
Isee, quando e come è possibile modificare le informazioni
L’indicatore della componente reddituale e patrimoniale di un nucleo familiare va inserito nella Dichiarazione Sostitutiva Unica, indispensabile per usufruire di molti bonus o indennità fiscali, assistenziali e previdenziali. Fa però riferimento alla situazione del secondo anno antecedente alla presentazione della relativa dichiarazione. Licenziamenti, perdita di benefici, divorzi e figli non più a carico: ecco quando e come si possono modificare i documenti in corso di validità

Da tempo la possibilità di accesso a benefici fiscali, pensionistici e assistenziali viene valutata sulla base del reddito come fotografato dall’Isee -Indicatore della Situazione Economica Equivalente. Il suo valore è costruito sul rapporto tra l’Ise -Indicatore della Situazione Economica- e il numero di componenti di un nucleo familiare, basandosi su una scala di equivalenza fissata per legge
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L’Isee viene indicato nella DSU – Dichiarazione Sostituiva Unica- che contiene i dati patrimoniali, anagrafici e reddituali del nucleo familiare. È questa che va presentata ai vari enti di riferimento per poter usufruire di particolari misure economiche. Per la sua compilazione, l’Inps ha pubblicato le istruzioni sul sito. Dallo scorso anno è disponibile anche l’Isee precompilato: sempre sul sito dell’ente si trovano le informazioni che servono a determinare l’indicatore (come redditi, patrimonio mobiliare e immobiliare)
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Pensato per offrire un quadro completo dello stato economico di un nucleo familiare, anche al di là della semplice dichiarazione dei redditi percepiti, le componenti patrimoniali e reddituali dell’Isee si riferiscono però al secondo anno antecedente alla presentazione della relativa dichiarazione. Non sono quindi da escludere cambiamenti in corso d’opera. Se, ad esempio, nel 2021 un cittadino intende far domanda per uno dei bonus previsti dal legislatore, la possibilità di accedervi o meno viene calcolata sull’Isee del 2019
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Nel caso in cui un membro del nucleo abbia perso il lavoro a metà anno, oppure un figlio si sia trasferito e, avendo iniziato a lavorare e cambiato residenza, non sia più a carico dei genitori, è possibile modificare i dati presenti nell’Isee. Per farlo, va presentata una nuova dichiarazione, sulla base di un nuovo calcolo di quello che viene definito l’Isee corrente
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L’Isee corrente è una dichiarazione che va a modificare, integrare o sostituire la DSU precedente e ancora valida. I parametri per poterlo fare sono previsti per legge. La modifica può essere fatta in caso di cambiamento della situazione lavorativa di uno o più componenti del nucleo familiare (ad esempio nel caso in cui il padre o la madre perdano il lavoro e quindi una fonte di reddito), oppure in seguito allo stop di un trattamento previdenziale o alla variazione della situazione reddituale del nucleo in misura superiore al 25% rispetto a quanto prima dichiarato

In ogni caso, le variazioni devono essere delle novità relative all’anno corrente, presentatesi dopo il 1° gennaio dell’anno di riferimento per la DSU con l’Isee ordinario. Se non si è presentata nei tempi previsti la dichiarazione ordinaria, non sarà possibile nemmeno modificarla

Nello specifico, le condizioni legate al rapporto di lavoro per presentare l’Isee corrente sono la cessazione o la diminuzione dell’orario di lavoro di almeno un componente del nucleo. In caso di contratti a tempo determinato, il membro della famiglia interessato deve dimostrare di essere stato occupato per almeno 120 giorni nell’anno precedente alla conclusione del contratto di lavoro. I lavoratori autonomi devono aver svolto l’attività per almeno 12 mesi

La variazione della situazione lavorativa, assistenziale o previdenziale va certificata, allegando una documentazione che provi quanto dichiarato attraverso la presentazione del modello MS (Modello Sostitutivo). Ad esempio: in caso di dimissioni, va allegata la lettera di dimissioni. Bisogna poi indicare i dati anagrafici del dichiarante e dei componenti del nucleo familiare, con i relativi codici fiscali e gli estremi della dichiarazione già presentata e in corso di validità

La modifica dell’Isee è valida per sei mesi dal momento di presentazione della nuova dichiarazione. La variazione lavorativa o previdenziale che ha spinto alla modifica deve essere certificata entro due mesi dal giorno in cui è avvenuta
Regole specifiche valgono per il cambiamento del nucleo familiare. In caso di separazione e divorzio, ad esempio, i coniugi residenti nella stessa abitazione continuano a far parte dello stesso nucleo. Il cambio di residenza, se avviene, deve essere certificato da un verbale di polizia locale

I figli maggiorenni che non convivono con i genitori entrano nel calcolo Isee solo quando hanno meno di 26 anni, sono a carico Irpef della famiglia, non sono sposati e non hanno figli. I componenti di un nucleo poi, anche a seguito di variazioni anagrafiche, continuano a farne parte a fini Isee se vivono ancora nella stessa abitazione

A fini sociosanitari è possibile restringere il nucleo familiare sul quale viene calcolato l’Isee. Bisogna compilare l’Isee sociosanitario. Si avrà così la possibilità di includere solo i redditi di eventuali disabili, figli o coniugi per cui vanno richieste le prestazioni sanitarie