
Green pass obbligatorio sul lavoro, ecco le aziende che pagano il tampone ai dipendenti
Dal 15 ottobre scatterà l’obbligo per tutti i lavoratori di presentare il certificato per accedere ai luoghi di lavoro. I tamponi rapidi hanno un prezzo calmierato di 15 euro. Le società hanno deciso di coprire il costo per garantire la produttività, alcune solo per un mese e altre fino a fine anno

Cresce la lista delle aziende che decidono di pagare il tampone ai loro dipendenti non vaccinati per permettergli di ottenere la certificazione verde Covid. Dal 15 ottobre scatterà l’obbligo per tutti i lavoratori di presentare il green pass per accedere ai luoghi di lavoro
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Oltre che con il vaccino o con la guarigione, la certificazione valida per entrare nei luighi di lavoro può essere ottenuta anche con un tampone rapido entro le 48 ore o un test molecolare entro le 72 ore prima dell’inizio del turno
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I tamponi gratuiti sono garantiti solamente a chi è esentato dalla campagna vaccinale per motivi di salute. Per i maggiorenni, i tamponi rapidi hanno un prezzo calmierato di 15 euro. Per venire incontro ai dipendenti non vaccinati e garantire la produttività, sono diverse le aziende che hanno deciso di pagare i tamponi ai lavoratori no vax
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Alcune hanno adottato questa misura per un mese, per dare il tempo a chi non lo ha fatto di vaccinarsi. Altre, invece, fino al 31 dicembre, data formale della fine dello stato di emergenza e dell’obbligo di green pass. Dall’ex Ilva a Natura Sì, ecco quali sono
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NATURA SÌ – Il supermercato biologico è stato tra le prime aziende ad annunciare che avrebbe dato “un contributo consistente” per pagare i tamponi ai dipendenti che rifiutano di vaccinarsi. La comunicazione è stata data dal presidente Fabio Brescianin con una lettera indirizzata ai 1.650 dipendenti diretti del marchio
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EX ILVA - Acciaierie Italia pagherà il tampone ogni 48 ore per consentire l’accesso nei luoghi di lavoro ai 1.600 dipendenti diretti dell’ex Ilva che non sono vaccinati. Ci saranno due ingressi distinti, il primo per i dipendenti con la certificazione e il secondo per coloro che dovranno prima sottoporsi al tampone. I lavoratori potranno fare il test in una farmacia di Taranto prenotando tramite mail o dal centralino

AZIENDE METALMECCANICHE – Da Ducati Motor a Toyota Material Handling, la maggior parte delle aziende metalmeccaniche della provincia di Bologna ha deciso di pagare i tamponi ai dipendenti. A renderlo noto sono Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil con un comunicato congiunto. Tra le altre fabbriche ci sono Gd (gruppo Coesia), Ima, Bonfiglioli Riduttori e altre di piccole e medie dimensioni

PIQUADRO – Il gruppo leader nel settore degli accessori in pelle ha deciso di offrire tamponi gratuiti a tutti i dipendenti non vaccinati dei suoi marchi Piquadro, The Bridge e Lancel. I lavoratori potranno farne richiesta direttamente all’azienda fino al 31 dicembre. La ragione è tutelare la produzione, in crescita dopo i mesi del lockdown, evitando assenze e disorganizzazione nel lavoro
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SAILMAKER – La ditta marchigiana è nel settore arredamenti tessili, tessuti per vele, telonerie navali e marittime. Ha annunciato che coprirà completamente, fino a fine anno, il costo dei tamponi necessari per il green pass dei propri dipendenti. Attualmente conta 26 lavoratori

CHI DICE NO – Al contrario, altre aziende si schierano contro la decisione di garantire il costo del tampone per i dipendenti no vax. È il caso del marchio di beauty Kiko Milano. "Chi decide di non vaccinarsi deve pagare le spese di questa decisione", ha dichiarato l’ad Cristina Scocchia