Caro bollette, in Spagna e Portogallo tetto al prezzo del gas

Economia

Simone Spina

I due Paesi hanno avuto il via libera dell'Ue per ridurre di circa la metà il costo del metano utilizzato per produrre elettricità. In questo modo il conto per famiglie e imprese scenderebbe di un terzo. Ancora nessun accordo per abbassare il prezzo d'acquisto del metano a livello europeo 

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Il governo italiano continuerà a premere per fissare un tetto al prezzo d’acquisto del gas a livello europeo. L’assicurazione del ministro degli Esteri Luigi Di Maio arriva dopo che Spagna e Portogallo hanno invece ottenuto da Bruxelles il via libera a mettere una soglia al costo del metano importato e utilizzato per produrre energia elettrica.

La ricetta iberica

Madrid e Lisbona dipendono meno di noi dalle forniture estere (comprese quelle russe) e si affidano molto sulle fonti rinnovabili. L’obiettivo della ricetta iberica è di tagliare le bollette per famiglie e imprese, per un calo - si stima – di un terzo. Questo effetto si otterrà impedendo che il costo del gas superi i 40 euro a megawattora e, in ogni caso, non oltre i 50 euro per dodici mesi. In pratica, la metà degli attuali prezzi di mercato.

Come si forma il prezzo dell'energia

Per capire come le bollette saranno più leggere per spagnoli e portoghesi bisogna ricordare come si determina il prezzo dell’energia. Questo viene fissato dalla Borsa in base al costo più alto di produzione. Quindi se il gas è alle stelle, tutta l’elettricità sarà molto cara, anche quella generata – per esempio – col vento (anche se per farla in questo modo si spende meno). E’ un meccanismo ideato per garantire il libero mercato ed evitare squilibri negli approvvigionamenti ma, alla luce, degli straordinari aumenti del metano, acuiti dalla guerra in Ucraina, non sembra più adeguato.

La proposta italiana

Il nostro governo ha parlato di sganciare il prezzo dell’energia da quello del gas ma insiste soprattutto su un tetto al costo del metano per tutto il Continente: mettere una barriera solo in Italia porterebbe gli esportatori a non venderci il loro gas dirottandolo altrove. Chi, nella Ue, si oppone a una soluzione di questo tipo (Olanda e Germania) ribatte però che il rischio di essere tagliati fuori c'è lo stesso: pur essendo una grande acquirente, l'Europa non è la sola ad avere sete di gas e non potrebbe permettersi di decidere quanto pagarlo.

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