
Green pass, il nuovo Dpcm di Draghi sui controlli al lavoro: ecco le linee guida
Il presidente ha firmato il provvedimento per fornire ai datori di lavoro pubblici e privati gli strumenti informatici che consentiranno una verifica quotidiana e automatizzata del possesso delle certificazioni. Le verifiche devono avvenire ogni giorno, all’ingresso, durante la giornata o anche in anticipo. Potranno essere a tappeto o a campione ma non meno del 20%. Introdotto un sistema per far dialogare i software delle aziende con la Piattaforma nazionale-Dgc che rilascia il green pass

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, su proposta del ministro dell'Economia e delle finanze, Daniele Franco, del ministro della Salute, Roberto Speranza, e del ministro per l'Innovazione tecnologica, Vittorio Colao, ha firmato il Dpcm con le modalità di verifica del possesso delle certificazioni verdi in ambito lavorativo
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Il decreto interviene per fornire ai datori di lavoro pubblici e privati gli strumenti informatici che consentiranno una verifica quotidiana e automatizzata del possesso delle certificazioni, in vista del 15 ottobre, data in cui diventerà obbligatorio per tutti i lavoratori avere il green pass per accedere al luogo di lavoro
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Secondo quanto stabilito dal Dpcm, il soggetto preposto al controllo è il datore di lavoro, pena una multa fra i 400 e i 1.000 euro. L’attività di verifica può essere delegata con atto scritto anche ad altro personale, preferibilmente con qualifica dirigenziale. Le linee guida lasciano libero il datore di lavoro di stabilire le modalità nell'organizzare i controlli
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I controlli devono essere fatti ogni giorno, all'accesso in ufficio o anche successivamente durante la giornata. Le verifiche potranno essere a tappeto o a campione ma in misura non inferiore al 20% del personale in servizio e assicurando una rotazione costante, così da testare tutti i dipendenti
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Inoltre, sarà possibile richiedere il pass in anticipo al dipendente in base alle esigenze organizzative, ad esempio nel caso in cui si debbano programmare turni aziendali. Nel testo finale del Dpcm salta la previsione del limite di 48 ore di anticipo entro cui chiedere la verifica del certificato
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Per le verifiche potrà essere utilizzata la App 'VerificaC19' oppure i nuovi strumenti previsti dal Dpcm, che consentiranno una verifica "quotidiana e automatizzata" rilevando solo il possesso del pass e nessun altro dato del dipendente

Sarà possibile integrare il sistema di lettura del Qr code con i tornelli o con gli apparecchi per la rilevazione della temperatura già presenti nelle aziende. In questo modo i diversi software dialogheranno direttamente con la Piattaforma nazionale-Dgc che rilascia il green pass

Per le aziende con più di 50 dipendenti, sia privati sia pubblici ma non aderenti a NoiPA, l’interazione asincrona sarà assicurata tra il Portale Inps e la Piattaforma nazionale-Dgc

Infine per le amministrazioni pubbliche con almeno 1.000 dipendenti, anche con uffici di servizio dislocati in più sedi fisiche, verrà realizzata una interoperabilità applicativa, in modalità asincrona, tra i sistemi operativi di gestione del personale e la Piattaforma nazionale-Dgc

Il Dpcm chiarisce anche che per il datore di lavoro, pubblico e privato, c'è "l'esplicito divieto" di conservare i Qr code delle certificazioni e non è possibile "in alcun caso" raccogliere i dati dei dipendenti per finalità ulteriori rispetto a quelle per il controllo per l'accesso al lavoro, salvo quelli strettamente necessari all'applicazione delle sanzioni

L'obbligo del pass riguarda tutti i dipendenti, compresi quelli delle imprese dei servizi di pulizia, ristorazione, manutenzione e rifornimento dei distributori automatici, i consulenti, i collaboratori, i corrieri, i visitatori. Sono esclusi gli utenti

Per i lavoratori trovati sul luogo di lavoro senza certificazione o con un certificato falso o appartenente a un'altra persona, ci sarà un’ammenda fra i 600 e i 1.500 euro. Il lavoratore dovrà anche rispondere penalmente per falso

Per le pubbliche amministrazioni, nel caso sia impossibile garantire un servizio essenziale perché non si può impiegare personale sprovvisto di green pass, il datore di lavoro potrà adottare misure di riorganizzazione interna, come mobilità tra uffici o aree diverse