
Molti lavoratori attendono con trepidazione la cosiddetta ‘gratifica natalizia’ ma ci sono dei casi in cui potrebbe comparire in busta paga in ritardo o per nulla. Se è così, bisogna fare le dovute verifiche ed eventualmente agire
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Secondo una stima della Confesercenti, quest’anno riceveranno la tredicesima 35 milioni di italiani per un importo complessivo di 43,7 miliardi di euro: 1.200 euro netti a testa. La somma, anche chiamata ‘gratifica natalizia’, viene generalmente corrisposta a dicembre, ma non a tutti e non nello stesso periodo. Prima di iniziare a preoccuparsi, bisogna quindi fare dei controlli
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Innanzitutto, è importante capire se si rientra nella categoria dei lavoratori ai quali spetta la tredicesima. La retribuzione aggiuntiva è un diritto dei pensionati e dei lavoratori dipendenti, pubblici e privati, sia a tempo determinato che indeterminato. La ricevono anche i neo-assunti, seppure di importo ridotto, le colf e le badanti a contratto. Restano esclusi i lavoratori autonomi, quelli a progetto e i parasubordinati, nonché stagisti e tirocinanti
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Fatta questa verifica, bisogna assicurarsi di aver maturato la tredicesima. La somma non è mai fissa ed è frutto di un calcolo specifico stabilito dai singoli contratti di lavoro. Generalmente, corrisponde a un dodicesimo del totale percepito in un anno, perché ogni mese viene accantonata una rata di importo pari a un dodicesimo dello stipendio mensile
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Nel calcolo vengono però conteggiati solo i mesi durante i quali la persona ha lavorato per un numero minimo di giorni. Nel computo rientrano anche i giorni di malattia, ferie, festività, il congedo di maternità e paternità obbligatorio e tutti i permessi previsti dalla legge 104/1992. Non vengono, invece, considerati come lavorativi i giorni di assenza ingiustificata o dovuti a ferie non godute, aspettativa non retribuita e sciopero
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Discorso a parte vale per la cassa integrazione. In linea generale, quando è parziale, la tredicesima viene garantita. In caso di sospensione totale, invece, viene data al lavoratore un’integrazione salariale pari all’80% della retribuzione, a carico dell’Inps
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Se la persona in questione ha diritto alla tredicesima e l’ha maturata ma non l’ha ancora ricevuta in busta paga, ha altre due domande da farsi prima di sollecitare il proprio datore di lavoro. La prima riguarda la possibilità di aver già ricevuto l’importo dovuto

In caso di cessazione del rapporto di lavoro, la tredicesima viene infatti liquidata insieme alle altre spettanze di fine rapporto, come ferie, permessi non goduti e TFR. Ci sono poi altri casi in cui, sulla base di specifici accordi, la retribuzione non viene erogata in un’unica soluzione, bensì di volta in volta insieme allo stipendio mensile

L’altro controllo da fare riguarda la tempistica. La retribuzione viene erogata col cedolino di dicembre ai pensionati e con lo stipendio del mese ai lavoratori dipendenti nel settore pubblico. In linea generale, dovrebbe arrivare dal 10 al 20 dicembre. Non c’è invece una data prestabilita per chi lavora nel settore privato. La tredicesima potrebbe quindi essere solo in ritardo

Se passano le festività e la tredicesima ancora non compare, è il caso di attivarsi. Il primo consiglio è quello di chiedere un chiarimento al proprio datore di lavoro mediante raccomandata o PEC

Se quest’ultimo non risponde o la tredicesima ancora non arriva, è possibile rivolgersi a un sindacato o all’ispettorato del lavoro in mancanza di un accordo per richiedere un decreto ingiuntivo nei confronti del propri sodatore

Secondo una stima di Confesercenti, sulla base di un sondaggio Swg, l’arrivo della tredicesima dovrebbe generare una spinta di 21 miliardi per gli acquisti nel periodo delle feste, circa 2,7 miliardi in più rispetto al 2020

"Un aumento dovuto in primo luogo alla ripresa del lavoro dopo lo stop imposto dalla pandemia e alla conseguente riduzione dell'indebitamento”, osservava l’associazione. “Un segnale che lascia ben sperare, anche se non mancano elementi di preoccupazione”. In primis: la crescita del risparmio “legata a un persistente stato di incertezza, a sua volta dovuto al prolungarsi dell'emergenza sanitaria”