Mobilitazione degli operatori della logistica nell'immediato e, in tempi più lunghi, accesso ai fondi europei per i progetti sui trasporti da e per l'Ucraina. E' il piano della Commissione europea per stabilire "corridoi di solidarietà" con Kiev, per facilitare le esportazioni di cereali verso l'Ue e il resto del mondo. Bruxelles esorta anche le autorità nazionali ad applicare la "massima flessibilità" e "a garantire personale adeguato per accelerare le procedure ai valichi di frontiera"
Un piano per salvare il grano ucraino. È quello presentato a Bruxelles dalla Commissione europea per svuotare i silos ucraini pieni di grano e di mais bloccati dal conflitto. Fino all’anno scorso l’Ucraina riusciva a esportare circa 5 milioni di tonnellate al mese di cereali, un numero che ad aprile è crollato ad appena un milione (GUERRA IN UCRAINA. LO SPECIALE - GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA)
Rotte alternative
La principale via di uscita – i porti di Odessa e Mykolaiv sul Mar Nero - è infatti bloccata dalle mine ucraine e dalle navi da guerra russe. Servono dunque rotte alternative, che l'Ue vuole mettere in campo per trasportare fuori dall’Ucraina 20 milioni di tonnellate di cereali in meno di tre mesi. Si tratterebbe di una fortissima accelerazione rispetto al trend attuale.
Difficoltà logistiche
Ma le difficoltà logistiche da superare rimangono enormi. I treni non possono attraversare i confini con Polonia e Romania con facilità, visto che i binari ucraini non sono compatibili con quelli europei. Ecco perché per lasciare l'Ucraina i convogli impiegano in media 16 giorni. L’Ue vuole velocizzare le tempistiche, e per questo vuole utilizzare un maggior numero di mezzi e dare priorità ai treni che trasportano cereali ucraini sulle linee ferroviarie europee.
La dipendenza italiana
La dipendenza italiana dei cereali di Russia e Ucraina ammonta al 2,5% per il grano duro, al 5% per il grano tenero e al 15% per il mais. Dal grano duro si fa la pasta, dal grano tenero dolci e pane, dal mais foraggio per animali d'allevamento.
Semplificazione burocratica
Nel pacchetto proposto c’è anche una semplificazione burocratica alle dogane e la possibilità di utilizzare i depositi europei di cereali. Le conseguenze in caso di fallimento sarebbero molto gravi: il nuovo raccolto non troverebbe posto nei silos e dovrebbe essere lasciato nei campi, e d’altra parte si rischierebbe una crisi alimentare nei paesi più dipendenti da Kiev, in particolare in Medio Oriente e nell’Africa sub-sahariana. L’Ue intende anche evitare di lasciare una prateria alla Russia, che è destinata a ottenere un raccolto record e potrebbe sfruttare le forniture per aumentare il proprio export e accrescere la sua influenza internazionale.