Bonus immobili storici e artistici, credito d’imposta al 50% per il restauro
La misura è stata inserita nella legge di conversione al decreto Sostegni bis, ora all’esame del Senato. L’agevolazione viene riconosciuta per le spese effettuate nel 2021 e 2022 fino a un massimo di 100mila euro
Nella legge di conversione al decreto Sostegni bis, all’esame del Senato, è stato inserito il cosiddetto bonus immobili storici e artistici. A differenza del Superbonus 110%, non si tratta di una detrazione ma di un credito d’imposta per lavori di restauro e recupero
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L’agevolazione consiste appunto in un credito d’imposta per le residenze che hanno valore storico e artistico pari al 50% delle spese sostenute nel 2021 e 2022 fino a un massimo di 100.000 euro
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Il bonus viene riconosciuto per interventi conservativi e di ristrutturazione eseguiti su immobili di interesse storico e artistico soggetti alle disposizioni di tutela previste dal Codice dei beni culturali e del paesaggio
Per conoscere la disciplina applicativa bisognerà attendere il decreto attuativo. Essendo un credito d’imposta si ipotizza che il suo utilizzo possa essere quello della compensazione nel Modello F24 oppure della cessione a soggetti terzi, inclusi la stessa impresa che esegue i lavori e inclusi istituti di credito e finanziari
Il bonus non dovrebbe essere cumulabile con altri contributi o finanziamenti pubblici e dovrebbe essere incompatibile con la detrazione del 22% per le spese sostenute dai soggetti obbligati alla manutenzione, protezione o restauro delle cose vincolate
L’incentivo sarà finanziato con un Fondo della dotazione di 2 milioni di euro, di cui 1 milione per il 2021 e 1 milione per il 2022
Il bonus immobili storici e artistici è un credito d’imposta da poter utilizzare in compensazione o da poter cedere a terzi e non va confuso con quello ristrutturazione che consiste in una detrazione Irpef del 50% per i lavori edili effettuati in casa
Sempre restando in linea con il tema della tutela del patrimonio storico artistico è stato anche approvato un emendamento al Decreto Recovery, che incentiva e supporta il riuso e in generale la valorizzazione degli immobili storici
L’emendamento ha spiegato Giacomo di Thiene, presidente dell’associazione Dimore Storiche Italiana, evita di lasciare “i beni vincolati imbrigliati in una serie di regole e rigidità normative che avrebbero impedito loro di essere parte di quella ripresa economica che vede nei centri storici e nei piccoli borghi uno degli elementi principali della ripartenza del Paese”
La norma è immediatamente applicabile e consente da subito di velocizzare l'iter di approvazione dei progetti e di ridurre i passaggi amministrativi, con conseguente risparmio di risorse economiche per lo Stato e per il proprietario dell'immobile oggetto di intervento