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Borse, Milano e le europee chiudono in forte rialzo. Petrolio e gas in calo

Economia
©Ansa

Piazza Affari conclude la giornata con un +3,34%. Bene anche le gli altri principali listini del Vecchio Continente, spinte dalla speranza che i negoziati tra Russia e Ucraina portino a un compromesso. L’annuncio della Cina di voler lavorare per la stabilità dei mercati ha dato un’iniezione di fiducia ai mercati asiatici: a trainare tutti Hong Kong, che ha chiuso in rialzo del 9,08%

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Nonostante i negoziati tra Russia e Ucraina non abbiano ancora portato a un cessate il fuoco, la notizia di una bozza di un accordo di pace e il calo del prezzo di petrolio e gas hanno portato le Borse europee, fra cui Piazza Affari, a chiudere la giornata in forte rialzo. I listini del Vecchio Continente avevano già aperto in positivo, sulla scia di quelli asiatici. L’annuncio della Cina di voler lavorare per la stabilità dei mercati, infatti, aveva già dato un’iniezione di fiducia alle Borse asiatiche, che sono riuscite a rimbalzare e a chiudere in aumento. Attesa per la Fed, che dovrebbe alzare i tassi di 25 punti base e pubblicare le nuove previsioni economiche (UCRAINA: GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - LO SPECIALE - I VIDEO DI SKY TG24).

La Borsa di Milano e i Mercati europei

Dopo un avvio in rialzo e un'accelerata a metà seduta, la Borsa di Milano chiude in forte rialzo: l'ultimo Ftse Mib guadagna il 3,34% a 24.284 punti. Bene anche gli altri listini europei: l'indice stoxx 600 archivia la seduta in rialzo del 3,1% e nel Vecchio continente si mettono in mostra Francoforte (+3,76%), Parigi (+3,68%), Londra e Madrid (+1,75%).

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Le Borse asiatiche

Le Borse asiatiche hanno ritrovato slancio dopo che il vicepremier cinese Liu He, plenipotenziario del presidente Xi Jinping sulle vicende economiche, ha detto che Pechino vuole sostenere la quotazione delle compagnie nazionali all'estero, lavorare per la stabilità dei mercati dei capitali e gestire i rischi legati al settore immobiliare. La prima a rimbalzare è stata Hong Kong, dopo due sedute pesantissime in cui ha ceduto un totale superiore al 10% tra i timori sulla stretta di Pechino sul comparto hi-tech, sul boom di casi Covid-19 con il lockdown dell'hub di Shenzhen e sull'ipotesi che le sanzioni alla Russia potessero colpire anche la Cina: l'indice Hang Seng ha chiuso in rialzo del 9,08%, a 20.087,50 punti. L'allungo di Hong Kong ha trainato i listini cinesi, che hanno chiuso sui massimi intraday recuperando gran parte delle perdite della vigilia: l'indice Composite di Shanghai è balzato del 3,48%, a 3.170,71 punti; quello di Shenzhen del 3,62%, a quota 2.086,24. Anche la Borsa di Tokyo ha accelerato sul finale di seduta: il Nikkei ha messo a segno un progresso dell'1,64%, a quota 25.762,01, e un aumento di oltre 400 punti. Sul mercato dei cambi continua la svalutazione dello yen, ai minimi in 5 anni sul dollaro, a 118,20, e sull'euro a 129,80.

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L’andamento di petrolio e gas

Giornata volatile per il petrolio. In mattinata, dopo il netto calo degli ultimi due giorni, il prezzo è tornato a salire, superando di nuovo i 100 dollari al barile. Più tardi, sempre sulla scia di un possibile compromesso tra Russia e Ucraina, il petrolio ha invertito la rotta ed è passato in negativo: il Brent ha ceduto lo 0,43% ed è sceso sotto i 100 dollari (99,4) al barile, il Wti ha registrato un calo dello 0,5% e ha sfiorato i 96 dollari al barile. Intorno alle 14, petrolio di nuovo in rialzo a New York: il Wti sale del 2,1% a 98,50 dollari al barile, il Brent a 101,22 dollari (+1,4%). Intanto, Arabia Saudita e Cina discutono sull'uso dello yuan al posto del dollaro nelle transazioni del greggio. Dopo il petrolio anche il gas, in avvio in rialzo, si è mosso in calo ad Amsterdam: il prezzo è sceso a 109,72 Mwh, dopo un'apertura a 117, con una flessione del 4,8%. A Londra il prezzo è di 261,27 penny per unità termica Mmbtu con una calo del 4,7%. Tra i metalli, il nichel è tornato alle contrattazioni a Londra perdendo il 5%: gli scambi sono durati pochi secondi e per un problema tecnico, relativo al tetto al ribasso pari al 5% posto alle quotazioni, le contrattazioni sono state nuovamente sospese. Sul fronte dei cambi è in recupero il rublo: la moneta russa, che prima della guerra in Ucraina trattava a 75 sulla divisa americana, viene scambiata a 100 sul biglietto verde e a 110 sull'euro che a sua volta passa di mano a 1,10 sul dollaro.

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