
Guerra Ucraina, ecco i paradisi fiscali dove fuggono gli oligarchi per evitare le sanzioni
Il conflitto ha spinto l'Occidente a colpire le personalità vicine al presidente russo Vladimir Putin, ma è possibile che le misure decise non siano tanto efficaci quanto sperato. Ci sono Paesi dove i loro beni sono al sicuro, e diversi miliardari sembrano essersene già accorti

Da quando è iniziato il conflitto in Ucraina, l’Occidente ha imposto sanzioni molto dure nei confronti della Russia e degli oligarchi, persone molto ricche e molto vicine al presidente russo Vladimir Putin che in passato ne hanno influenzato alcune scelte. Nei giorni scorsi, si era ipotizzato che il congelamento dei loro beni potesse spingerli a rivedere il loro rapporto con Putin e, nella migliore delle ipotesi, a convincerlo a fermarsi. Ma sembra che questo scenario sia ottimistico e che i loro patrimoni non siano poi così a rischio
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Come spiega un articolo de Il Messaggero citando una stima del National Bureau of Economic Research, le famiglie più facoltose della Russia nascondono il 60% della loro ricchezza - pari a un trilione di dollari - fuori dal Paese. Finché non si capirà dove, le sanzioni non potranno mai essere del tutto efficaci. Un altro problema sono le scappatoie. Gli oligarchi si starebbero riparando nei paradisi fiscali e in Paesi come gli Emirati Arabi Uniti, dove il conflitto ucraino non è stato ancora condannato ad alto livello e non sono state perciò applicate sanzioni
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Dubai offre da tempo un rifugio sicuro. Negli ultimi anni, spiega il New York Times, “è diventata un parco giochi per i russi ricchi, grazie anche alla sua reputazione di fare poche domande sulla provenienza dei soldi stranieri”. Al momento, almeno 38 tra uomini d’affari e funzionari - sei dei quali sono stati colpiti da sanzioni - hanno delle proprietà in questa città per un valore totale pari a 314 milioni di dollari
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Da qualche settimana a questa parte, la meta sembrerebbe ancora più gettonata. Lo yatch del magnate dell’acciaio Andrei Skoch sarebbe posizionato al largo della città, venerdì sarebbe arrivato il jet di Arkady Rotenberg (in foto) e pare che ora ci sia una grande richiesta di appartamenti di lusso: sistemazioni sul lungomare da 15mila dollari al mese
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Gli oligarchi starebbero anche pensando di usare le criptovalute per eludere le sanzioni. Citando il New York Times, Il Messaggero riporta che circola tra i russi a Dubai l’invito a un cocktail party per venture capitalist e start-up di criptovalute
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In posti come questi, la ricchezza degli oligarchi non è a rischio e la loro vita può continuare senza grossi scossoni. Come ha spiegato un uomo d’affari che ha preferito rimanere anonimo, "avere un passaporto russo o denaro russo ora è molto tossico: nessuno vuole accettarti, tranne posti come Dubai. Non c'è problema ad essere russo a Dubai"
L'articolo del Messaggero sui paradisi fiscali
Questa "protezione" non è legata solo ai benefici che il loro patrimonio può portare: gli Emirati Arabi hanno rapporti molto stretti con la Russia e, come ha detto un analista vicino alle autorità, citato dal New York Times, “se non stiamo violando nessuna legge, nessuno dovrebbe incolpare Dubai, gli Emirati Arabi o qualsiasi altra nazione che cerca di ospitare chiunque arriva in modo legittimo”
L'articolo del New York Times
Oltre agli Emirati, ci sono altre due destinazioni alle quali gli oligarchi guardano con sempre più interesse, spiega Il Messaggero: le Maldive e Kaliningrad. L’arcipelago è attraente perché, tra l’altro, non ha un trattato di estradizione con gli Stati Uniti e lì sono stati visti alcuni superyatch di miliardari russi

Kaliningrad (in foto) è invece un paradiso fiscale russo nel cuore dell’Europa ed è per questo che gli oligarchi stanno trasferendo lì le holding che controllano i loro imperi nell’alluminio, nel petrolio, nell’agroindustria e nella tecnologia. Finora sarebbero 63 le società che si sono trasferite. Nel porto pare che sia arrivato anche il Graceful, uno yacht di 82 metri costato milioni di dollari che pare sia di proprietà dello stesso Putin. Prima dell’inizio del conflitto in Ucraina, si trovava ad Amburgo

La lista delle probabili destinazioni/scappatoie potrebbe essere, però, ancora più lunga. Come scrive il giornale Haaretz, alcuni stanno cercando di scappare in Israele sfruttando la loro cittadinanza. “I miliardari potrebbero beneficiare della legge, che consente loro di nascondere le fonti di reddito per un periodo di 10 anni”, osserva la testata
L'articolo di Haaretz sulla grande fuga degli oligarchi