
Ucraina, come e perché Mosca riesce a battere le sanzioni. L’ANALISI
Secondo l’Economist, il Paese guidato da Putin sta resistendo nonostante le misure senza precedenti prese nei suoi confronti perché ha un’economia chiusa e i suoi giacimenti continuano a garantire entrate molto importanti

Le sanzioni imposte alla Russia per la guerra in Ucraina non stanno facendo collassare il Paese. Lo riferisce l’Economist in una lunga analisi in cui sostiene che il rublo vale come prima, Mosca sembra rispettare gli impegni legati al pagamento delle cedole in valuta estera e anche la sua economia reale si è mostrata “sorprendentemente resiliente”
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La testata nota che ci sono delle difficoltà e che l'economia di Mosca si sta "indubbiamente restringendo". I prezzi al consumo, per esempio, sono aumentati di oltre il 10% rispetto a inizio anno e il numero di aziende che paga gli stipendi in ritardo sembra aumentare. Ciò nonostante, i consumi elettrici sono scesi solo di poco e, dopo un primo choc a marzo, i russi stanno spendendo di nuovo in caffè, bar e ristoranti
Russia’s economy is back on its feet
A fronte di questo scenario, le stime degli analisti che si attendevano un crollo del Pil fino al 15% quest'anno, "cominciano a sembrare eccessivamente pessimistiche", si legge nell'analisi
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Queste previsioni erano legate al fatto che sono state imposte misure “senza precedenti” alla Russia e altre ne potrebbero seguire. L’Unione europea, per esempio, sta cercando di trovare un compromesso per arrivare gradualmente a un embargo del petrolio: una decisione che la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha già annunciato, ma l'Ungheria ostacola e non può quindi entrare in vigore
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Secondo la testata ci sono due ragioni per le quali la Russia si è rimessa in piedi. Innanzitutto, aveva un'economia piuttosto "chiusa" anche prima dell'invasione in Ucraina. Soprattutto, però, può continuare a contare sui suoi immensi giacimenti di combustibili fossili e sulla ricchezza che ne consegue
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Secondo quanto si apprende, ogni giorno il Paese accumula circa un miliardo di dollari grazie al suo export energetico e nel primo trimestre dell'anno gli incassi di Mosca legati agli idrocarburi sono cresciuti di oltre l'80% su base annua
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In un’altra analisi, l’Economist fa notare che la Russia andrà incontro a un surplus commerciale da record perché le importazioni sono collassate ma le esportazioni hanno retto. Più nel dettaglio, le prime si sono ridotte di circa il 44%, mentre le esportazioni sono cresciute di circa l'8%
Russia is on track for a record trade surplus
Secondo l'Institute of international finance, l'avanzo corrente potrebbe arrivare a 250 miliardi di dollari, il 15% del Pil, oltre il doppio rispetto ai 120 miliardi di dollari registrati nel 2021

L’esperta Elina Ribbakova, citata dalla testata, crede che l’efficacia delle sanzioni potrebbe aver raggiunto il suo limite mentre Liam Peach di Capital Economics fa notare che se anche l’Ue decidesse di adottare un embargo, la misura sarebbe graduale e le importazioni del blocco si ridurrebbero solo del 19% quest’anno

L'impatto della decisione si sentirebbe a pieno solo nel 2023 “ma per allora Vladimir Putin avrà fatto in tempo ad ammassare miliardi per finanziare la sua guerra”