Durante l'evento di Sky TG24 anche un panel su come ridurre la dipendenza energetica dalla Russia impatterà sulla svolta green. Il ministro della Transizione ecologica ha detto che non ci sono soluzioni nel breve termine a portata di mano anche perché l'Italia è un Paese molto industrializzato. Possiamo però contare su "piccoli vantaggi"
"Stiamo correndo per diversificare le fonti. Noi acceleriamo sulle rinnovabili, ma deve essere chiaro che questo non risolve il problema in due mesi, e servono reti digitali per reggere flussi continui". A dirlo, ospite di Sky TG24 Live In Bari, è il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, che ha parlato di come ridurre la dipendenza energetica dalla Russia influenzerà la svolta green durante un panel in cui sono intervenuti anche Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, e Luca Schieppati, Managing Director di TAP. "Molto realisticamente, ci vorranno anni. Il gas è il male minore e con la crisi russa-ucraina è diventato un problema nel problema. La migliore energia è quella che non si consuma, ma non basta risparmiare. Questa è la seconda manifattura d'Europa. Il nostro è un Paese molto industriale, è un problema estremamente complesso" (LIVE IN BARI, LA DIRETTA - IL PROGRAMMA E GLI OSPITI - IL TEATRO DI LIVE IN).
Cingolani: "Italia ha piccoli vantaggi"
Cingolani ha sottolineato che tutti i Paesi Ue si stanno muovendo per diversificare le fonti a causa della minaccia di perdere il gas russo. "L'Italia ha 5 gasdotti principali e quindi per noi è più facile fare accordi rispetto ad altri Stati. Possiamo allacciarci a un fornitore dato che abbiamo il tubo che gli arriva in casa. Sono piccoli vantaggi che adesso ci possono aiutare", ha detto il ministro parlando anche del ruolo futuro della Cina. "Dieci anni fa consumava lo stesso gas dell'Italia perché faceva tutto a carbone, ma adesso accelera. La previsione è che tra qualche anno prenderà tutto il gnl quindi lo scenario è complesso". Secondo Cingolani, bisogna correre sulle rinnovabili e riuscire a gestire questo periodo "con cautela". Il ministro ha anche parlato dei rigassificatori galleggianti, che offrono una soluzione in un termine relativamente breve: "Stiamo chiudendo attraverso Snam: il primo semestre del 2023 la prima nave sarà operativa" per la rigassificazione. "La nave - ha detto il ministro - la ormeggi dove c'è un tubo del gas e ce ne sono diversi in Italia, ci sono diversi punti di innesco. Si compra o si affitta per 400-500 milioni, dà 5 miliardi di metri cubi l'anno e sappiamo che quando la transizione sarà andata avanti, la nave la mandi via".
L'impatto ambientale delle misure di emergenza
Cingolani ha detto che in questo momento bisogna pensare che potrebbero mancare 33 miliardi di metri cubi dalla Russia: "Noi stiamo solo cercando di rimpiazzare senza bruciare altro, il che vuol dire, a parità di Co2 prodotto un giorno prima della guerra", ha detto, sottolineando che la strategia è non cambiare la strada verso la decarbonizzazione. Rispondendo alla domanda di uno studente, il ministro ha poi parlato del problema degli stoccaggi relativamente alle rinnovabili: "Finché pensiamo a case e piccole compagnie, lo stoccaggio si fa con le batterie. Se però pensi a un comparto industriale come l'ex Ilva non te la cavi a tecnologie vigenti, dovresti fare un palazzo di batterie a litio. C'è ancora molta ricerca da fare sugli accumulatori di grande capacità", ha sottolineato. "In un momento di fretta, si deve accelerare, ma ricordandosi sempre che il nostro è un Paese super industriale".
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Schieppati, altro ospite del panel, ha detto che "già da tre giorni trasportiamo 33 milioni di metri cubi che su base annua sono 12 miliardi di metri cubi trasportati e 10 e mezzo per l'Italia". Secondo il Managing Director di Tap, "non serve usare un'altra tubazione, dobbiamo potenziare la compressione in Grecia e Albania". Il governatore della Puglia Michele Emiliano ha invece parlato del progetto 'Tranto città dell'idrogeno': "L'idrogeno si può fare per via chimica o elettrolisi. Noi scegliamo questa seconda strada", ha detto, chiedendo sostegno al Mite e dichiarando che un progetto del genere potrebbe permettere alla Regione di "attuare l'emancipazione da fonti fossili".