
Austerity, dalle bici al Tg delle 20: come cambiò l'Italia negli anni ’70
Mentre si cerca di prevedere e prevenire le possibili conseguenze economiche della guerra in Ucraina per il nostro Paese, torna in mente un altro periodo finanziariamente complicato: quello della crisi cominciata nel dicembre del 1973. Le condizioni di oggi, però, sono completamente diverse e il rischio di misure come quelle del passato è quasi nullo

Dal 2 dicembre 1973 un’Italia abituata al boom economico si risvegliò più povera. Mentre si cerca di capire e arginare le possibili conseguenze economiche per il nostro Paese causate dalla guerra in Ucraina, c’è chi ricorda il periodo di austerity dello Stivale negli anni ’70. Dai primi di dicembre 1973 e fino al 2 giugno del 1974 l’Italia piombò nel buio. Ci fu chi tirò fuori dalla cantina la bicicletta, chi il tandem e i pattini, qualcuno addirittura la carrozzella e il cavallo, per non dover acquistare carburante per la macchina
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In realtà, le condizioni di oggi sono completamente diverse da quelle di allora e il rischio di nuove misure simili a quelle degli anni Settanta è pressoché nullo. Ecco cosa successe nel nostro Paese circa 50 anni fa: dalle domeniche senz'auto, alle luci delle città oscurate, le misure adottate dal governo cambiarono la vita delle famiglie, anticipando gli orari della cena serale e del Tg1, eliminando le gite fuori porta della domenica, anticipando gli orari di chiusura di uffici e negozi
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La crisi energetica era cominciata da qualche anno, ma la svolta decisiva si ebbe nell'ottobre del 1974. Dopo gli anni del boom e l'aumento del fabbisogno energetico, la guerra dello Yom Kippur, che vide Egitto e Siria attaccare Israele, portò prima a un rincaro del greggio da parte dell'Opec verso gli Stati che appoggiavano Tel Aviv, poi a un vero e proprio embargo
La guerra in Ucraina mette in crisi l'industria alimentareIl prezzo del petrolio schizzò da tre a dodici dollari al barile e tutti i Paesi occidentali, a cominciare dall'Olanda, presero misure di contenimento dell'utilizzo dell’energia. Il governo Rumor, in una seduta terminata a notte fonda il 23 novembre 1973, varò il decreto legge 304, il decreto austerity, decidendo di vietare le auto e le moto a tutti gli italiani nei giorni festivi e nelle domeniche, ma anche le barche e gli aerei privati

Nessuno fu escluso, rimasero appiedati anche i ministri e il presidente della Repubblica, tanto che Giovanni Leone per assistere alla cerimonia dell'Immacolata concezione in piazza di Spagna recuperò dalle rimesse del Quirinale una carrozza a cavalli. Strade e autostrade nei week end si svuotarono, in un clima inizialmente surreale. Potevano circolare solo i mezzi di sicurezza e di soccorso, i medici e i parroci, per gli altri la multa era di un milione di lire

Potevano scendere in strada i mezzi pubblici e gli italiani si abituarono a organizzare gite di gruppo. Per risparmiare benzina, calarono anche i limiti di velocità: in città rimasero i 50 all'ora ma nelle strade extraurbane scesero a 100 all'ora e nelle autostrade a 120 all'ora. Il risultato fu che 11 milioni di biciclette invasero vie e piazze del Paese, insieme a tandem, carrozzelle e pattini, perché gli italiani non rinunciarono a uscire di casa per trascorrere qualche ora di relax dopo una settimana di lavoro

Le palestre si riempirono di nuovi sportivi, gli stadi registrarono il tutto esaurito. I bar e i ristoranti dovevano chiudere a mezzanotte, mentre i locali pubblici, cinema, teatri e locali da ballo, dovevano spegnere le luci alle 23: anche la notte di fine d'anno si trascorse in casa e venne consigliato di limitare le luminarie natalizie. Le città ridussero l'illuminazione pubblica del 40%, era possibile accendere solo un lampione su due nella notte

I distributori di benzina restarono chiusi dalle 12 del sabato a tutta la domenica. Gli uffici pubblici anticiparono la chiusura alle 17.30 ma soprattutto i negozi dovettero chiudere le serrande alle 19. Le insegne al neon e colorate di negozi, vetrine di bar e ristoranti, di supermercati e grandi magazzini dovevano restare spente. Per far anticipare alle famiglie i riti serali di cena e dopocena, la Rai cambiò l'orario del telegiornale, l'unico di quegli anni: se prima andava in onda alle 20.30, il Tg1 si spostò alle 20, orario mantenuto fino a oggi

Per spingere gli italiani ad andare a letto presto, risparmiando energia elettrica, la televisione non poteva comunque trasmettere programmi oltre le 22.45, con una tolleranza fino alle 23. L'Enel e le imprese distributrici di elettricità ridussero la tensione del 6-7% dalle 21 alle 7, limitando la possibilità di usare elettrodomestici nelle case. La temperatura consigliata negli edifici era di massimo 20 gradi

Dopo pochi mesi l'austerity non fu più necessaria, anche se i principali dati macroeconomici fecero registrare numeri negativi e l'inflazione giunse alle stelle, fino al 12,5%. A marzo l'embargo del petrolio terminò e dall'aprile del 1974 la crisi energetica si allentò lasciando il passo al consumismo degli anni ‘80