
Indipendenza energetica, ecco come la Lituania è riuscita a fare a meno del gas russo
Grazie alle sue politiche energetiche e a un terminale inaugurato nel 2014, il Paese ha potuto interrompere le importazioni da Mosca. Secondo il presidente, il suo esempio è replicabile nel resto d'Europa ma gli osservatori sono scettici

La grande dipendenza dell’Unione europea dal gas russo è uno dei motivi per cui sarà difficile imporre un embargo energetico contro la Russia in risposta al conflitto in Ucraina. Come ha sottolineato nei giorni scorsi il ministro dell’Economia tedesco Christian Lindner “al momento non è possibile tagliare le forniture", ma all’interno del blocco c’è chi può permettersi di farlo e non subirà per questo le conseguenze delle ritorsioni di Mosca
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Il Paese a cui tutti ora guardano è la Lituania. Grazie alle sue politiche energetiche, la piccola nazione baltica è diventata un esempio per i Paesi europei che cercano di smarcarsi dalla Russia per le forniture energetiche con l’obiettivo di diventare, nel tempo, meno ricattabili da Mosca. La premier lituana Ingrida Simonyte (in foto) ha infatti annunciato che la Lituania "non consumerà più un solo centimetro cubo del gas tossico russo" e che rifiuterà l'importazione di gas dalla Russia, primo Paese Ue a farlo. Lettonia ed Estonia hanno seguito il suo esempio
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Come riporta Euractiv, non si trattava di un bluff. Amber Grid, l’operatore che gestisce la trasmissione del gas, ha mostrato che il 2 aprile l’importazione di gas russo per il fabbisogno della Lituania era equivalente a 0 MWh. Il presidente Gitanas Nauseda (in foto) ha detto che la politica del suo Paese è replicabile nel resto d’Europa e, soprattutto, che questo risultato è dovuto alle decisioni prese anni fa che oggi “ci permettono di rompere i legami energetici con l’aggressore senza alcun dolore”
L'articolo di Euractiv: la Lituania diventa il primo Paese Ue a fermare l'importazione di gas russo
La decisione principale a cui Nausėda si riferisce è quella di investire su un terminale di gas naturale liquefatto. Secondo quanto riportava un articolo di EuObserver del 2014 - anno in cui il terminale è stato inaugurato nel Paese - il terminale era stato ordinato nel 2011 ed è arrivato nella città di Klaipeda il 27 ottobre del 2014, “un momento molto opportuno” dato che in quell’anno la Russia aveva invaso la Crimea
L'articolo di EuObserver: la Lituania vede l'indipendenza energetica con l'arrivo del terminale
Non a caso, la presidente di allora Dalia Grybauskaite, aveva detto che si trattava di un “progetto geopolitico strategico” data la "minaccia esistenziale" che le forniture russe rappresentavano per il Paese, e che il terminale avrebbe fatto sì che nessun “Paese dettasse i prezzi del gas o comprasse la [loro] volontà politica”. Le speranze che la Lituania negli anni ha riposto in questa struttura sono rappresentate anche dal nome del terminale: “Indipendenza”

Contrariamente al gas naturale, quello liquefatto può essere trasportato in mare e permette quindi al Paese che lo importa di diversificare le sue fonti di approvviggionamento. Sempre EuObserver, per esempio, riportava che all’epoca la compagnia lituana aveva firmato un contratto di cinque anni con Norwegian Statoil per importare 540 milioni di metri cubi di gas a partire dal 2015
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Come spiega un articolo della testata specializzata Fdi Intelligence, l’unità galleggiante di stoccaggio e rigassificazione di Klaipeda, riceve il gas da Paesi come l’Australia e gli Stati Uniti attraverso delle particolari cisterne e lo converte in altri combustibili. Il prodotto viene poi distribuito a una rete regionale
L'articolo di Fdi Intelligence: Klaipeda dà alla Lituania l'indipenza col gas
Negli anni, la Lituania è così diventata indipendente sul serio ma, secondo quanto riporta Domani, la sola esistenza di questa unità avrebbe portato Gazprom ad offrire il gas russo a Vilnius a prezzi più bassi. Proposta che il Paese ha accettato, ma firmando solo contratti di breve durata. Citando l’operatore che gestisce il terminale, Euractiv riferisce che oggi tre cargo contenenti il gas liquefatto lo raggiungono ogni mese. Il Paese può contare inoltre sulla Lettonia, che ha riserve di gas immagazzinate sottoterra

Secondo quanto riporta Reuters, parte del gas che arriva in Lituania è in realtà russo. Tuttavia, il Paese lo destinerebbe solo all’enclave di Kaliningrad, motivo per cui è uscito indenne dalla richiesta del presidente Vladimir Putin di pagare le forniture in rubli. “Date le circostanze, le richieste russe diventano insignificanti, perché la Lituania non sta più ordinando il gas e non si aspetta di fare altri pagamenti”, ha spiegato il Ministero dell'Energia

Per divincolarsi dalla dipendenza di rifornimenti energetici russi, il Parlamento della Lituania (Seimas) ha anche approvato un pacchetto di leggi per lo sviluppo dell'energia eolica offshore nel Mar Baltico e ha dato il via libera alla costruzione del primo impianto di questo tipo

Katja Yafimava, senior research fellow dell’Istituto di Oxford per gli studi sull’energia citata dal New York Times, non ritiene che Italia o Germania possano seguire le politiche di Vilnius così facilmente perché sono più dipendenti dal gas russo oltre che vincolati da contratti a lungo termine. Altri osservatori hanno fatto notare che la Lituania è uno Stato con un’economia non paragonabile a quella di altri Paesi membri. Le sue scelte mostrano però che si è preparata per tempo a un determinato scenario e per questo non ne ha pagato le conseguenze
L'articolo del Nyt: la Lituania dice di aver bloccato l'importazione di gas russo