Franco: forti rischi per crescita, pronti a fare di più

Economia

Simone Spina

Il ministro del Tesoro assicura che il governo è pronto a intervenire per sostenere l'economia italiana. Non escluso il ricorso a nuovo debito ma prima bisogna attendere l'evoluzione della guerra in Ucraina e cosa accadrà ai costi dell'energia. Due circostanze che creano estrema incertezza

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''Viviamo in un quadro molto incerto con forti rischi. La politica di bilancio deve adattarsi all'evolvere delle circostanze''. Per Daniele Franco la guerra in Ucraina e la corsa dei prezzi dell’energia (che alimenta l’inflazione) rendono la situazione estremamente complessa. Il ministro del Tesoro, in audizione in Parlamento sul Documento di Economia e Finanza, conferma che in tempi brevi ci sarà un nuovo decreto per contenere il costo di luce, gas e carburanti, ma anche per sostenere le imprese, adeguare i rincari delle materie prime per le opere pubbliche e assistere i profughi ucraini. Dopo, dice Franco, “vedremo se il caso di fare di più. C’è la massima determinazione – aggiunge – ad agire con tempestività”.

Nuovo debito può attendere

Resta alta però l’attenzione alla spesa per non compromettere la crescita futura. Il ministro non esclude che si possa ricorrere a nuovo debito (attraverso la procedura dello scostamento di bilancio) ma bisogna prima capire come evolverà il conflitto e il costo dell’energia. Una frenata rispetto alle richieste dei sindacati, che chiedono di reperire nuove risorse (in pratica soldi in prestito dai mercati). Quest’ultima è una mossa giudicata rischiosa da Confindustria, che comunque ritiene insufficiente la risposta del governo alla crisi.

Decisioni a livello europeo

Franco, intanto, spiega che per ora si va avanti coi soldi in cassa, dieci miliardi e mezzo, che contribuiranno a portare quest’anno la crescita al 3,1 per cento. Stima che scenderebbe allo 0,6 se venisse a mancare il gas russo da cui dipendiamo. Uno scenario, sottolinea il ministro, che spinge a emanciparci da Mosca con rapidità e a trovare soluzioni a livello europeo. Sul tavolo di Bruxelles c’è un possibile piano per la crisi causata dal conflitto sulla falsa riga di quanto fatto con la pandemia, politiche comuni per contenere i prezzi dell’energia e regole di bilancio meno rigide.

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