
Aumento prezzi, scende il costo del grano ma pasta e pane si pagano di più
Il grano tenero è in calo ma prodotti come pane e biscotti sono ancora in aumento, così come la pasta, che però si produce dal grano duro (importato da zone non interessate dal conflitto in Ucraina). Dalla materia prima al pane – calcola Assoutenti - il prezzo aumenta di 13 volte. Rincari anomali anche per benzina, pesce e ortofrutta

Nell’ultima settimana il prezzo del grano tenero, che in Italia arriva in gran parte da Russia e Ucraina, ha smesso di aumentare, anzi è calato quasi del 10%. Nonostante questo, il costo di pane e biscotti è sempre in crescita. In media il prezzo è di 5,31 euro al chilo ma si registrano punte fino quasi a 10 euro al chilo
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Forti rincari però si registrano che su prodotti come la pasta, che si produce per la gran parte da grano duro importato dal Canada, Usa, Messico o altre parti di Europa, quindi non da scenari del conflitto
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Un chilo di pasta in media è arrivato a costare 2 euro, con picchi di 4,71 euro al chilo in alcune città secondo Assoutenti e i dati Mise
Austerity, dalle bici al Tg delle 20: come cambiò l'Italia negli anni ’70Il prezzo del grano tenero la scorsa settimana è calato dell’8,5%. Non così il costo dei lievitati: dal grano al pane – calcola Assoutenti - il prezzo aumenta di 13 volte tenuto conto che per fare un chilo di pane occorre un chilo di grano (oltre l’acqua)
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Se un chilo di pane mediamente in Italia costa 5,31 euro, vuol dire che a influire sul prezzo per oltre il 90% sono altri fattori come l’energia, l’affitto degli immobili e il costo del lavoro. Ma le ultime due voci sono ferme da tempo
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L’improvviso calo (mai così rilevante dal 2016) del costo del grano fa dire a Coldiretti che gli speculatori sono in azione: si spostano dai mercati finanziari in difficoltà anche sulle commodities agricole dove le quotazioni dipendono sempre meno dalla momentanea domanda e offerta e sempre più dai contratti “future” in cui si acquista e si vende solo virtualmente

Nelle ultime settimane le conseguenze del caro energia si mescolano ad effetti collaterali della guerra, spingendo a prezzi anormali sulle materie prime

Il petrolio è arrivato a sfiorare i 130 dollari al barile, ma nei distributori si sono sfiorati i 2,4 euro al litro per la benzina. Le associazioni dei consumatori chiedono uno sconto su accise e tasse, che pesano per oltre il 50% sul pieno. L’Antitrust, però, sta già verificando che eventuali pratiche commerciali scorrette

Intanto tornano in attività i pescherecci dopo una settimana di sciopero con conseguenti livelli record dei prezzi al dettaglio. L’aumento per i prodotti ittici importati è spiegabile con il costo dei trasporti, mentre non è altrettanto giustificabile quello per i prodotti locali. E lo stesso ragionamento si può applicare al settore ortofrutticolo