bloccate nei silos del Paese. Secondo Confagricoltura, inoltre, sono 50 i Paesi che dipendono dall'importazione di grano da Russia e Ucraina, tra cui Eritrea, Somalia, Madagascar, Tanzania e Congo e 53 Paesi vivono una situazione di crisi alimentare in Africa, e Siria, Palestina e Iraq
E l’Italia? Le nostre importazioni di grano dipendono solo per il 5% da Russia e Ucraina (secondo dati Istat diffusi da Cai, Consorzi Agrari d'Italia). Il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, ha annunciato al G7 un contributo di 5 milioni di euro dal Mipaaf alla Fao per la realizzazione di progetti inseriti nella Food Coalition: 2 milioni di euro per il settore agricolo in Ucraina e 3 milioni per finanziare iniziative a supporto dei sistemi agricoli e alimentari colpiti dalla crisi pandemica

Intanto, la situazione del grano ha effetti anche su tutto il resto della filiera alimentare. Vola il prezzo del riso a livello internazionale, facendo registrare un balzo del 21% nell'ultimo anno, secondo un'analisi della Coldiretti sulla base dei dati della borsa di Chicago (Cbot)

L'impatto della guerra, inoltre, si vede nel piatto. Corrono i prezzi dei prodotti alimentari mondiali che, nonostante la piccola tregua concessa nel mese di aprile, mettono a segno il 29,8% in più rispetto ad aprile 2021. La conferma arriva dall'Indice della Fao che rileva le variazioni mensili dei listini di un paniere di generi alimentari più commercializzati nel mondo

A tirare la volata sono i cereali con listini aumentati del 34% sullo stesso mese del 2021, seguiti dai prodotti lattiero caseari del 24%, zucchero del 22%, carne del 17% dei grassi vegetali del 46%