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Guerra in Ucraina, Fitch sulla Russia: “Pagamento dei bond in rubli costituisce default”

Economia
©Getty

L'agenzia di rating ha ricordato che quelle in scadenza oggi sono le prime cedole in valuta estera dopo il decreto del 5 marzo di Putin che impone di pagare in rubli i creditori di Paesi che hanno sanzionato Mosca. "La Russia è un paese potente e autosufficiente, quindi non credo in un default", ha commentato Anatoly Aksakov, capo del comitato delle finanze nella camera bassa del parlamento russo

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Il pagamento "in valuta locale" delle cedole sugli Eurobond in dollari statunitensi della Russia rappresenterebbe "un default sovrano, alla scadenza del periodo di grazia di 30 giorni". Una "siffatta ridenominazione forzata" dei pagamenti sarebbe indicativa del fatto che "un default o un processo assimilabile al default è iniziato". Lo chiarisce l'agenzia di rating Fitch in una nota di commento sui potenziali eventi di default della Russia, ricordando che quelle in scadenza oggi sono le prime cedole in valuta estera dopo il decreto del 5 marzo di Putin che impone di pagare in rubli i creditori di Paesi che hanno sanzionato Mosca (GUERRA IN UCRAINA, il Liveblog - lo Speciale - Il racconto degli inviati di Sky TG24).

La scadenza

Gli investitori stanno aspettando di ricevere il pagamento di 117 milioni di dollari di cedole su due obbligazioni russe, i primi pagamenti di questo tipo da quando i paesi occidentali hanno risposto all'invasione dell'Ucraina del presidente Vladimir Putin con sanzioni finanziarie senza precedenti. La scadenza, prevista per oggi, segna un test cruciale della volontà e della capacità di Mosca di continuare a servire il suo debito estero. Il 5 marzo Putin ha detto che i creditori dei paesi "ostili" che hanno imposto sanzioni dovrebbero essere pagati in rubli piuttosto che in valuta estera. Ma secondo Fitch una tale "ridenominazione forzata" dei pagamenti delle cedole indicherebbe "che è iniziato un default o un processo simile al default". La società declasserebbe ulteriormente il rating di credito della Russia a "default limitato" se il pagamento non venisse effettuato in dollari entro il periodo di grazia di 30 giorni che segue la scadenza di oggi.

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"La Russia è un paese potente e autosufficiente, quindi non credo in un default. Non c’è nessuna condizione o base per parlare di questo. La Russia adempirà con calma a tutti i suoi obblighi", ha commentato Anatoly Aksakov, capo del comitato delle finanze nella camera bassa del parlamento russo. L'ultimo default sovrano della Paese risale al 1998 quando s’innescò la crisi finanziaria che portò quasi al crollo dell'hedge fund americano Long-Term Capital Management. Il governo ha poi ristrutturato il suo debito in rubli e il debito denominato in dollari dell'era sovietica, ma ha continuato ad effettuare i pagamenti sulle obbligazioni internazionali emesse dal crollo dell'Unione Sovietica. L'ultimo default completo sul debito estero è avvenuto all'indomani della rivoluzione russa, quando il governo bolscevico ripudiò i debiti dell'era zarista.

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