Green pass obbligatorio, portuali e autotrasporti minacciano blocco. Si cerca mediazione

Cronaca
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Il ministero dell'Interno raccomanda alle imprese del settore di mettere a disposizione del personale sprovvisto del pass i tamponi gratuiti. Poi precisa: gli operatori economici "potranno valutare". A Trieste, se non verrà ritirato l'obbligo della certificazione, dal 15 ottobre rischio blocco dello scalo portuale. A Genova alcune aziende pagheranno i test. Ma lo stop potrebbe coinvolgere anche altri scali e altri settori. Conftrasporto: valutiamo fermo tir. Viminale: rafforzare prevenzione e vigilanza obiettivi

È polemica sul Green pass nei porti. Una circolare del ministero dell'Interno raccomanda alle imprese del settore "di mettere a disposizione del personale sprovvisto di Green pass test molecolari o antigenici rapidi gratuiti". Ma poi precisa: gli operatori economici "potranno valutare, nella piena autonomia, ogni possibile modalità organizzativa". Il Comitato dei lavoratori intanto ribadisce: dal 15 ottobre, se non verrà ritirato l'obbligo della certificazione verde, verranno bloccate le attività del porto di Trieste. Ma non è solo questo scalo a essere a rischio: "Oggi ci saranno sorprese perché non si fermerà solo il porto di Trieste. Anche quello di Genova? Non mi fermerei a quello di Genova, quasi tutti i porti si fermeranno. Stasera ne avremo conferma", dice il portavoce dei portuali triestini, Stefano Puzzer, all'Huffington Post. "Il mio auspicio è che con il buon senso si possa arrivare a un equilibrio", altrimenti "rischiamo di fare un danno enorme", il commento del presidente della Regione Fvg, e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga LE REGOLE PER I LAVORATORI - TUTTE LE NEWS LIVE SUL COVID - CHI È A FAVORE E CHI CONTRO I TAMPONI GRATIS). Il rischio caos potrebbe espandersi anche ad altri settori. Conftrasporto minaccia: dare risposte o valutiamo fermo dei tir. Intanto il Viminale ha deciso che le forze di polizia, in vista dell'entrata in vigore dell'obbligo del green pass e del "prossimo impegnativo periodo", dovranno "intensificare le attività di prevenzione delle possibili cause di turbativa, con il rafforzamento dei dispositivi di osservazione e di vigilanza del territorio e degli obiettivi sensibili, nonché dei servizi di monitoraggio dei siti web e dei social network, anche per garantire a tutti la libertà di manifestare pacificamente e nel rispetto delle regole".

La situazione al porto di Trieste

Nel porto di Trieste è alta la quota di lavoratori sprovvisti di Green pass, il 40% secondo i dati disponibili. Le aziende si sono dette disposte a pagare i tamponi ai lavoratori fino al 31 dicembre prossimo, "a patto che dal 16 ottobre, però, riprenda l'attività”. Ma il Comitato dei lavoratori è irremovibile: dal 15 ottobre, se non verrà ritirato l'obbligo del Green Pass nei luoghi di lavoro, le attività si fermeranno. E aggiunge: "Siamo venuti a conoscenza che il governo sta tentando di trovare un accordo, una sorta di accomodamento riguardante i portuali di Trieste, e che si paventano da parte del Presidente Zeno D'Agostino le dimissioni. Noi come portuali ribadiamo con forza e vogliamo che sia chiaro il messaggio che nulla di tutto ciò farà sì che noi scendiamo a patti fino a quando non sarà tolto l'obbligo del Green pass per lavorare, non solo per i lavoratori del porto ma per tutte le categorie di lavoratori".

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Problemi per tutti i settori dei trasporti

Nemmeno i sindacati confederali appoggiano la circolare del Viminale. Chiedono che la raccomandazione venga estesa "a tutti i settori dei trasporti dei servizi ausiliari ed accessori collegati", come hanno scritto unitariamente i segretari generali Filt Cgil, Stefano Malorgio, Fit Cisl Salvatore Pellecchia e Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi in una lettera inviata al Ministero dell'Interno e aquello dei Trasporti e delle Infrastrutture Sostenibili. "Abbiamo in più occasioni rappresentato al Mims - spiegano i tre dirigenti sindacali - le peculiarità del settore dei servizi pubblici essenziali ed in particolare di quello dei trasporti e la necessità di garantire quanto più possibile una continuità del servizio di trasporto di persone e merci che non impatti su diritti fondamentali dei cittadini utenti".

Conftrasporto: valutiamo fermo tir 

"Si sta determinando una situazione per cui si rischia che il 15-16 ottobre il trasporto in Italia si blocchi", dal ministero "non abbiamo risposte" e "se questo atteggiamento proseguirà e non uscirà un chiarimento, può succedere di tutto", dice il presidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè. "Se gli autotrasportatori esteri potranno venire in Italia senza il green pass e questo verrà invece imposto alle imprese italiane - aggiunge - stiamo valutando di invitare le imprese a fermare i camion. Ci auguriamo di no, ma ne stiamo discutendo". 

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Al porto di Genova alcune aziende pagheranno i tamponi

Intanto, Beppe Costa, presidente dell'associazione dei terminalisti genovesi di Confindustria, ha fatto sapere che alcuni terminalisti del porto di Genova pagheranno i tamponi ai dipendenti che non hanno il Green pass. La dichiarazione è arrivata alla fine della riunione in prefettura convocata per discutere dell'applicazione del certificato verde in porto. Tra le realtà interessate ci sono il terminal Psa di Prà e il Porto Petroli. "La decisione è singola di ogni azienda, alcune hanno dato la disponibilità, altre sono libere di scegliere". Si stima che il 20% dei portuali genovesi non abbia il vaccino.

A Palermo senza certificato il 7%

I portuali palermitani che non posseggono il Green pass sarebbero invece soltanto una trentina su un totale di 450 lavoratori in organico nelle due società che operano all'interno dello scalo: Portitalia e Osp. Una percentuale stimata attorno al 7%, quindi, "che non desta preoccupazione per l'operatività", sottolinea Giuseppe. "È solo una stima statistica che ci ha portato a ritenere che la quasi totalità della nostra forza lavoro è in possesso di Green pass - conclude Todaro - Abbiamo inviato una comunicazione ai dipendenti che, su base volontaria, potranno dirci se posseggono il certificato verde. Attendiamo il risultato. Faremo i controlli in ingresso sui luoghi di lavoro e, come prevede la legge, non conserveremo nessun dato sensibile". 

Electrolux, venerdì sciopero di 8 ore nel Trevigiano

Tensioni non solo nei porti. Nello stabilimento Electrolux Italia di Susegana (Treviso) il 15 ottobre andrà in scena uno sciopero di 8 ore. Lo hanno annunciato le rappresentanze sindacali interne della sede trevigiana del colosso svedese , al termine di un'assemblea. Fra i 1.430 dipendenti del sito, comprendendo operai, quadri, dirigenti e amministrativi, si calcola che i soggetti non vaccinati siano intorno al 23% e l'azienda ha chiesto a tutti, nei giorni scorsi, la disponibilità individuale a presenziare in fabbrica per le prossime settimane. Nell'assemblea di oggi sarebbe emersa la difficoltà dei non vaccinati di individuare farmacie o altri punti autorizzati all'esecuzione dei tamponi, i quali dovranno essere integralmente a carico del lavoratore. 

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