
Gas, ecco come l'Italia pensa di ridurre la dipendenza energetica da Mosca
Il nostro Paese sta cercando di diversificare le fonti, aumentare le forniture da altri Paesi e puntare anche sul gas naturale liquefatto per svincolarsi sempre più dalla Russia. Gli accordi firmati ad Algeri rientrano in questa strategia, ma come ha sottolineato il ministro Cingolani, ci vorranno anni prima di raggiungere l'obiettivo, anche ricorrendo alle rinnovabili

Da quando è iniziato il conflitto in Ucraina, vari Paesi hanno accelerato gli sforzi per ridurre la loro dipendenza energetica dalla Russia. L'Italia è uno di questi e nella giornata di oggi, 11 aprile, ha firmato una nuova intesa con l'Algeria per raggiungere questo traguardo. "Gli accordi di oggi sono una risposta significativa a questo obiettivo strategico, ne seguiranno altri”, ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi. "Il governo vuole difendere i cittadini e le imprese dalle conseguenze del conflitto"
GUARDA IL VIDEO: Draghi: ad Algeri per ridurre dipendenza da gas russo
Gli accordi ai quali Draghi si riferisce sono di due tipi. Uno è il protocollo di intesa governativo tra Italia e Algeria firmato dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio e dal suo omologo algerino Ramtane Lamamra per rafforzare la cooperazione in campo energetico. L'altro è un accordo tecnico che l'amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi (in foto) ha siglato con i vertici di Sonatrach relativo alla produzione di gas, alla quantità contrattuale e alla definizione dei prezzi per il 2022-2023
Gas russo, Lituania blocca import: è il primo Paese in Ue
"Oggi è un giorno speciale per le relazioni tra Italia e Algeria, in particolare per Eni e Sonatrach: grazie alla collaborazione stretta e di lunga data tra le due società si è riusciti in così poco tempo e con uno enorme sforzo congiunto a firmare questo importante accordo che consolida ulteriormente la partnership tra le aziende e rafforza la cooperazione tra i nostri paesi", ha detto Descalzi
Eni sospende i nuovi contratti per l'acquisto di petrolio dalla Russia
Secondo quanto riporta la compagnia in una nota, più nel concreto, verranno utilizzate le capacità disponibili di trasporto del gasdotto Transmed "per garantire maggiore flessibilità di forniture energetiche, fornendo gradualmente volumi crescenti di gas a partire dal 2022, fino a 9 miliardi di metri cubi di gas all'anno nel 2023-24"
Gas, Draghi: "Accordo cooperazione Italia-Algeria su energia. Risposta a dipendenza russa"
"L'accordo non termina nel 2024 ma il flusso sarà costante o su una rampa che andrà a crescere", ha chiarito il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani. "Da Algeri avremo circa 3 miliardi di metri cubi in più di gas subito, altri 6 nel 2023 per arrivare a 9 miliardi, circa 3 miliardi di gas e 3 di Gnl"

L'accordo stretto in Algeria è stato possibile grazie all'esistenza di Trasnmed, uno dei cinque gasdotti sui quali l'Italia può contare. In un'intervista rilasciata a Sky TG24 durante l'evento Live In Bar, Cingolani aveva detto che queste infrastrutture rappresentano un "piccolo" vantaggio competitivo per il nostro Paese. "Per noi è più facile fare accordi rispetto ad altri Stati perché possiamo allacciarci a un fornitore dato che abbiamo il tubo che gli arriva in casa", aveva spiegato
Live In Bari, Cingolani: "Servono anni per risolvere i problemi energetici attuali"
I Paesi coi quali l'Italia starebbe trattando al momento per nuove forniture sono sette. Nell'elenco ci sarebbero anche Qatar, Congo, Angola, Mozambico, e Azerbaijan che si sarebbe impegnato "da solo" a fornire altri 2,5 miliardi di metri cubi di gas naturale. Ansa riporta anche che "sarebbe inoltre in corso un'analisi di mercato per il raddoppio del gas trasportato fino a 20 miliardi di metri cubi che, in caso di esito positivo, richiederebbe circa 4 anni per la realizzazione, senza bisogno di nuove infrastrutture"

Altro gas, seppure in minore quantità, potrebbe arrivare anche dalla Libia, che attraverso Greenstream importa 3,2 miliardi di metri cubi, ma ha, secondo il governo, una capacità attualmente massimizzata

Altra alternativa per diversificare le fonti e ridurre la dipendenza dal gas russo, è quella di puntare sul gas naturale liquefatto. Per quanto riguarda questo fronte, l'Italia guarda al Qatar, che è già il suo primo fornitore di gnl, ma anche all'Egitto e agli Stati Uniti. Altri 5 miliardi di metri cubi arriverebbero dal Congo nel 2023-2024

Il gnl può essere usato solo dopo essere stato trattato nei rigassificatori, ma Cingolani ha detto a Sky TG24 che questo non è un problema anche perché si può ricorrere alle strutture galleggianti. "La nave la ormeggi dove c'è un tubo del gas e ce ne sono diversi in Italia di punti di innesco. Si compra o si affitta per 400-500 milioni, dà 5 miliardi di metri cubi l'anno e sappiamo che quando la transizione sarà andata avanti, la nave la mandi via", ha dichiarato, aggiungendo che la prima di queste strutture dovrebbe arrivare nel primo semestre del 2023

Oltre a nuove strutture, si pensa di potenziare anche quelle esistenti. Secondo quanto si apprende, saranno aumentate di 6 miliardi di metri cubi le quantità di gnl trattate nei tre impianti esistenti a Panigaglia, al largo di Rovigo e Livorno. A questo, si dovrebbe aggiungere un aumento della produzione nazionale di 2,2 miliardi di metri cubi in aree quali Cassiopea, Canale di Sicilia e Marche

Un altro aiuto potrebbe arrivare dallo sviluppo del biometano e delle fonti rinnovabili. I nuovi progetti rinnovabili fino a 8 GW l'anno potrebbero portare a un risparmio di 3 miliardi di metri cubi di gas naturale all'anno, ma hanno bisogno di tempo per la realizzazione e l'adeguamento della rete. Infine dallo sviluppo del biometano c'è un potenziale di risparmio di circa 2,5 metri cubi