
Ancora stallo sul sesto pacchetto di misure contro Mosca che, tra le altre cose, introduce l’embargo del greggio russo tra 6 mesi e dei prodotti raffinati entro fine anno. Si lavora per un via libera "nei prossimi giorni", come riferiscono alcune fonti

A livello europeo è ancora stallo sul sesto pacchetto di sanzioni che, tra le altre cose, introduce l’embargo del greggio russo tra 6 mesi e dei prodotti raffinati entro fine anno. Questo malgrado il G7, intanto, abbia messo nero su bianco l'impegno a fermare l'import del greggio
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Fonti europee riferiscono di divisioni che non sembrano insuperabili, di "progressi importanti" e del fatto che comunque c'è unità sulla necessità di adottare il sesto pacchetto, con il via libera che potrebbe arrivare "nei prossimi giorni"
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Le frizioni emerse nei giorni scorsi sull'embargo graduale al petrolio russo erano state soprattutto con i Paesi più dipendenti e con impianti di raffinazione esclusivamente tarati per il petrolio russo

Così sembrava che rispetto allo stop a fine anno previsto per gli altri dell'Ue, ci sarebbe stata una deroga di 2 anni per Ungheria e Slovacchia e, nell'ultima versione, anche per la Repubblica Ceca

In particolare, l’Ungheria di Orbán inizialmente aveva indicato in cinque anni la finestra di tempo minima per poter dire addio al greggio russo

Poi avrebbe chiesto un’eccezione permanente oppure importanti compensazioni economiche per la riconversione industriale degli impianti nazionali

Mentre Grecia, Malta e Cipro potrebbero aver ottenuto, secondo alcune indiscrezioni, l’eliminazione del divieto imposto alle compagnie di navigazione e assicurative di trasportare o assicurare i carichi di petrolio russo

Gli altri punti del sesto pacchetto di sanzioni sembrano invece concordati: dalla disconnessione dal sistema internazionale dei pagamenti Swift di nuove banche, tra le quali Sberbank, ai nuovi nomi nella black list, come forse quello della compagna di Putin, Alina Kabaeva, e del patriarca ortodosso Kirill