Gas ai massimi: ecco perché la Ue è preoccupata per le scorte invernali
I depositi di stoccaggio europeo sono attualmente intorno al 71%, molto al di sotto della media stagionale del 92%. Con l’arrivo dell’inverno, il rischio è che vi sia un nuovo aumento dei prezzi. Il contratto TTF, utilizzato come riferimento per il mercato europeo, è aumentato del 1700% rispetto a un anno fa
Scorte a ribasso e prezzi al rialzo. L’Europa colpita dalla crisi del gas si scopre preoccupata in vista dell’inverno. Il rincaro in bolletta energetica - stimato in circa il +40% solo nel quarto trimestre del 2021 - è solo il primo segnale delle difficoltà energetiche del Vecchio Continente
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Il contratto TTF (Title Transfer Facility) che viene utilizzato dagli operatori come riferimento per il mercato europeo ha toccato un nuovo massimo a 85 euro/MWh, segnando così un’impennata del 1700% rispetto ai livelli di un anno fa e trascinando con sé anche le quotazioni in Italia
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Tanto che il contratto 2022 per la fornitura di gas ha raggiunto i 53 euro/MWh dai 13 euro/MWh del novembre dello scorso anno
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L'aspetto preoccupante riguarda il fatto che i depositi di stoccaggio europeo sono attualmente intorno al 71%, molto al di sotto non solo del livello pre-pandemico dell'84%, ma anche della media stagionale del 92%
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Il rischio è che quando le temperature scenderanno con l’avanzare dell’inverno, si aprirà una nuova impennata dei prezzi per l’aumento della domanda. In quel frangente, stima BloombergNEF, le scorte potrebbero assottigliarsi al 4%
Sono molteplici le ragioni che hanno determinato rincari così importanti. Oltre al forte aumento dei consumi anche per effetto degli incentivi e ristori dati alle aziende per rialzare la produzione dopo la pandemia, ad aggravare la carenza di gas in Europa è anche il minor flusso dalla Russia, sceso da 65 miliardi di metri cubi nel 2020 a 40 miliardi di metri cubi nel 2021
"Monitoriamo i prezzi", ha detto il Cremlino, assicurando che Gazprom è disponibile a "considerare nuovi contratti a lungo termine". Ma secondo alcuni osservatori le difficoltà della Russia di soddisfare appieno le necessità energetiche europee sarebbero "indotte", e troverebbero spiegazione nella mancata approvazione del gasdotto Nord Stream2 che collegherà la Russia con la Germania
Malgrado il progetto della capacità di 55 miliardi di metri cubi sia stato completato il 10 settembre, il processo di certificazione da parte della UE potrebbe richiedere fino a 8 mesi
Lo stallo non dispiace agli Usa che da anni premono per sostituirsi a Mosca come principale fornitore europeo. Al momento però, il livello di carenza raggiunto anche nel mercato Usa è tale da non poter offrire un reale aiuto all’Europa
C’è poi il forte rialzo del prezzo delle emissioni di carbonio, passato da 15 a 65 euro a tonnellata nel periodo marzo 2020-settembre 2021 che ha spinto le utilities ad aumentare i consumi di gas naturale a scapito del carbone
L'escalation di rincari che hanno investito il gas naturale e le emissioni di carbonio è giunta in concomitanza con il forte calo della produzione di energia eolica determinata dai deboli venti che hanno caratterizzato l'estate 2021
In Europa il settore industriale rischia di finire risucchiato dalla crisi energetica: sempre nel Regno Unito CF Industries, la maggiore compagnia attiva nel comparto dei fertilizzanti, è stata costretta a interrompere la produzione, mentre in Olanda la Nystar, uno dei principali raffinatori di zinco, ha annunciato una riduzione della produzione in uno dei suoi impianti