Si continua a lavorare per evitare il blocco del mercato: le strade ora al vaglio dei tecnici sarebbero due e riguarderebbero da vicino le banche, che hanno incontrato non poche difficoltà
Negli ultimi giorni, Il Sole 24 Ore aveva svelato che tutto il mercato delle cessioni dei crediti legati ai bonus fiscali si stava bloccando e stava diventando impossibile procedere con nuove domande
La testata aveva effettuato un monitoraggio e, sulla base delle informazioni raccolte, aveva segnalato che molti istituti stavano rallentando gli acquisti dei privati e altri si erano completamenti fermati per via della "pressione di una massa gigantesca di crediti, dal valore stimabile in oltre 40 miliardi, che mese dopo mese continua a crescere, mentre si assottiglia il numero dei soggetti che acquistano". Nella lista figuravano anche Unicredit e Intesa San Paolo
Ora questo problema sarebbe in via di risoluzione. La testata riferisce che i tecnici hanno individuato due possibili rimedi che saranno presto al vaglio di governo e Parlamento. La questione è piuttosto urgente perché, come ha sottolineato il presidente dell'Ance Gabriele Buia, citato da Il Sole 24 Ore, i blocchi rischiavano di mettere in difficoltà le aziende che operano sul mercato
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Buia ha anche spiegato cosa si pensa di fare. "Bisogna consentire alle banche di cedere i crediti ai loro correntisti, anche senza avere completato tutti e tre i passaggi di cessione; devono avere la possibilità di scontare subito questi crediti". Poi, prosegue, "potremmo consentire di cedere una porzione di un credito. Senza fare pezzettini troppo piccoli, si potrebbe consentire di cedere un anno intero, ad esempio, su un credito che dura cinque anni"
L'obiettivo, chiarisce Il Sole, "è rendere più percorribile la strada della quarta cessione, già aperta con il decreto Bollette" ed è possibile che gli emendamenti proposti vengano inseriti nella legge di conversione del decreto Ucraina che è in discussione al Senato, proprio per accelerare i tempi e scongiurare un blocco completo del mercato
Il via libera alla quarta cessione è arrivato con l'approvazione di un emendamento in commissione alla Camera. La modifica, che non è ancora definitiva e riguarda solo alcuni soggetti, è l'ennesimo tentativo di contrastare le frodi legate ai bonus edilizi senza che questo comporti un blocco dei cantieri
Nei mesi scorsi, lo stesso governo ha corretto le norme due volte a questo scopo. In un primo momento, aveva ridotto a una il numero di volte - inizialmente illimitato - in cui si poteva cedere il credito ad altre società o enti. Dopodiché, era di nuovo intervenuto per ampliarlo: un cambio di rotta dovuto agli effetti indesiderati che le modifiche originali avevano portato
Al momento è possibile effettuare tre cessioni del credito. Una è libera mentre le altre due sono vincolate perché i passaggi di mano possono essere fatti solo a favore delle banche e degli intermediari finanziari iscritti all’albo, delle società appartenenti a un gruppo bancario e delle imprese di assicurazione autorizzate a operare in Italia
Secondo Emanuele Orsini, vicepresidente di Confindustria con delega su credito, finanza e fisco citato da Il Sole 24 Ore, "le frodi non si combattono inserendo limiti sulle cessioni, ma facendo sì che si possano usare aziende qualificate per fare i lavori". E ancora: "Serve che le banche possano cedere anche ai loro correntisti i crediti acquisiti"
La testata riferisce che anche Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo, concorda sulla necessità di rivedere le norme sulle cessioni. "Chiediamo al Governo di valutare la possibilità che la cessione dei crediti sia ammessa in tutti i passaggi, anche per soggetti diversi da banche, istituti finanziari e assicurazioni, e non solo al termine e di prevedere il frazionamento del credito da parte delle banche qualora esso sia ceduto ai propri correntisti, anche in maniera frazionata per importo e annualità"